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  • Mercoledì 12 dicembre 2018

Theresa May ha ottenuto la fiducia del Partito Conservatore

Con 200 voti a favore e 117 contrari: resta prima ministra e leader del Partito Conservatore, che non potrà più votare contro di lei per un anno

Theresa May dopo aver ottenuto la fiducia dal Partito Conservatore, Londra, 12 dicembre 2018
(AP Photo/Tim Ireland)
Theresa May dopo aver ottenuto la fiducia dal Partito Conservatore, Londra, 12 dicembre 2018 (AP Photo/Tim Ireland)

Aggiornamento delle 22:02:

Theresa May ha ottenuto la fiducia del Partito Conservatore britannico e resterà così in carica come leader del partito e prima ministra del Regno Unito. I voti a favore sono stati 200 su 317, quelli contrari 117. Ora il partito non potrà votare di nuovo contro di lei per almeno un anno. May, giovedì 13 dicembre, si presenterà forte di questa conferma, al Consiglio Europeo di Bruxelles dove, tra le altre cose, si parlerà proprio di Brexit.

Mercoledì sera, parlando davanti ai deputati conservatori, May ha annunciato che non sarà lei a guidare il partito alle prossime elezioni politiche, previste per il 2022, e dopo la conferma della fiducia ha parlato di una «missione rinnovata». In molti hanno comunque fatto notare che i 117 voti espressi contro di lei sono una chiara indicazione del fatto che l’accordo della prima ministra su Brexit raggiunto con l’Unione Europea resta impopolare e dimostra una spaccatura all’interno del partito.

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Theresa May, la prima ministra e leader del Partito Conservatore britannico, dovrà affrontare questa sera un voto di sfiducia interno al suo partito. Il voto è stato richiesto da più del 15 per cento dei deputati, il che comporta un’immediata verifica della fiducia dei parlamentari conservatori nel loro leader. I sostenitori della sfiducia sono soprattutto i parlamentari favorevoli a una Brexit più dura, i più importanti dei quali sono riuniti in un’organizzazione chiamata “European Research Group”. Se May dovesse essere sfiduciata, dovrebbe dimettersi anche da prima ministra. Le votazioni si svolgeranno tra le 19 e le 21 ora italiana.

Secondo molti, May ha ottime possibilità di ottenere nuovamente la fiducia; in quel caso non si potrà votare di nuovo contro di lei per almeno un anno. May ha detto che affronterà il voto di stasera «con tutto quello che ho a mia disposizione». Ha aggiunto che se dovesse essere sconfitta, il suo successore (che verrebbe eletto nel giro di un paio di settimane probabilmente) non avrebbe tempo di riaprire i negoziati su Brexit, e quindi avrebbe come uniche scelte convincere l’Unione Europea ad allungare i tempi dei negoziati oppure rinunciare a Brexit. May ha concluso che una sua sfiducia sarebbe quindi soltanto un favore ai laburisti. Nelle ultime ore numerosi leader e parlamentari conservatori stanno esprimendo sui social network il loro sostegno alla prima ministra.

May è da tempo in difficoltà a causa dei complicati negoziati su Brexit. Di recente ha raggiunto un accordo con l’Unione Europea che però ha scontentato i fautori di una Brexit più dura all’interno del suo partito. Dopo l’annuncio dell’accordo, i cosiddetti “hard brexiters” avevano tentato di ottenere un voto di sfiducia nei confronti di May, ma senza raccogliere tra i parlamentari del partito il 15 per cento di consensi necessari. Nelle ultime ore questa soglia è stata superata: più di 48 deputati del partito hanno scritto al presidente del gruppo parlamentare esprimendo la loro sfiducia in May e permettendo così il voto di sfiducia.

A convincere gli ultimi indecisi necessari è stata probabilmente la decisione di May di rimandare il voto in parlamento sull’accordo raggiunto con l’Europa, l’ultimo ostacolo prima di concludere l’attuale fase di negoziati. Secondo quanto riferito dalla stessa May, l’accordo rischiava di essere respinto con un margine di voti così alto da rendere impossibile presentarlo al Parlamento una seconda volta (come secondo molti era nei piani di May). Molti avversari interni di May hanno interpretato la sua decisione come un segno di debolezza e hanno raddoppiato i loro sforzi per cercare di arrivare a una sfiducia.