Samsung ha rinviato la vendita del Galaxy Fold

Il problema delle rotture impreviste dello schermo pieghevole è più serio del previsto e non c'è una data certa sul suo nuovo lancio

(AP Photo/Kelvin Chan)
(AP Photo/Kelvin Chan)

Samsung ha rinviato a data da destinarsi la messa in vendita del Galaxy Fold, il suo primo atteso smartphone con schermo pieghevole presentato per la prima volta alla fine dello scorso febbraio. Il rinvio è stato annunciato lunedì 22 aprile, ad alcuni giorni di distanza dalle segnalazioni di rotture inattese dello schermo da parte dei giornalisti che avevano ricevuto il Galaxy Fold per recensirlo. Le vendite al pubblico sarebbero dovute iniziare alla fine di questa settimana negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi, mentre per l’Italia si era parlato dei primi giorni di maggio.

La settimana scorsa diversi giornalisti avevano segnalato problemi con i loro Samsung Galaxy Fold ricevuti per le recensioni, dopo appena un giorno di utilizzo. Dieter Bohn, della testata di tecnologia The Verge, aveva raccontato di avere notato che al di sotto dello schermo pieghevole, in prossimità del punto in cui si piega, si era formato un piccolo rigonfiamento, causato da qualcosa che ci era finito sotto. Per quanto minuscolo, lo spessore aggiuntivo aveva fatto sì che lo schermo si rompesse, rendendo lo smartphone inutilizzabile.

Il Galaxy Fold si apre e chiude come un libro. Ha uno schermo esterno più piccolo – per leggere le notifiche, rispondere ai messaggi e consultare rapidamente Internet – e uno più grande e pieghevole, che diventa visibile quando si apre lo smartphone. Una cerniera consente di aprire e chiudere il dispositivo, ma secondo Bohn lascia comunque un minimo di spazio sotto al quale si possono infilare polvere e minuscoli frammenti, che avrebbero poi causato la rottura dello schermo.

Altri giornalisti dopo Bohn avevano segnalato problemi simili con i loro Galaxy Fold, alcuni legati alla rimozione di una pellicola protettiva sullo schermo che non dovrebbe essere tolta. Sullo smartphone non c’erano però indicazioni in tal senso e molti hanno creduto che la pellicola fosse uno dei classici sistemi di protezione inseriti da Samsung sui nuovi modelli per proteggere lo schermo fino alla loro messa in vendita. La pellicola del Galaxy Fold serve invece a rinforzare lo schermo, evitando che si possa danneggiare in prossimità del punto in cui si piega lo smartphone.

Dopo le segnalazioni della scorsa settimana, Samsung aveva disposto il ritiro dei modelli danneggiati e aveva promesso di indagare, senza fare riferimento a eventuali rinvii della messa in vendita del Galaxy Fold. Le prime verifiche hanno evidentemente portato a conclusioni poco incoraggianti, inducendo i dirigenti dell’azienda sudcoreana a rimandare a data da destinarsi la vendita di uno dei modelli di smartphone più attesi dell’anno.

Nel suo comunicato, Samsung spiega che i problemi si verificano nel caso in cui le estremità della cerniera ricevano un colpo, causando un danno allo schermo pieghevole interno. La società ha anche ammesso che in alcuni casi potrebbero infilarsi sotto lo schermo piccoli detriti, fino a danneggiarlo, come aveva segnalato Bohn di The Verge. I problemi sembrano quindi essere piuttosto consistenti e, riguardando l’hardware, di complicata soluzione.

Samsung ha promesso di “prendere provvedimenti per rinforzare la protezione dello schermo”, riferendosi probabilmente alla pellicola protettiva che era stata erroneamente rimossa da alcuni giornalisti. Saranno inoltre inserite istruzioni più chiare per evitare che la pellicola sia tolta rendendo più fragile lo schermo.

Il rinvio delle vendite del Galaxy Fold è sicuramente un danno di immagine per Samsung, ma l’azienda ne avrebbe dovuto affrontare uno più grande se avesse messo ugualmente in vendita un prodotto che costa circa 2mila euro e che si è rivelato più fragile del previsto. Non è noto quante migliaia di Galaxy Fold siano state prodotte finora da Samsung, né quale possa essere il danno economico per l’azienda. La mancanza di una data certa sulla vendita implica che la società sia ancora al lavoro per valutare l’entità del problema, che potrebbe causare un rinvio fino all’estate.