Il governo prende altro tempo sulla TAV

Il duro scontro tra Lega e M5S si è concluso con un rinvio formale dei bandi per la costruzione del tunnel, ma concretamente non sembra essere cambiato granché

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. (Ansa/Ufficio Stampa Palazzo Chigi)
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. (Ansa/Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

Il governo italiano ha preso altro tempo sulla TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione, ottenendo un rinvio formale nella pubblicazione dei bandi di gara per la costruzione del tunnel di base, bandi che erano stati al centro di un duro scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle negli scorsi giorni. Ma lunedì saranno comunque pubblicati degli “avvisi” che, a quanto sembra, sono sostanzialmente la fase preparatoria alla pubblicazione dei bandi: il rinvio, stando ai documenti pubblicati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Facebook sembra quindi essere soltanto apparente.

In breve, i bandi per gli appalti che avrebbero dovuto essere pubblicati lunedì da Telt, la società che si occuperà di gestire i lavori, sono stati rinviati. La società ha però comunque detto di volerli pubblicare entro marzo, per non perdere i finanziamenti europei previsti: «in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario». Lunedì, invece dei bandi veri e propri, saranno pubblicati degli «inviti a presentare candidatura», che servono proprio a rispettare la scadenza di fine marzo. Lo dice una lettera della società che ha pubblicato su Facebook lo stesso Conte. Secondo fonti vicine a Telt citate dalla Stampa, questi avvisi «altro non sono che la formulazione della prima fase dei bandi di gara». Nel frattempo, scrive Repubblica, Conte spera probabilmente di ottenere maggiori garanzie sul fatto che anche dopo la pubblicazione dei bandi il governo potrà tirarsi indietro dal progetto.

Conte ha scritto nella sua lettera a Telt che la famosa “analisi costi/benefici” aveva portato il governo a voler «ridiscutere integralmente il progetto», confermando così la sua posizione contraria alla TAV. È la stessa del M5S, che ne ha fatto uno dei punti principali del suo programma politico nazionale, ma opposta rispetto a quella del leader della Lega Matteo Salvini, che ha sempre detto di voler procedere coi lavori.

La soluzione era arrivata dopo giorni di trattative e mediazioni, che secondo molti sono servite semplicemente a rinviare il problema a dopo le elezioni europee del 26 maggio, evitando una sconfitta politica al M5S. Per bloccare la TAV sarebbe necessario un voto in Parlamento che annulli il trattato con la Francia, ma alle camere l’opposizione al progetto è in minoranza. L’alternativa di cui parlano i giornali è un decreto del governo, al quale però si opporrebbero con ogni probabilità i ministri della Lega provocando una vera crisi di governo.

Perché Lega e M5S hanno litigato
Da giorni, Lega e M5S stavano litigando sulla costruzione della TAV. Il Movimento 5 Stelle è da sempre contrario, mentre la Lega è favorevole: questo dissenso, che era emerso periodicamente negli scorsi mesi, si era trasformato questa settimana in quello che i giornali avevano descritto come il più duro scontro di governo da quando l’esecutivo è in carica. Stefano Buffagni, sottosegretario del M5S alle Autonomie regionali e considerato molto vicino al vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, aveva addirittura detto che «la crisi di governo è già aperta».

Lo scontro era arrivato proprio in questi giorni perché lunedì 11 marzo era prevista la pubblicazione dei bandi di gara per gli appalti per la costruzione di diverse gallerie. Tra queste c’è anche il cosiddetto tunnel di base, il traforo di quasi 60 chilometri sotto il colle del Moncenisio, in val Susa, fondamentale per la TAV, che ancora non è stato costruito. La pubblicazione dei bandi è un passaggio importante dell’avvio dei lavori: non sarebbe irrevocabile, almeno in teoria, ma sarebbe visto certamente come una specie di assenso del governo all’opera. Per questo, il M5S aveva cercato in tutti i modi di impedirla, ma Salvini – il membro del governo che sembra ormai da mesi avere più potere – si era opposto dicendo che la TAV si sarebbe fatta.

Di che bandi si parla
Telt, la società italo-francese incaricata di costruire il tunnel, avrebbe dovuto pubblicare lunedì sulla Gazzetta ufficiale europea i bandi ai quali le aziende potranno partecipare per aggiudicarsi dei pezzi della costruzione del tunnel. Si parla di tre lotti per un totale di 2,3 miliardi di euro, che serviranno a scavare i 45 chilometri di tunnel in Francia (altri 12,5 chilometri invece sono in territorio italiano). Dopo la pubblicazione, Telt avrà circa sei mesi per valutare le candidature ricevute e assegnare gli appalti.

I bandi devono essere pubblicati entro marzo, altrimenti si perderebbero 300 milioni di euro di fondi europei. La pubblicazione dei bandi, però, non è di per sé un passaggio irrevocabile per la costruzione dell’opera: nella sua lettera, Telt ha assicurato che prima della fase successiva – che prevede la trasmissione dei capitolati alle aziende vincitrici dei bandi, e l’inizio del vero impegno economico da parte della società – verrà chiesto un nuovo parere al governo, che in teoria avrà di nuovo la possibilità di bloccare l’opera.