In Sardegna non c’è ancora la giunta regionale

A più di due mesi dalle elezioni mancano ancora sette assessori su dodici, soprattutto a causa delle pretese della Lega

(ANSA/FABIO MURRU)
(ANSA/FABIO MURRU)

Sono passati più di due mesi da quando il 24 febbraio la coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni regionali in Sardegna e ad oggi sono stati assegnati solamente cinque assessorati sui dodici della giunta regionale. Nonostante abbia ottenuto una vittoria netta con il 47,78 per cento delle preferenze, il nuovo presidente della Regione Christian Solinas non è riuscito ancora a mettere d’accordo le undici forze che compongono la coalizione: Partito Sardo d’Azione, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Unione di Centro, Unione Democratica Sarda, Fortza Paris, Energie per l’Italia, Riformatori Sardi, Sardegna20Venti e Sardegna Civica.

Il problema nell’assegnazione delle deleghe riguarda la spartizione dei poteri tra le varie forze che compongono la coalizione, ed è complicata in particolare dalle richieste della Lega, che ha ottenuto sì il maggior numero di preferenze (l’11,4  per cento) ma che è andata meno bene di quanto le attribuivano i sondaggi, raccogliendo poco più del 10,8 per cento ottenuto nell’isola alle politiche di un anno fa. La Lega ha ottenuto la presidenza del consiglio regionale – assegnata a Michele Pais – e chiesto di controllare tre assessorati, ma finora è riuscita ad averne solo uno, soprattutto a causa dell’opposizione dei Riformatori Sardi.

Al momento gli unici assessori ufficializzati sono due di Forza Italia, Giuseppe Fasolino al Bilancio e alla programmazione e Alessandra Zedda al Lavoro, uno della Lega, Mario Nieddu alla Sanità, uno di Fratelli d’Italia, Gianni Lampis all’Ambiente, e uno del Partito Sardo d’Azione, Gianni Chessa al Turismo. Un altro assessorato che dovrebbe essere assegnato alla Lega è quello all’Agricoltura, la cui candidata principale è Daria Inzaina, un’allevatrice di Calangianus, in Gallura. La nomina di Inzaina è tra quelle che hanno creato maggiori frizioni nella maggioranza in queste settimane, anche a causa del suo titolo di studio: Inzaina ha un diploma di terza media, un argomento utilizzato dagli altri partiti della coalizione per screditarla. Gli altri assessorati ancora vacanti sono invece Industria, Affari generali, Enti locali e Urbanistica, Lavori pubblici, Cultura e Trasporti.

Alle difficoltà della spartizione dei ruoli tra le diverse forze politiche si aggiunge quella della rappresentanza di genere. Lo statuto regionale prevede infatti che almeno un terzo degli assessorati sia assegnato a donne, ma finora l’unica donna della giunta è Zedda, e con Inzaina all’Agricoltura mancherebbero le nomine di altre due donne. Secondo La Nuova Sardegna Solinas starebbe valutando in queste ore di affidare l’assessorato all’Industria a Annalisa Aru, ex manager della società petrolifera Saras, appoggiata da Sardegna20Venti, mentre per i Trasporti si fa il nome di Gabriella Massidda, in quota Partito Sardo d’Azione, ma a questo assessorato potrebbe puntare anche la Lega, nel caso in cui saltasse la nomina di Inzaina.

Secondo le opposizioni la giunta non ha il numero legale per governare e potrebbero esserci anche ricorsi per la questione della rappresentanza femminile. «La verità è che non stanno deliberando e che anche il consiglio regionale si è riunito quattro volte in due mesi – ha detto a Repubblica Francesco Agus, capogruppo di Campo progressista – addirittura abbiamo già chiesto la convocazione d’urgenza delle commissioni, una procedura irrituale che consente di commissariare la maggioranza». Intanto per domani, 8 maggio, è prevista la seduta del consiglio regionale dove il presidente Solinas esporrà le dichiarazioni programmatiche del suo governo: la consuetudine vuole che contemporaneamente venga anche presentata la giunta al completo ma le trattative all’interno della maggioranza sembrano ancora in alto mare e ci sono poche probabilità che si concludano in tempo.