The Blindest Man – Emily Graham
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Alla ricerca della civetta d’oro

Le foto di Emily Graham su una caccia al tesoro iniziata in Francia più di 25 anni fa

The Blindest Man – Emily Graham

In The Blindest Man la fotografa inglese Emily Graham ha fotografato i luoghi e le persone che da anni sono coinvolti in una caccia al tesoro basata su un libro illustrato del 1993, che ha come scopo il ritrovamento di una statuetta a forma di civetta sotterrata da qualche parte in Francia.

Nelle sue foto ci sono le persone che seguono la caccia al tesoro, insieme a oggetti o giochi di luce che sembrano suggerire posti in cui è nascosto qualcosa, ma anche, come spiega un recente articolo sul suo lavoro del British Journal of Photography (BJP), alcuni dettagli che diventano simbolo della “futilità della ricerca”: un uomo davanti a un muro, un telefono con la cornetta staccata, una scala che non porta da nessuna parte. Le sue foto hanno il pregio di rimandare a sensazioni che riguardano “cose che rimangono fuori dalla foto”, come dice Graham, e di evocare l’atmosfera surreale di credenze e interpretazioni che si è costruita intorno alla caccia al tesoro.

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The Blindest Man – Emily Graham

Graham ha iniziato il progetto tre anni fa dopo aver cercato su Google alcune cacce al tesoro ancora in corso, come ha spiegato al BJP. Ha scoperto così quella del libro Sur la Trace de la chouette d’or, scritto più di venticinque anni fa da Max Valentin, pseudonimo di Régis Hauser: contiene 11 indizi accompagnati da altrettante illustrazioni di Michel Becker per trovare la replica di una statua d’oro di una civetta, sotterrata da qualche parte in Francia. Chi la troverà verrà ricompensato con la statua originale, realizzata in oro e argento, che si stima abbia un valore di circa 150mila euro. Nelle intenzioni dell’autore la caccia al tesoro doveva durare solo qualche mese, al massimo un anno, ma nessuno è riuscito a risolvere gli enigmi e quindi ha continuato ad alimentarsi da sola con i suggerimenti di chi tutt’ora si dedica alla ricerca. Oggi gli indizi si possono trovate su Internet (qui), e diverse interpretazioni sono condivise da un’associazione di cercatori e da forum di persone interessate. Hauser, l’unico a conoscere il luogo in cui è sepolta la civetta, è morto nel 2009, e la soluzione è custodita dai suoi eredi.

Graham ha seguito alcuni cercatori e ha fotografato i paesaggi e gli oggetti incontrati per strada, interessata non tanto al risultato del gioco ma “alla caccia al tesoro come metafora della ricerca di risposte e della volontà di trovare un significato”. Nella presentazione del suo progetto ha spiegato: «Guidata dall’esperienza e dai viaggi dei giocatori, dalle loro interpretazioni, percorsi, incontri, disinformazione, vicoli ciechi, mi interessa la natura precaria dell’interpretazione e della ricerca, e la relazione precaria della fotografia con la verità, l’informazione e l’ambiguità».

The Blindest Man – Emily Graham

Il titolo del progetto prende spunto dalla parte iniziale di un modo dire che in italiano corrisponde a “Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”. Potete vedere altre foto della serie sul sito della fotografa, mentre questo è il suo account Instagram. Dal 14 marzo il suo lavoro sarà esposto al festival di fotografia Format International di Derby, in Inghilterra.

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The Blindest Man by @emilyrachelgraham is showing at @derbymarkethall as part of #FORMAT19 from 15 March. — The Blindest Man explores the contradictions of a pursuit which has no answers and no end. This is the real story of an unsolved treasure hunt, in which a gold sculpture is buried in the ground somewhere in France. The treasure has been hidden for more than 25 years. A community of treasure hunters continue to search for the gold, guided by a book of allusive clues, released by an anonymous author, who has since died. The competition was designed to be solved within a few years, but the community of searchers has fuelled competition and obsessions, within which rumour, misinformation and red herrings have spread, confusing the individual hunter’s route of investigation. But still hundreds of people continue to search, committing hours, weeks, and years to the hunt, the treasure taunting those stuck in a perpetual cycle of unsolved clues as they pursue their quest for answers. Compulsion and fantasy surround the hunt, driven by the player’s desire to eventually succeed in reaching their elusive goal. Exploring the parallel relationship between fact and fiction, knowledge and fantasy, Graham acts as a treasure hunter too, following the players’ contradictory solutions and routes across France, searching for photographs along these routes. Guided by the players’ experience and journeys; their interpretations, routes, encounters, misinformation and dead ends, Graham discovers the precarious nature of interpretation and pursuit, and the photograph’s ambiguous relationship to truth and information.

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