Quanto inquinano i monopattini elettrici

Se si tiene conto delle emissioni necessarie per produrli, trasportarli e ricaricarli a volte sono peggio di un autobus

Una donna su un monopattino elettrico a Milano, il 28 luglio 2019 (LaPresse - Claudio Furlan)
Una donna su un monopattino elettrico a Milano, il 28 luglio 2019 (LaPresse - Claudio Furlan)

Uno dei messaggi pubblicitari usati dalle società che noleggiano monopattini elettrici in alcune grandi città – Milano compresa – è che questi mezzi di trasporto siano meno inquinanti di altri. Dato che sono elettrici effettivamente non emettono anidride carbonica (CO2), a differenza della maggior parte di automobili, autobus e motorini. Tuttavia quando si calcola l’impatto che qualcosa avrà in termini di emissioni di gas serra (la cosiddetta “carbon footprint”) non si considerano solo le emissioni dirette, ma anche quelle necessarie alla produzione dell’oggetto in questione e al suo funzionamento. Secondo uno studio dell’Università Statale del North Carolina, se si considerano questi fattori i monopattini elettrici sono meno ecologici dei mezzi di trasporto che le persone userebbero al loro posto se non ci fossero.

Gli autori dello studio, pubblicato a luglio sulla rivista scientifica Environmental Research Letters, hanno fatto una stima delle emissioni totali prodotte dall’uso dei monopattini elettrici partendo da quelle necessarie a produrre i singoli componenti di un monopattino. Per questo per prima cosa hanno smontato un monopattino Xiaomi M365, uno dei più comuni, e calcolato quanti gas serra siano rilasciati nell’atmosfera per produrlo usando il database sull’impatto ambientali della produzione di oggetti dell’ong svizzera Ecoinvent, il più completo a livello internazionale. È il fattore che conta di più nell’intera stima dell’impatto ambientale dei monopattini: è pari al 50 per cento del totale.

Hanno poi preso in considerazione le emissioni necessarie per trasportare i monopattini dalla Cina (il paese in cui vengono prodotti per la maggior parte) agli Stati Uniti e quelle prodotte nelle operazioni di ricarica dei monopattini. Ogni società infatti ha i propri addetti alla ricarica, chiamati “juicer” o “charger“, che raccolgono dalle strade i monopattini scarichi per caricarli a casa propria e, ultimata la ricarica, rimetterli per le strade: dato che spesso lo fanno usando un’automobile bisogna tenerne conto. Il contributo di questi trasporti è pari al 43 per cento dell’impatto ambientale totale dei monopattini, mentre quello dovuto al trasporto dalla Cina agli Stati Uniti è trascurabile, ragione per cui importa poco che il conto sia stato fatto pensando ai monopattini disponibili a Raleigh, la capitale del North Carolina.

Infine, i ricercatori hanno stimato le emissioni dovute alla produzione dell’energia elettrica che li alimenta; sono una parte molto piccola del totale, il 4,7 per cento. Dunque ipotizzando che un monopattino elettrico possa essere usato per un periodo di tempo compreso tra i sei mesi e i due anni – dovrebbero restare in circolazione e funzionanti per due anni, ma i casi di furti e vandalismo sono tanto frequenti da aver spinto i ricercatori a immaginare che possano essere usati anche per molto meno tempo – è stato calcolato che in media abbia un impatto ambientale di circa 126 grammi di gas serra al chilometro per passeggero. È maggiore dell’impatto di un singolo passeggero di un autobus, se l’autobus è affollato, e dell’impatto di una bicicletta elettrica ma, comprensibilmente, molto minore dell’impatto di un’automobile.

Contestualmente all’analisi delle emissioni prodotte per far sì che un monopattino elettrico sia noleggiabile, i ricercatori hanno fatto un sondaggio tra 61 utenti dei servizi di noleggio presenti a Raleigh per capire quali mezzi di trasporto userebbero se non ci fossero i monopattini. Più della metà delle persone che hanno partecipato al sondaggio ha detto che andrebbe in bicicletta o camminerebbe, due opzioni non inquinanti. Solo il 34 per cento ha detto che userebbe un’automobile o un servizio di noleggio auto con conducente come Uber, opzioni tendenzialmente più inquinanti; l’11 per cento ha detto che prenderebbe un autobus, il 7 per cento invece non farebbe quel tipo di spostamento.

La conclusione dei ricercatori del North Carolina è che se la percentuale di persone che usano i monopattini elettrici al posto delle auto fosse maggiore, li si potrebbe ritenere un’alternativa ecologica, ma per il momento non è così. Lime, una delle principali società di noleggio di monopattini elettrici, ha risposto allo studio dicendo che è basato su alcune assunzioni non sempre valide e su dati incompleti che rendono i risultati inaffidabili.

Secondo i ricercatori comunque i servizi di noleggio di monopattini potrebbero diventare più ecologici se i casi di furti e vandalismo diminuissero e, soprattutto, se fosse messo in piedi un sistema per ricaricarli più efficiente. Ad esempio, se i charger potessero “prenotare” a distanza i monopattini da caricare, li raccoglierebbero tutti nella stessa zona e ottimizzerebbero i propri spostamenti. E se fossero incentivati a usare mezzi di trasporto poco inquinanti per farlo, le emissioni si potrebbero ridurre ancora di più. Resta il fatto che con le attuali regole italiane sul traffico per i monopattini, introdotte a giugno dal ministero dei Trasporti, le limitazioni alle zone in cui si possono usare potrebbero renderli comunque poco competitivi.