Le nuove regole sui monopattini elettrici a Milano

Sono in vigore da qualche giorno e ne permettono un uso MOLTO limitato, in attesa che il comune installi decine di cartelli

(LaPresse - Claudio Furlan)
(LaPresse - Claudio Furlan)

Dal 27 luglio sono entrate in vigore a Milano le nuove norme che regolano l’utilizzo dei cosiddetti micro-veicoli di mobilità elettrica: monopattini elettrici, segway hoverboard, oltre ai classici skateboard. Le norme si erano rese necessarie sia per l’improvvisa diffusione di mezzi del genere in città, comune ad altre grandi città europee e statunitensi, e di società che permettono di noleggiarli per un breve periodo; sia per l’approvazione di uno specifico decreto ministeriale che i comuni sono tenuti a recepire. Le nuove regole però non sono chiarissime né particolarmente pubblicizzate, tanto che negli ultimi giorni a Milano sono state emesse diverse multe per i trasgressori.

I monopattini elettrici disponibili a Milano sono gestiti da molte diverse società; a Roma sono disponibili da qualche mese e a Torino lo saranno fra agosto e settembre. Il risultato è che in moltissime grandi città, da Parigi a Los Angeles, questi mezzi ecologici sono diventati nel giro di pochi mesi parte integrante del paesaggio. Girando per il centro di queste città se ne vedono in continuazione, fermi sul marciapiede o sfrecciare per le strade. Questa rapida diffusione ha portato molti a chiedersi se siano sicuri, e come regolarne l’utilizzo dato che non sono previsti dal codice della strada.

Il decreto firmato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, emesso il 4 giugno (PDF), era atteso da mesi e ha fissato alcuni punti fermi. Prima di tutto stabilisce che in Italia i monopattini elettrici possano circolare solo su aree pedonali, aree miste pedonali-ciclabili, piste ciclabili e strade con limite di velocità a 30 chilometri all’ora: quindi né marciapiedi né strade a normale percorrenza. Il decreto prevede anche altre regole: la potenza massima del motore elettrico deve essere di 500 watt, i monopattini devono essere dotati di un segnalatore acustico e per usarli di notte bisognerà indossare un giubbotto catarifrangente. Per usarli bisognerà essere maggiorenni, oppure avere il patentino per i motorini. Le norme sono sperimentali e saranno valide per minimo un anno o al massimo due, in attesa di quelle definitive.

Milano ha recepito il decreto e per il momento ha imposto ulteriori limitazioni. Il comune ha fatto sapere che per il momento la circolazione di tutti i mezzi previsti dal decreto è permessa solo nelle aree pedonali, cioè i parchi e le piazze destinate esclusivamente ai pedoni, a patto che la velocità del mezzo non superi i 6 chilometri all’ora. Qui trovate una mappa delle aree pedonali disponibili a Milano. Dato che la maggior parte di queste aree non sono collegate fra loro, ad oggi è impossibile usare i nuovi mezzi elettrici per spostarsi da una zona all’altra della città, a meno di infrangere la legge.

In futuro il traffico sarà consentito anche nelle piste ciclabili, nelle strade ciclopedonali e in quelle col limite di velocità a 30 chilometri all’ora solo dopo che saranno installati alcuni appositi cartelli, come prevede il decreto. Il comune stima che dovrà installare circa 200 cartelli in tutta la città, ma non ha ancora fatto sapere entro quando riuscirà a farlo. Sempre a Milano, già da oggi, è vietata la circolazione nelle strade con ciottoli di fiume (queste, per capirci), nelle corsie preferenziali – anche se hanno un limite di velocità a 30 chilometri all’ora – e nelle strade dove passa il tram. Qui trovate l’elenco completo delle strade in cui è vietato l’accesso ai mezzi elettrici: ci sono anche diverse vie con il manto stradale in pavè, una pavimentazione molto caratteristica e che richiede attenzione per chi usa bici e motorini.

Parlando col Corriere della Sera, la vicesindaco Anna Scavuzzo ha ammesso che per ora il perimetro tracciato dalle regole è «strettissimo», e «non è una cosa di cui siamo soddisfatti». L’assessore alla mobilità Marco Granelli ha diffuso uno scarno comunicato stampa in cui spiega che i nuovi mezzi elettrici «contribuiscono a migliorare la qualità della mobilità urbana, a patto però che vengano presi sul serio da chi li usa».

Era stato più critico Pierfrancesco Maran, ex assessore alla Mobilità e attuale assessore all’Urbanistica, che poco prima dell’entrata in vigore del decreto aveva criticato i limiti troppo stringenti e soprattutto l’obbligo di installare i nuovi segnali stradali: «in strade di pali, pali, pali (e togliere quelli esistenti è un casino), dovremmo mettere un nuovo palo per via per dire nel cartello che si può andare in monopattino», aveva commentato su Facebook.

La grafica dei nuovi cartelli è stata proposta dal ministero dei Trasporti nel decreto: qui sotto un ipotetico cartello che indica una strada in cui il limite per le auto è di 30 chilometri orari, e dove possono circolare anche biciclette, monopattini elettrici e segway.

Anche le società che mettono a disposizione i mezzi a noleggio hanno reagito in maniera ambivalente al decreto ministeriale e alle nuove norme introdotte da Milano. Lime, una delle più importanti società del settore, ha lodato la gestione del comune di Milano, che già da mesi si era interessata alla regolamentazione. Helbiz sottolinea invece che le norme ministeriali «rimandano ai comuni troppi oneri anche sul fronte delle responsabilità legali. Questo non può che complicare la fase di sperimentazione che invece nasce con lo scopo di verificare quanto le nostre città sono aperte e aderiscono alla micro mobilità».