Le cose da sapere sull’eclissi lunare di lunedì

Si potrà vedere in tutta Italia, ma bisognerà svegliarsi molto presto

(Phil Walter/Getty Images)
(Phil Walter/Getty Images)

Nelle prime ore di lunedì 21 gennaio si potrà assistere a un’eclissi lunare totale, nuvole permettendo. L’eclissi inizierà quando in Italia saranno circa le 3:30 e raggiungerà il suo massimo intorno alle 6, quindi prima dell’alba e con il cielo ancora scuro per osservarla al meglio. In media, le eclissi lunari sono tre ogni due anni: non sono quindi un fenomeno così raro, e non mancano i periodi in cui ne avvengono tre in un solo anno, considerando sia quelle parziali sia quelle totali.

Negli ultimi anni le eclissi visibili dall’Italia non sono comunque state molte, quindi quella di lunedì 21 gennaio sarà una buona occasione per recuperare, soprattutto se non siete riusciti a osservare quella del 27 luglio 2018, la più lunga di tutto il Ventunesimo secolo.

Cos’è un’eclissi
In astronomia con la parola “eclissi” si definisce l’occultamento di un corpo celeste, totale o parziale, dovuto a un altro corpo celeste. Nelle eclissi lunari, il corpo celeste a occultare la Luna è la Terra: questa attraversa il cono d’ombra prodotto dal nostro pianeta, quando si trova tra la Luna e il Sole, dal quale proviene la luce che di solito illumina la Luna. Un’eclissi si verifica solamente quando la Luna è in opposizione rispetto al Sole (plenilunio, la cosiddetta “Luna piena”).

(INAF)

Quando la Luna passa interamente attraverso il cono d’ombra creato dalla Terra si ha un’eclissi totale; se invece la Luna ne intercetta solo un pezzo, allora parliamo di eclissi parziale. L’orbita della Luna ha un’inclinazione di circa 5 gradi rispetto all’orbita seguita dalla Terra, quindi non tutti i pleniluni portano a un’eclissi. Succede solamente quando la Luna piena è nelle vicinanze di uno dei due “nodi”, i punti in cui l’orbita lunare interseca il piano orbitale della Terra. Se siete spaesati, niente paura e osservate questo schema.

(INAF)

L’ellissi intorno al Sole indica l’orbita della Terra che giace all’interno di un piano, il suo piano orbitale: potete immaginarlo come un foglio sul quale disegnate sempre la stessa ellisse e la punta della matita è la Terra. L’altra ellissi più piccola indica il percorso seguito dalla Luna intorno al nostro pianeta. Anche questa orbita giace su un suo piano orbitale, che è inclinato di 5 gradi rispetto a quello della Terra. Ora, sul foglio di prima, immaginate di fare un taglio tra A e B e di infilarci dentro un foglietto, che sarà inclinato di 5 gradi. I punti A e B sono nodi, cioè i punti dove si intersecano i piani dell’orbita terrestre e di quella lunare. Quando la Luna è prossima a B abbiamo un’eclissi.

Come per ogni eclissi, anche quella di lunedì mattina sarà graduale. La Luna inizierà a entrare nella penombra intorno alle 3:36 del mattino. L’inizio della totalità sarà alle 5:41 mentre il massimo dell’eclisse sarà raggiunto alle 6:12. La totalità finirà alle 6:43 e la Luna uscirà dalla penombra alle 8:48. La seconda parte dell’eclissi sarà quindi poco visibile in Italia, perché il cielo diventerà man mano più luminoso mentre ci si avvicina al momento dell’alba.

Durante l’eclissi, la Luna non scomparirà completamente nel cielo, ma apparirà di un intenso rosso scuro: anche se si troverà nell’ombra del nostro pianeta, sarà comunque illuminata dai raggi solari rifratti dall’atmosfera terrestre. Avviene solo con parte della lunghezza d’onda dei raggi solari – la componente blu per esempio si disperde nell’atmosfera – e per questo la Luna si colora di rosso. Il fenomeno viene spesso descritto come “Luna rossa”.

Perché quella del 21 gennaio sarà anche una “superluna”
La Luna piena del 21 gennaio sarà anche una “superluna”, termine che molti astronomi non amano perché allude a un fenomeno molto più contenuto di quanto prometta il nome. La Luna apparirà un poco più grande del solito perché il momento in cui si trova più vicina alla Terra nella sua orbita ellittica coincide con la Luna piena.

La parola “superluna” fu ideata nel 1979 da Richard Nolle, un astrologo, e anche per questo motivo non è particolarmente apprezzata come termine da parte della comunità scientifica. Gli astronomi preferiscono riferirsi al fenomeno con la meno abbordabile coppia di termini “perigeo-syzygy”. Il primo indica, come abbiamo visto, il periodo in cui la Luna si trova più vicina alla Terra. Il termine “sygyzy” viene invece usato per indicare l’allineamento di tre corpi celesti appartenenti a un medesimo sistema gravitazionale. Viene tra le altre cose utilizzato per indicare novilunio e plenilunio, quando il Sole e la Luna sono in congiunzione o in opposizione, anche se non sono precisamente allineati con la Terra.

Rispetto alla Luna dell’eclissi del luglio 2018, quella di lunedì 21 gennaio apparirà più grande del 14 per cento circa in cielo. Meteo permettendo, l’eclissi sarà normalmente visibile a occhio nudo, ma per vederla meglio si può ricorrere a un telescopio o a un buon binocolo. Il consiglio è di allontanarsi dai centri abitati, in modo da osservare il cielo con un minore inquinamento luminoso.