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  • Giovedì 11 aprile 2019

Brexit è stata rimandata ancora

I leader dell'Unione Europea si sono accordati su una proroga «flessibile» che darà al Regno Unito fino al 31 ottobre per trovare un accordo sull'uscita dalla UE

La prima ministra britannica Theresa May durante una conferenza stampa a Bruxelles, l'11 aprile 2019 (AP Photo/Francisco Seco)
La prima ministra britannica Theresa May durante una conferenza stampa a Bruxelles, l'11 aprile 2019 (AP Photo/Francisco Seco)

L’Unione Europea e il Regno Unito si sono accordati su un nuovo rinvio “flessibile” di Brexit: significa che il Regno Unito avrà tempo fino al 31 ottobre per uscire dall’Unione ma potrà farlo prima se il Parlamento britannico voterà a favore di un accordo sulle condizioni di uscita. Alla fine di una lunga riunione tra i leader dell’Unione Europea e la prima ministra britannica Theresa May, conclusasi dopo la mezzanotte di mercoledì, May ha detto che il Regno Unito proverà comunque a uscire dall’Unione prima del 31 ottobre. Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk invece ha detto che il suo «messaggio per gli amici britannici» è: «Per favore non sprecate questo rinvio».

I diversi capi di stato europei inizialmente non erano concordi sulla durata del rinvio per Brexit: alcuni paesi volevano dare al Regno Unito più tempo. La cancelliera tedesca Angela Merkel, ad esempio, aveva proposto che la data finale per Brexit fosse posticipata al 31 dicembre. Il presidente francese Emmanuel Macron, invece, più di tutti, voleva che la proroga fosse breve. May aveva chiesto una proroga, come le era stato imposto anche dal Parlamento britannico con un voto dell’8 aprile, solo fino al 30 giugno. Alla fine i capi di stato europei hanno raggiunto l’unanimità – necessaria per prendere una decisione – sulla data del 31 ottobre, cioè un giorno prima della fine del mandato di Jean-Claude Juncker come presidente della Commissione Europea. Macron l’ha commentata definendola «una buona soluzione».

Dopo la fine della riunione May ha anche detto che il Regno Unito potrà ancora uscire il 22 maggio, prima dello svolgimento delle elezioni europee, nel caso in cui il Parlamento britannico voti a favore dell’accordo negoziato con l’Unione. Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha detto che il Regno Unito deve scegliere se partecipare alle elezioni europee di maggio, oppure uscire dall’Unione il primo giugno anche senza accordo, la cosiddetta opzione “no deal”. Dal 12 al 23 aprile il Parlamento britannico sospenderà i lavori per l’annuale pausa di Pasqua.