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  • Martedì 2 aprile 2019

Theresa May chiederà un altro rinvio per Brexit

Ha detto che vuole provare a negoziare un accordo con il Labour che abbia la maggioranza in parlamento, ma entro il 22 maggio

Theresa May annuncia la richiesta di una nuova proroga su Brexit, martedì 2 aprile. (Jack Taylor/Getty Images)
Theresa May annuncia la richiesta di una nuova proroga su Brexit, martedì 2 aprile. (Jack Taylor/Getty Images)

Martedì sera la prima ministra britannica Theresa May ha annunciato che chiederà una nuova proroga per Brexit – attualmente prevista per il 12 aprile – all’Unione Europea: stando alle parole di May sarà però una proroga breve, che userà per negoziare con il Partito Laburista, cioè l’opposizione, un accordo che possa essere approvato in Parlamento. May ha però ribadito che nelle trattative con il Labour non potrà essere rivisto il cosiddetto “Withdrawal agreement”, cioè la prima parte dell’accordo già negoziato da May che l’Unione Europea ha più volte detto di non voler riaprire.

May ha specificato che la proroga non andrà oltre al 22 maggio: in questo modo, sostiene, il Regno Unito non dovrà prendere parte alle elezioni europee, un’ipotesi che aveva più volte detto di voler evitare. Se i negoziati con i Laburisti dovessero fallire, May ha detto che proporrà una serie di strade alternative al Parlamento, impegnandosi a seguire quella che otterrà la maggioranza. L’annuncio è arrivato dopo una riunione tra i ministri durata sette ore. In un tweet, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è sembrato suggerire che l’Unione Europea sia d’accordo con questa strada.

Quello di May è un cambio di rotta notevole, visto che finora aveva puntato tutto – senza risultati – su un’approvazione dell’accordo grazie ai voti dell’intero Partito Conservatore e degli alleati del Partito Unionista Democratico nordirlandese. Le premesse, ora, sembrano indicare che May abbia deciso di cercare una Brexit più morbida. Il Labour, infatti, ha detto di non essere disposto a trattare un accordo che non preveda una permanenza nell’unione doganale europea. Non è però chiaro quale sarà la reazione dei ministri del governo e dei parlamentari Conservatori che sostengono una Brexit più radicale. Per ora però i giornalisti britannici scrivono che non ci sono indicazioni riguardo a possibili dimissioni di ministri.

La scadenza iniziale per Brexit era prevista per il 29 marzo, ma May non era riuscita a fare approvare il suo accordo al Parlamento, nonostante ci avesse provato per tre volte. L’Unione Europea aveva perciò concesso una proroga fino al 12 aprile, ma nei giorni scorsi sembrava già chiaro che non sarebbe bastata a fare ottenere a May il sostegno del parlamento. L’ipotesi di una Brexit senza accordo, giudicata potenzialmente catastrofica da molti, sembrava sempre più probabile prima dell’annuncio di May riguardo all’intenzione di provare a trovare un’intesa con il Labour.