Perché si parla di un referendum sulla TAV

Lo ha proposto Salvini nel caso l'analisi costi-benefici dia parere negativo al completamento dell'opera: dietro però c'è anche uno scontro politico tra Lega e M5S

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Da ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha iniziato a parlare di una nuova proposta riguardo alla TAV, la controversa linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione: un referendum per decidere se bloccare oppure concludere l’opera, al momento nelle fasi iniziali di realizzazione. Salvini ha detto anche di essere favorevole alla TAV, mentre nelle stesse ore numerosi dirigenti e militanti leghisti hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione dei sostenitori dell’opera che si terrà domani a Torino.

La proposta di referendum di Salvini è arrivata pochi giorni dopo la conclusione dei lavori da parte della commissione di esperti incaricata dal ministero dei Trasporti di valutare costi e benefici dell’opera. È quasi certo che le conclusioni dell’indagine indicheranno che i costi per la TAV saranno superiori ai benefici (il capo della commissione lo ha fatto capire), ma fino a questo momento il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, del Movimento 5 Stelle, ha preferito non divulgare i risultati dell’indagine. Secondo la maggior parte delle stime, bloccare l’opera costerà circa 3 miliardi di euro, una cifra molto vicina a quella ritenuta necessaria per completare la “fase uno” dei lavori, quella che prevede lo scavo del tunnel ferroviario in Val di Susa.

La proposta di referendum fatta da Salvini costituisce una provocazione complicata da gestire per il Movimento, da sempre favorevole alle consultazioni dirette dei cittadini, ma contemporaneamente fermamente contrario alla TAV. Il capo politico del Movimento Luigi Di Maio non si è ancora espresso sulla proposta della Lega, mentre il ministro Toninelli ha detto che il referendum è uno strumento da usare «solo in caso di necessità».

Fino ad oggi lo scontro tra le due forze di maggioranza, la Lega favorevole all’opera e il Movimento contrario, era rimasto sottotraccia con entrambi i partiti impegnati soprattutto a cercare di limitare le possibili frizioni. Il contratto di governo firmato dai due partiti è ambiguo a questo proposito e parla soltanto di una generica revisione del progetto.

Secondo diversi commentatori, la proposta di referendum è una risposta politica a quello che Salvini considera un attacco politico ricevuto negli ultimi giorni, la decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di accogliere “circa” 10 dei 49 migranti che da settimane si trovavano bloccati sulla nave Seawatch nonostante la sua opposizione (non è ancora chiaro come si risolverà la vicenda).

È difficile prevedere cosa succederà. Un referendum consultivo (e quindi non vincolante) può essere indetto a livello locale dalla regione Piemonte, il cui presidente, Sergio Chiamparino del PD, ha già detto di essere favorevole. Ma si potrebbe anche decidere di fare una consultazione di più ampia portata visto che altri presidenti di regione, come quello del Veneto Luca Zaia, della Lega, hanno detto di essere interessati. Con la proposta di referendum ufficialmente sostenuta dalla Lega, sembra diventato ancora più complicato per il Movimento bloccare l’opera senza ricorrere a un’ulteriore consultazione pubblica.