Cinque nuove serie tv che si sono fatte notare

Qualcosa di nuovo e in molti casi fuori dai canoni, per quelli che "non so cosa vedere"

Capita, con l’estate, che la vita sociale, le vacanze e le attività all’aria aperta distolgano qualcuno da quella importante attività che è “decidere quale serie tv iniziare a guardare”. Il rischio è quindi che qualcuno d’estate non si accorga delle serie tv che, intanto, continuano a uscire.

Senza tenere conto delle nuove stagioni di serie vecchie, di cui è più facile tenere traccia, abbiamo quindi scelto alcune serie tv uscite negli ultimi 100 giorni di cui si sono dette buone cose. Nessuna è particolarmente mainstream e non tutte sono già disponibili in Italia. Chernobyl non l’abbiamo messa: perché sta proprio al limite dei 100 giorni e le-regole-sono-regole, ma soprattutto perché se ne è già parlato tanto.

The Boys
Su Amazon Prime Video dal 26 luglio

È basata su un omonimo fumetto di una decina di anni fa e immagina una realtà in cui i supereroi esistono e lavorano tutti per una grande società, che li smista tra una città e l’altra e ne gestisce le uscite pubbliche e l’immagine, dai costumi alle interviste. Questa società sembra essere cattiva e i supereroi non sempre e non tutti buoni, anzi, ma le masse sembrano non averlo capito e continuano a venerarli. I “Boys” del titolo sono un gruppo piccolo e un po’ sfigato che cerca di far uscire la verità.

La serie è già diventata una delle serie Amazon più viste di sempre ed è stata rinnovata per una seconda stagione. È consigliata a chi trova intrigante l’idea di una sorta di dietro le quinte delle storie di supereroi, con un po’ di citazioni e ammiccamenti a tutte le storie di supereroi che conosciamo. È sconsigliata a chi proprio non regge la violenza, come fa capire fin da subito il trailer. Tra gli aggettivi in cui ci si imbatte più spesso leggendo di The Boys ci sono: irriverente, cinica, audace, divertente e spiazzante. Il New York Times ha scritto che «ricorda un po’ Watchmen, ma con qualche battuta».

Euphoria
Su Sky Atlantic da settembre

È una serie il cui ottavo e ultimo episodio è andato in onda a inizio agosto su HBO. È ispirata a un’omonima serie israeliana e parla di un gruppo di liceali statunitensi e delle loro vite, in cui entrano l’amore, il sesso, le relazioni, la ricerca di un’identità e le droghe. I protagonisti sono quindi bene o male appartenenti alla cosiddetta generazione Z, quella dei nati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila. Non è una di quelle serie in cui i ragazzi sono scritti e pensati da qualcuno che ha molti più anni di loro e che non sa più cosa voglia dire essere ragazzi in quel momento.

Euphoria è stata molto apprezzata per l’approccio coraggioso e il modo in cui racconta – senza necessariamente giudicare ogni volta, e spesso in modo empatico – storie forti e non consuete per la televisione. Si è parlato anche molto bene di certi suoi aspetti tecnici, come la fotografia, e dell’interpretazione di Zendaya: attrice, cantante e ballerina di 22 anni che di recente è stata anche protagonista di Spider-Man – Far From Home (ma qui con un ruolo decisamente diverso e più complesso). Rebecca Nicholson del Guardian ha scritto di lei: «L’ex star Disney si è reinventata nell’auto-distruttiva Rue, in quella che è davvero un’interpretazione stupefacente, che ipnotizza».

Years and Years

È una miniserie britannica in 6 episodi che è stata trasmessa nel Regno Unito da BBC  e negli Stati Uniti da HBO e che ancora non si sa quando e dove arriverà in Italia. Racconta la storia dei membri di una famiglia di Manchester e di come la loro vita cambia con il cambiare dello stato in cui vivono, della tecnologia e dell’economia. Nella serie c’è anche Emma Thompson, che interpreta un’industriale che diventa famosa quando risponde “I don’t give a fuck” (“Non me ne frega una cazzo”) a un giornalista che le chiedeva un’opinione sul conflitto israelo-palestinese, e che poi entra in politica e fonda il Four Star Party, il Partito Quattro Stelle, e poi potete provare a immaginare il resto. Visto che la serie parte dal presente e va avanti nel futuro, si tratta di fantascienza. Visto che quel futuro non è particolarmente allegro, si può parlare di distopia.

La serie è piaciuta sia al pubblico che ai critici: «Veloce, furiosa e spesso sconvolgente», ha scritto Mangan sul Guardian. È consigliata a chi trova interessante vedere come qualcun altro si è immaginato un futuro a breve termine e per molti versi plausibile. È sconsigliata a chi pensa che potrebbe preoccuparsi guardandolo, visti i tempi che corrono. Daniel D’Addario ha scritto su Variety, ovviamente esagerando un po’: «Dedicate a Years and Years sei ore della vostra vita, e vi dirà la storia del Ventunesimo secolo».

Los Espookys 

È fatta da sei episodi di mezz’ora, è andata in onda su HBO ed è piuttosto strana. Parla di un gruppo di amici appassionati di horror che mettono in piedi una sorta di servizio di horror-su-richiesta per diversi clienti. “Spooky”, in inglese, vuol dire “inquietante”. È ambientata in un non meglio definito paese dell’America Latina.

Nella serie si parla sia spagnolo che inglese e chi capisce entrambe le lingue noterà, leggendo i sottotitoli, che spesso sono traduzioni fatte per far ridere, magari perché sono volutamente testuali quando invece sarebbe meglio non lo fossero. Dave Itzkoff del New York Times ha scritto che oltre a essere una serie che fa ridere, è anche una serie «pura, eccentrica e a volte surreale».

Good Omens
Su Amazon Prime Video dal 31 maggio

Parla dell’Apocalisse, ma lo fa con umorismo. È tratta da un libro del 1990 di Terry Pratchett e Neil Gaiman, autore anche di American Gods. Il titolo italiano del libro è Buona apocalisse a tutti! e parla di un angelo e un demone che si conoscono da migliaia di anni e provano insieme a evitare l’Apocalisse. Per farlo devono trovare l’anticristo, che è un ragazzo di 11 anni. I due protagonisti sono interpretati da Michael Sheen e David Tennant. Nella versione originale Dio ha la voce di Frances McDormand e Satana ha la voce di Benedict Cumberbatch. L’arcangelo Gabriele è Jon Hamm.

Chi ne parla bene ha apprezzato soprattutto le scene con i due protagonisti (compresa quella che racconta la loro millenaria “amicizia“, secondo alcuni quasi una storia d’amore). Ma c’è anche chi ha fatto notare che la serie è troppo fedele al libro e il libro era considerato quasi impossibile da far diventare una serie tv: la trama è inutilmente complicata e piena di personaggi secondari che funzionano meno bene dei due protagonisti.