• Sport
  • Venerdì 28 giugno 2019

Rai rischia di perdere i diritti per la Champions League

Il ricorso che aveva presentato contro Sky per continuare a trasmettere le partite non è andato da nessuna parte, e Mediaset vorrebbe prendere il suo posto

(LaPresse)
(LaPresse)

Giovedì era attesa una sentenza del Tribunale di Milano sul ricorso presentato dalla Rai riguardo alla titolarità dei diritti televisivi della prossima UEFA Champions League, uno dei principali eventi sportivi trasmessi in chiaro dalla televisione pubblica. Ma il tribunale di Milano non si è espresso: non ha affrontato il merito della questione dopo aver riscontrato la mancanza dei requisiti per la pronuncia d’urgenza richiesta dalla Rai. I dirigenti della televisione pubblica hanno presentato un nuovo ricorso ma non si sa ancora la data della nuova sentenza: questo ritardo complica parecchio i piani di Rai Sport, dato che la nuova stagione calcistica inizierà fra meno di un mese e i palinsesti televisivi non possono essere ancora annunciati. La partita di Champions League trasmessa in chiaro settimanalmente era inoltre una delle sue principali offerte sportive.

Il ricorso presentato dalla Rai lo scorso maggio riguardava un accordo stretto nel gennaio 2018 con l’emittente satellitare Sky Italia. L’accordo prevedeva che, per circa 40 milioni di euro annuali, la Rai potesse trasmettere in chiaro una partita per ciascun turno di Champions League, per sedici settimane complessive, dalla fase a gironi alla finale. L’accordo fu fatto con Sky in quanto emittente detentrice dal 2018 dei diritti televisivi per la trasmissione di tutte le partite di Champions League per il triennio 2018-2021.

L’accordo prevedeva inoltre che dopo il primo anno la Rai potesse sfruttare un diritto di opzione per prolungare la titolarità dei diritti televisivi nelle successive due stagioni. Il Consiglio d’amministrazione della Rai ha esercitato questo diritto, ma Sky Italia non ne ha riconosciuto la validità. Questo perché Sky sostiene che il diritto di opzione concesso alla Rai sia legato all’ampiezza della sua offerta. L’opzione della Rai sarebbe infatti rimasta valida solo se Sky avesse mantenuto gli stessi diritti televisivi sul calcio avuti nel triennio precedente, cosa che secondo Sky non è avvenuta a causa dell’arrivo di Dazn, la piattaforma online che dalla passata stagione trasmette in esclusiva tre partite di ogni giornata del campionato di Serie A.

La Rai era a conoscenza di questo aspetto dell’accordo, e nei mesi scorsi lo aveva studiato ritenendo comunque opportuno procedere con l’attivazione dell’opzione: secondo i dirigenti pubblici, l’offerta di Sky nel triennio attuale sarebbe addirittura superiore a quella avuta nel triennio precedente (nonostante l’arrivo di Dazn). Sky però sostiene il contrario: da questa divergenza è nata la disputa che ha portato al ricorso d’urgenza da parte della Rai. Intanto, secondo Repubblica e Il Sole 24 ore, Mediaset starebbe studiando un piano per subentrare immediatamente alla Rai nella trasmissione in chiaro del torneo. Per la Rai questa ipotesi rappresenterebbe un grosso danno, dato che gli ascolti della Champions League nell’ultima stagione sono stati alti ed erano una delle poche offerte sportive rimaste all’azienda.