Le due sfilate di Virgil Abloh a Parigi

Quella di Louis Vuitton e quella di Off-White, con i modelli e Gigi Hadid in un prato di garofani bianchi

La sfilata di Off-White, Parigi, 19 giugno 2019
(AP Photo/Thibault Camus)
La sfilata di Off-White, Parigi, 19 giugno 2019 (AP Photo/Thibault Camus)

Virgil Abloh è uno dei personaggi più interessanti e influenti del mondo della moda di oggi e ogni volta che fa qualcosa – che si tratti di una collaborazione con un artista o una mostra – è al centro dell’attenzione. In questi giorni a Parigi lo è più del solito, visto che ha presentato – durante la Settimana della moda maschile, in corso dal 18 al 23 giugno – due collezioni per la primavera/estate 2020: quella del suo marchio di streetwear Off-White, fondato a Milano nel 2012, e quella per Louis Vuitton, la prestigiosa azienda francese del lusso di cui è direttore creativo dal marzo del 2018.

La collezione per Off-White si chiama PLASTIC, dove la plastica è quella riciclata, e alcuni capi sono stati realizzati in collaborazione con l’artista FUTURA, che iniziò a lavorare ai tempi di Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, che ha realizzato una serie di stampe dipinte a spray, un richiamo al mondo dei graffiti e della strada in cui è cresciuto Abloh (nato a Rockford, in Illinois, da genitori ghanesi, 38 anni fa).

Al di là dei capi – t-shirt, pantaloni e completi larghi, sneaker e sandali portati coi calzini, cappelli da pescatore, giacche con le spalle larghe e grossi piumini colorati – la sfilata sarà ricordata per lo spettacolo in sé. È stata aperta dal musicista Sheck Wes e seguita da modelli – moltissimi neri, cosa rara nella moda – in un campo di garofani bianchi; alla fine hanno sfilato anche delle modelle, per ultima Gigi Hadid, senza colonna sonora tranne il cinguettio degli uccelli. La sfilata è stata chiusa dall’arrivo sul prato di tutti i 46 modelli guidati da Hadid, uno di fianco all’altro, tra i fiori luminosi. «Quando faccio le cose – ha detto Abloh a Vogue – le immagino in una scala di 30 anni. Questo dà coraggio ed energia. So che il mio lavoro deve significare qualcosa ora, ma penso anche che debba avere senso se allarghi la prospettiva».

La sfilata che Abloh ha disegnato per Louis Vuitton è sempre molto legata allo streetwear – lo stile per cui è famoso, fatto di felpe, t-shirt, pantaloni larghi e sneaker – ma deve tenere conto delle esigenze dell’azienda francese, che appartiene al mondo del lusso. Il risultato è una combinazione di tagli di alta sartoria, felpe trapuntate, pantaloncini, completi dalle forme morbide, pantaloni in denim e gilet, trench, giacconi con riferimenti a opere d’arte del passato, in particolare di Raffaello. Ci sono molti colori pastello – azzurro, rosa, verdino, giallino – grigi e stampe floreali. Alcuni modelli portavano cappelli di paglia, borsoni ricoperti del logo di Louis Vuitton o pieni di fiori secchi, altri avevano legati addosso marsupi, borse e zainetti.

Anche in questo caso, l’allestimento è stato originale: i modelli hanno sfilato all’aperto in Place Dauphine, tra gli ospiti seduti sotto gli alberi, sulle panchine e ai tavolini dei caffè, mentre un’orchestra suonava musica dal vivo.