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  • Giovedì 29 novembre 2018

Il primo giorno di legge marziale in Ucraina

L'ha decisa il presidente Poroshenko dopo il sequestro delle navi ucraine nel mar d'Azov da parte della Russia, ma potrebbero esserci ragioni di campagna elettorale

Militari dell'esercito ucraino al porto di Mariupol, 28 novembre 2018 (Martyn Aim/Getty Images)
Militari dell'esercito ucraino al porto di Mariupol, 28 novembre 2018 (Martyn Aim/Getty Images)

Da mercoledì 28 novembre nelle dieci regioni dell’Ucraina che confinano con la Russia è entrata in vigore la legge marziale. La legge avrà validità per 30 giorni ed è stata approvata due giorni fa dal Parlamento su richiesta del presidente ucraino Petro Poroshenko, come risposta al sequestro da parte della Russia di tre navi della marina militare ucraina nello stretto di Kerč’, che separa il Mar d’Azov dal Mar Nero. I 24 marinai ucraini presenti sulle navi erano stati arrestati e sono stati condannati a due mesi di carcere da un tribunale della Crimea.

La situazione
L’Ucraina sostiene che le sue navi attaccate domenica avessero chiesto regolarmente il permesso di attraversare lo stretto, ma la Russia nega questa circostanza e sostiene quindi che fossero entrate in una zona di mare russa senza autorizzazione. Entrambi i paesi, quindi, sostengono di essere stati attaccati. I rapporti tra Ucraina e Russia sono molto peggiorati dopo l’invasione e l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, e dopo la guerra nelle regioni dell’est tra l’esercito ucraino e le milizie separatiste filo-russe, sostenute militarmente dalla Russia.

Non è ancora chiarissimo cosa sia successo tra le navi dei due paesi, ma lo stretto di Kerč’ è da tempo conteso tra Russia e Ucraina. Formalmente quel tratto di mare dovrebbe essere controllato congiuntamente da Ucraina e Russia, ma di fatto la Russia esercita uno forte controllo sul traffico navale e può impedire il passaggio delle navi ucraine semplicemente bloccando lo stretto nell’unico punto navigabile, sotto il ponte che collega Russia e Ucraina.

Cosa dice l’Ucraina
Il presidente ucraino Poroshenko, subito dopo l’incidente nel mar d’Azov, aveva parlato di «aggressione» da parte della Russia spiegando di avere bisogno di poteri straordinari per fronteggiare una possibile invasione militare. Nelle ultime ore, Poroshenko è stato intervistato dal giornale tedesco Bild e ha detto che Vladimir Putin voleva «occupare il mar d’Azov». Ha anche chiesto alla NATO di inviare delle navi «per aiutare l’Ucraina»: «Non possiamo accettare questa politica aggressiva da parte della Russia: prima c’è stata la Crimea, poi l’Ucraina orientale, ora vuole il Mar d’Azov (…): cosa farà Putin se non lo fermiamo?». Poroshenko ha anche detto che «l’Ucraina sta affrontando la minaccia di una guerra su vasta scala con la Federazione Russa». Diversi analisti si sono invece detti molto scettici sulla reale possibilità che la Russia voglia attaccare l’Ucraina, principalmente perché in questo momento non sembra esserci un chiaro obiettivo militare raggiungibile.

Olodymyr Fesenko, direttore di un centro per gli studi politici ucraini, ha spiegato ad Al Jazeera che non è facile capire perché Poroshenko abbia deciso di imporre la legge marziale in questa occasione e non quando la Crimea fu annessa dalla Russia nel 2014 o quando i ribelli sostenuti dalla Russia occuparono parte delle regioni di Donetsk e Luhansk. La sua ipotesi è che a quel tempo «le forze armate e la maggioranza del governo» fossero «semplicemente disorganizzate e demoralizzate. Inoltre, i partner internazionali dell’Ucraina avevano consigliato Kiev di non farlo». Il conflitto nel Mar d’Azov è comunque nato due mesi dopo che Poroshenko ha annunciato la creazione di una nuova base navale nell’area tra la Crimea e Russia.

Cosa dice la Russia
Mercoledì, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la decisione di Poroshenko di imporre la legge marziale è stata presa dopo un semplice «incidente di frontiera», sottolineando che non si era verificata nemmeno al momento più alto del conflitto con i separatisti filo-russi nell’Ucraina orientale nel 2014. Ha insistito poi sulla legittimità della risposta militare della Russia, poiché gli ucraini hanno «sconfinato» nelle sue acque territoriali. Infine ha aggiunto che l’incidente è stata una provocazione pensata da Poroshenko in vista delle elezioni presidenziali previste per il marzo del 2019: «È indubbiamente una provocazione», ha detto.

Poroshenko ha effettivamente indici di popolarità piuttosto bassi e alcuni recenti sondaggi dicono che solo il 10 per cento degli ucraini pensa di votare per lui. Quasi il 50 per cento dice che non lo voterà in nessun caso. Il Parlamento ucraino ha comunque ridimensionato le richieste del presidente sulla legge marziale: ne ha dimezzato la durata e ne ha limitato anche l’efficacia territoriale. Anche tra gli oppositori interni di Poroshenko è infatti circolata l’ipotesi che il presidente volesse utilizzare la legge marziale a suo favore, in un momento di difficoltà politica. La riduzione da 60 a 30 giorni della durata della legge marziale eviterà dunque sovrapposizioni con il periodo elettorale, che comincerà il 31 dicembre.

Mercoledì, dopo l’approvazione della legge marziale, uno dei portavoce delle forze armate della Russia, Vadim Astafyev, ha infine dichiarato all’agenzia di stampa russa Interfax che in Crimea sarà presto schierata una nuova divisione di S-400, un sistema missilistico anti-aereo che dovrebbe essere operativo entro la fine dell’anno.

Cosa dice il resto del mondo
La NATO e le Nazioni Unite hanno criticato con forza la Russia, che mercoledì è stata condannata fermamente anche dall’Unione Europea, che non ha però trovato un accordo su nuove sanzioni da imporre al paese (erano state richieste esplicitamente dalla Polonia, mentre Germania e Francia avevano insistito sulla necessità di allentare le tensioni). Dopo tre giorni di dibattito, l’UE ha comunque fatto una dichiarazione che esprimeva «la massima preoccupazione per il pericoloso aumento delle tensioni» e che definiva l’uso della forza da parte della Russia «inaccettabile». L’UE ha infine invitato la Russia a liberare le navi e il loro equipaggio e a rispettare la sovranità dell’Ucraina.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che nei prossimi giorni potrebbe annullare un incontro programmato con Putin a margine del vertice del G20 che si terrà a Buenos Aires.

Conseguenze sull’economia
Gli sviluppi degli ultimi giorni hanno influenzato negativamente la valuta ucraina.
La grivna ha perso il cinque per cento del suo valore, ma la situazione, secondo gli analisti, è temporanea. Pavlo Kukhta, vice presidente del gruppo di consulenza strategica del governo ucraino, ha detto che è una flessione «tipica di una situazione come questa: le reazioni psicologiche avvengono quando i rischi sono più alti, ma in realtà non influenzano in modo significativo l’economia». Kukhta ha anche detto che da quando la Russia ha riaperto lo stretto di Kerč’ al passaggio delle navi commerciali, l’effetto del conflitto sarà limitato.