Sedici oggetti utili per essere un po’ più “ecosostenibili”

Per chi non approva i regali inutili, che poi diventano rifiuti, e vuole suggerire dei buoni propositi per l'anno nuovo

Ci sono alcune ragioni valide per essere contrari ai regali di Natale, e una di queste è che, in quanto consumi spesso slegati da vere necessità, a volte i regali sono futuri rifiuti. Per non parlare della carta da pacchi, dei nastri e dei bigliettini che diventano rifiuti sempre e immediatamente. Se i regali di Natale non vi piacciono per questo aspetto, ma dovete comunque farne qualcuno per educazione, potete cercare qualcosa di adatto nella lista che segue: sono tutti oggetti utili per condurre uno stile di vita più ecosostenibile. In un certo senso sono anti-regali, ma gli amici più attenti a queste cose potrebbero gradire; i familiari con poca attitudine alla raccolta differenziata un po’ meno, ma almeno li privereste di alcune scuse.

Potete anche considerarla come una lista di cose da procurarsi per mettere in pratica il buon proposito per il 2019 di essere più ecosostenibili.

Contenitori seri per fare la raccolta differenziata. Il primo consiglio della lista è forse quello che più di tutti si presta a diventare un regalo, perché costa di più ed è più grande degli altri. Inoltre è bello da vedere, oltre che molto utile: la “stazione di riciclo” dell’azienda di design per la cucina Joseph Joseph. È una pattumiera alta 80 centimetri con quattro scomparti per dividere la spazzatura; ha un filtro per i cattivi odori ed è disponibile in bianco e in grigio. Un bel regalo per chi non ricicla bene perché dice di non avere i bidoni giusti. (183 euro su Amazon)

Una pianta che pulisce l’aria. Nel 1989 la NASA dimostrò che alcune piante d’appartamento molto comuni sono capaci di assorbire alcune sostanze nocive (come il benzene, la formaldeide e il tricloroetilene) dall’aria della stanza in cui si trovano. Sono sicuramente meno efficienti dei purificatori d’aria veri e propri, ma sono esseri viventi, non consumano energia elettrica e possono responsabilizzare chi si trova a occuparsene. Quella più consigliata, anche perché molto resistente e non bisognosa di molta luce, è la Sansevieria laurentii. Online si può acquistare su Amazon, ma non c’è nessun venditore con un soddisfacente numero di recensioni; si trova anche nel negozio online dei vivai Le Georgiche, dove attualmente ci sono anche degli sconti natalizi. Qui invece trovate dei consigli in generale su come prendersi cura di una pianta d’appartamento. (vari prezzi)

Un albero, da qualche parte. Un regalo più simbolico, ma sempre vegetale, è l’adozione a distanza di un albero. Si può fare tramite Treedom, una delle aziende italiane che nel 2018, secondo il Financial Times, hanno saputo usare bene la tecnologia. Esiste dal 2010 e permette di fare una donazione affinché in qualche parte del mondo venga piantato un albero, sulle cui sorti i donatori o i destinatari del regalo vengono poi regolarmente aggiornati per email. Per questo Natale c’è anche un concorso: tutte le persone che “piantano” un albero entro la fine del mese possono partecipare a un’estrazione per vincere un viaggio per due persone in Tanzania. (da 15 euro)

Un indicatore dei consumi per la doccia. È un aggeggio da attaccare al tubo della doccia per misurare quanta acqua si consuma. Tiene una media dei consumi e di doccia in doccia dice se si è consumata più o meno acqua del solito e quanto si è stati ecosostenibili. Mostra anche la temperatura dell’acqua in gradi centigradi e si collega a una app per tenere questi dati in uno smartphone. Non ha bisogno di batterie perché funziona con l’energia prodotta dal flusso dell’acqua e si installa senza attrezzi. C’è anche una versione non “smart”, che costa una decina di euro in meno, ma vi dà meno possibilità di controllo su quello che consumate. (80 euro)

Il termostato “smart” del vicedirettore del Post. Molto simile all’aggeggio per la doccia sopra, il sempre consigliato termostato di Netatmo disegnato da Philippe Starck e posseduto dal vicedirettore del Post Francesco Costa. Permette di controllare i consumi del proprio sistema di riscaldamento (se autonomo). Si connette al wifi e si può controllare sia con Siri e la app Apple Home Kit che con l’Assistente Google e quindi Google Home; viene venduto anche con una o tre valvole per regolare i termosifoni. (179 euro)

Borse per la spesa riutilizzabili. La scorsa estate negli Stati Uniti andavano di moda le borse per la spesa a rete, nel senso che molte persone le usavano non per metterci la spesa ma per andarci in giro, ad esempio in spiaggia: la tendenza si è affermata quando lo stilista tedesco Demna Gvasalia ne ha messa una nella collezione primavera-estate 2018 di Vetements, ma era già cominciata qualche anno fa quando alcune influencer francesi, Anne-Laure Mais e Jeanne Damas, avevano cominciato a usarle in giro. E insomma potete regalarne una (o tre) dicendo che va di moda oltre a evitare di usare le borse usa e getta dei supermercati. Poi, sempre per fare la spesa, se i supermercati coinvolti lo permettono, potete regalare dei sacchetti riutilizzabili per le verdure. (20 e 15 euro, tre)

Spugne vegetali. Le spugne vere e proprie sono biodegradabili, essendo resti di animali vissuti in mare, mentre le spugne che usiamo quotidianamente per lavarci e per lavare piatti e sanitari (non sempre le stesse, s’intende) sono fatte di materiali plastici: non sono molto ecologiche perché non si riciclano. Si possono però usare spugne di materiali biodegradabili (e che non sono spugne vere): quelle più comuni sono quelle di luffa, una pianta rampicante che produce un frutto simile a una zucchina. Completata la maturazione questo frutto si disidrata e ne restano solo le fibre, che sono appunto usate come spugne. Sono più dure delle spugne sintetiche e costano di più, però usarle al posto delle altre è una buona abitudine. Si possono usare finché non si sgretolano, sia per il corpo che per le pulizie; si possono tagliare per avere diverse spugne più piccole. Un’alternativa forse più comoda poi è questo guanto prodottto a partire dalla luffa, che costa nove euro. (18 euro, le “spugne” più grandi)

Una tazza. Per una di quelle persone che la mattina sono perennemente in ritardo e quindi spesso si fermano a prendere un caffè al volo e se lo portano in ufficio, una tazza riutilizzabile da dare al barista per non sprecare una tazzina di polistirolo. Il profilo Instagram For our earth, che pubblica consigli su come ridurre la quantità dei propri rifiuti, suggerisce di usare una KeepCup e dice che per esperienza la richiesta può stupire il barista, che però non dovrebbe avere problemi a soddisfarla. Anche una redattrice del Post ha una KeepCup: mantiene la temperatura di una bevanda calda per circa mezz’ora, ha un coperchio con beccuccio richiudibile per non sgocciolare, si può lavare in lavastoviglie e mettere in microonde. E c’è in tantissimi colori, di dimensioni diverse e anche di vetro. (18 euro o anche meno, su Asos)

Una borraccia. Era già in un’altra delle liste di idee per regali di Natale del Post, perché può essere un bel regalo in generale, e ha senso metterla anche qui. È la borraccia che usano alcuni redattori per evitare di usare bicchieri di plastica in redazione (e non dimenticarsi di bere acqua a sufficienza): prodotta dall’azienda bolognese 24Bottles, è molto efficace a isolare bevande calde e fredde (nel modello Clima) e c’è in tantissimi colori. Qui color acciaio, qui di quel rosa che si dice piaccia tanto ai cosiddetti “millennial” e qui bianca e nera, ad esempio. (40 euro da mezzo litro)

Prodotti tecnologici ricondizionati. Se proprio volete regalare un oggetto che consuma energia e magari favorisce il consumismo, come uno smartphone, potete cercarli nella sezione di Amazon dedicata ai prodotti ricondizionati, cioè usati ma rimessi a posto. Si chiama Amazon Reneweed e la trovate qui.

Un libro per capire come produrre ancora meno rifiuti. Rifiuti zero dell’ambientalista Rossano Ercolini, il secondo italiano ad aver ricevuto il Goldman Environmental Prize, il maggior riconoscimento mondiale sui temi della sostenibilità, è un saggio di 220 pagine che fa il punto su come si possono ridurre i rifiuti che si producono, oggi e in futuro. In gran parte parla di iniziative politiche e delle aziende, ma non solo: racconta l’esperienza dei 276 piccoli comuni italiani che si stanno impegnando per azzerare i propri rifiuti entro il 2020 e dà dei consigli su come ridurre praticamente i propri rifiuti in casa. Più nel dettaglio su questo tema – anche se seguire tutti i consigli è molto difficile – è un altro libro con un titolo molto simile: Zero rifiuti in casa della franco-americana Bea Johnson. Molte delle cose che dicono entrambi sono abbastanza radicali e non per tutti possono essere di buon senso, ma chiunque può trovare qualche idea per cambiare un po’ le sue abitudini. (14 euro e 45)

Un altro saggio recente che parla di ecosostenibilità è Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali di Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico. Una delle parti del libro è dedicata a consigli su come rendere il proprio stile di vita più ecosostenibile (tra le altre cose consiglia di evitare regali di Natale che non siano alimentari, abbonamenti a musei o sale da concerti o, per i bambini, libri): alcuni non sono sempre condivisibili, altri possono essere uno spunto interessante. Le altre parti del libro parlano in generale di come sta cambiando l’ambiente (ad esempio dei fenomeni atmosferici estremi) e di come certi processi che mettono a rischio gli ecosistemi potrebbero essere rallentati o fermati. (15 euro e 30)

Una coppetta mestruale. Certo bisogna avere un rapporto di una certa confidenza con la persona a cui si pensa di regalarla, ma magari a quella persona cambierete la vita – almeno finché avrà un ciclo mestruale – e le permetterete di produrre molti meno rifiuti. Secondo Wirecutter, l’autorevole sito di recensioni di oggetti del New York Times, le tre migliori sono la MeLuna Classic (15-16 euro), la MeLuna Shorty (idem) e la Diva Cup (27 euro). Qui trovate altre informazioni in merito, con la spiegazione del perché questi modelli sono migliori degli altri, per chi sono più adatti e qualche consiglio sulle coppette mestruali in generale.

Capsule per le macchinette Nespresso biodegradabili. Quelle del Caffè Vergnano 1882 sono buone e si possono gettare insieme ai rifiuti della cucina perché sono compostabili. Vengono vendute in scatole di cartone (riciclabile) e ciascuna è incartata in una bustina che si getta nel bidone della plastica (quindi riciclabili): anche le capsule di Nespresso si possono riciclare, ma farlo è più complesso, bisogna portarle in un punto vendita, mentre con queste è tutto più comodo. Il caffè è buono e c’è di diversi tipi. Il Caffè Vergnano 1882 ha poi le sue macchine apposta per fare il caffè, che si usano con queste stesse capsule. (15 euro per 50 capsule su Amazon)

Una caraffa per filtrare l’acqua del rubinetto. Da regalare a chi dice di preferire l’acqua nelle bottiglie di plastica perché il sapore di quella dell’acquedotto non è buono. Può capitare in effetti, a seconda delle qualità specifiche dell’acqua della zona in cui vivete. Le caraffe dell’azienda tedesca Brita sono le più comuni e funzionano bene però bisogna usarle nel modo corretto: il filtro va sostituito una volta al mese come indicato sulle confezioni. L’unico svantaggio è che al momento è un po’ laborioso provvedere al riciclaggio dei filtri: bisogna raccoglierli a casa e poi, dopo averne accumulati almeno 20, contattare Brita e farsi mandare a casa un corriere per portarli in Germania, dove ci sono le strutture per smaltirli nel modo migliore. (modello Marella da 2,4 litri, 15 euro)

Come fare la raccolta differenziata, spiegato bene. Per chi ha sempre dei dubbi su dove gettare le diverse cose potete infine stampare (su fogli di carta riciclata) il decalogo su come fare la raccolta differenziata del CONAI, il Consorzio per il Recupero degli Imballaggi, oppure la sua versione condensata fatta dal Post.

E in generale, per fare i pacchetti, usate la carta di giornali e riviste che avete in casa, oppure nascondetevi tutto dietro la schiena.

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Disclaimer: su alcuni dei siti linkati negli articoli della sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google.