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  • Martedì 9 aprile 2019

Anche il Parlamento britannico ha chiesto un rinvio di Brexit

Un emendamento approvato in soli tre giorni impone al governo di chiedere un'estensione delle trattative, complicando ancora la vita a Theresa May

(Mark Duffy/UK Parliament via AP)
(Mark Duffy/UK Parliament via AP)

Lunedì sera il Parlamento britannico ha approvato un emendamento alla legge sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea che impone alla prima ministra Theresa May di chiedere un rinvio di Brexit, e che dà al Parlamento la possibilità di intervenire sulla durata del rinvio che verrà chiesto. È una legge che di fatto non cambia molto il futuro a breve termine di Brexit – un nuovo rinvio era già quasi certo – ma che indebolisce ancora la posizione di May nei confronti del Parlamento, e aggiunge qualche complicazione.

La legge – proposta dalla Laburista Yvette Cooper – è stata approvata in tempi brevissimi, specialmente considerando le grosse macchinosità del Parlamento britannico. In tre giorni è stata discussa e votata sia dalla Camera dei Lord che dalla Camera dei Comuni, che l’hanno infine approvata in via definitiva lunedì sera, con 392 voti a favore e 85 contrari: quindi con il sostegno sia di Laburisti che di Conservatori. Ora il governo di Theresa May dovrà presentare al Parlamento una mozione per discutere la durata del rinvio di Brexit che chiederà all’Unione Europea, e il Parlamento potrà dire la sua anche su quello.

May aveva già promesso che avrebbe chiesto un ulteriore rinvio di Brexit fino al 30 giugno, e aveva già informato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk con una lettera inviata venerdì scorso. Non è ancora detto però che l’Unione Europea accetti i termini proposti da May, che ha anche promesso che il Regno Unito parteciperà alle elezioni europee di fine maggio se prima di allora non avrà finalizzato la sua uscita dall’Unione. May sarà a Bruxelles mercoledì per trattare sul nuovo rinvio di Brexit, ma secondo il Guardian la sua offerta potrebbe essere rifiutata in favore di un’estensione delle trattative più lunga, ma flessibile.

La scadenza iniziale per Brexit era prevista per il 29 marzo, ma May non era riuscita a fare approvare l’accordo che aveva negoziato con l’Unione Europea al Parlamento, nonostante ci avesse provato per tre volte. L’Unione Europea aveva rifiutato di rinegoziare l’accordo e aveva concesso una proroga fino al 12 aprile, ma era sembrato subito chiaro che il tempo non sarebbe bastato a fare ottenere a May il sostegno del Parlamento. L’ipotesi di una Brexit senza accordo, giudicata potenzialmente catastrofica da molti, sembrava sempre più probabile prima dell’annuncio di May sul tentativo di trovare un’intesa con il Partito Laburista. Le trattative tra May e il Labour sono in corso, e per ora ben lontane dal concludersi: il rinvio di Brexit servirà probabilmente a May per lavorare su un accordo con l’opposizione e provare finalmente a ottenere dal Parlamento il sostegno necessario.