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  • Martedì 13 agosto 2019

Gli scontri all’aeroporto di Hong Kong

La polizia antisommossa è entrata con manganelli e spray al peperoncino, l'ONU ha invitato le autorità a non usare la violenza, la Cina gli ha detto di non interferire

(Anthony Kwan/Getty Images)
(Anthony Kwan/Getty Images)

Ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti pro-democrazia all’interno dell’aeroporto internazionale di Hong Kong, dopo che – per il secondo giorno consecutivo – i manifestanti contro il governo locale avevano occupato il terminal delle partenze.

Un primo gruppo di agenti in uniforme è entrato in aeroporto nel pomeriggio: i manifestanti hanno reagito al loro ingresso con puntatori laser (come avevano fatto nella grande manifestazione di qualche giorno fa) e urlando loro «Restituite l’occhio», in solidarietà con una donna che è stata gravemente ferita a un occhio durante una delle manifestazioni.


Al primo gruppo di agenti si è sostituita una squadra antisommossa, che ha tentato di entrare nella struttura usando spray al peperoncino e manganelli. I manifestanti hanno velocemente costruito delle barricate: ne sono seguiti violenti scontri e diversi arresti.
Circola molto un video che mostra un manifestante sottrarre un manganello a un agente e tentare di usarlo contro di lui. L’agente risponde estraendo la pistola e puntandola contro il manifestante.

La polizia antisommossa si è ritirata dopo circa un’ora; gli agenti hanno motivato il loro intervento dicendo che il loro obiettivo era portare al sicuro un uomo ferito che era stato trattenuto dai manifestanti perché sospettato di essere un poliziotto in borghese. Secondo alcuni testimoni, la folla ha impedito ai soccorsi di raggiungere l’uomo per molte ore, nonostante continuasse a perdere conoscenza. È stato infine portato via in barella.
I manifestanti hanno trattenuto a lungo anche un secondo uomo, che sospettavano essere una spia. È stato poi identificato: era un giornalista del Global Times, un giornale controllato dal governo cinese.
Dopo che la polizia si è ritirata dal terminal, anche i manifestanti hanno cominciato ad andarsene. È il quinto giorno di proteste nell’aeroporto, il secondo in cui la manifestazione interferisce con le attività della struttura.

Questa mattina in una conferenza stampa la governatrice di Hong Kong Carrie Lam aveva chiesto ai manifestanti di non spingere la città, che fa parte della Cina ma ha una sua autonomia, in «un abisso» e aveva detto che le violenze durante le proteste potrebbero spingere Hong Kong «in un cammino di non ritorno».
L’Alto commissariato dell’ONU per i diritti umani, invece, ha invitato le autorità di Hong Kong a non usare la violenza contro i manifestanti, e ha chiesto un’indagine sulle misure usate durante le ultime manifestazioni, avvertendo che ci sono prove che gli interventi della polizia degli ultimi giorni non siano stati in linea con gli standard internazionali, come hanno sostenuto anche alcuni attivisti. Almeno 40 persone sono state assistite in ospedale a causa degli scontri di domenica e per questo oggi alcuni medici del Queen Elizabeth Hospital e di altri ospedali di Hong Kong hanno organizzato sit-in di protesta contro le violenze della polizia.
La missione diplomatica cinese a Ginevra ha risposto dicendo che quella dell’ONU è una dichiarazione che «manda il messaggio sbagliato ai criminali» e ha invitato l’alto commissariato per i diritti umani a «smettere di interferire negli affari di Hong Kong». Un’altra parte della storia è che da giorni, come racconta il New York Times, i media cinesi stanno dipingendo i manifestanti pro-democrazia come un piccolo gruppo violento privo di sostegno popolare.

L’Unione europea ha lanciato un appello alla «moderazione». Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che durante la giornata aveva definito la situazione di Hong Kong «molto complicata» augurandosi che nessuno venisse ferito o ucciso, in serata ha pubblicato un tweet che dice «La nostra intelligence ci ha informato che il Governo Cinese sta spostando truppe verso il confine con Hong Kong. Devono tutti mantenere la calma!».

Lunedì sera, effettivamente, i media controllati dal governo cinese avevano diffuso un video che mostrava alcuni mezzi dell’esercito cinese spostarsi verso il confine di Hong Kong:


Oggi le operazioni di check-in sono state sospese alle 16.30 (quando in Italia erano le 11.30) dopo che nella prima parte della giornata era sembrato che il traffico aeroportuale potesse proseguire senza altre interruzioni. L’aeroporto internazionale di Hong Kong è uno dei più trafficati del mondo.