• Sport
  • Lunedì 1 ottobre 2018

La squadra più giovane d’Europa è terza in Serie A

Unita dal talento e dal ricordo del suo capitano Davide Astori, la Fiorentina si sta confermando una delle squadre più entusiasmanti di questo campionato

I giocatori della Fiorentina salutano il pubblico del Franchi con un gesto dedicato a Davide Astori dopo la vittoria contro l'Atalanta (Gabriele Maltinti/Getty Images)
I giocatori della Fiorentina salutano il pubblico del Franchi con un gesto dedicato a Davide Astori dopo la vittoria contro l'Atalanta (Gabriele Maltinti/Getty Images)

Con l’ultima vittoria in campionato contro l’Atalanta – seppur molto contestata per via di un rigore decisivo erroneamente assegnato – la Fiorentina di Stefano Pioli ha ripreso a vincere, dopo la sconfitta infrasettimanale contro l’Inter, e si è portata in terza posizione in classifica a pari merito proprio con Inter e Sassuolo, altra sorpresa di questo campionato. La Fiorentina è quindi terza in classifica con la squadra titolare più giovane dei cinque maggiori campionati d’Europa, come evidenziato dall’ultimo studio del CIES, e soprattutto dopo un anno in cui ha vissuto tanti momenti complicati, i quali però sono stati tramutati in punti di forza dai giocatori.

Nei primi mesi di campionato la Fiorentina ha giocato con una squadra titolare di età media pari a 23.79 anni, la più giovane fra i primi cinque tornei continentali (il suo portiere titolare, il francese Alban Lafont, ha 19 anni, per capirci). La seconda squadra più giovane è il Magonza, con 23.93 anni di media. Il dato è significativo perché questa Fiorentina sembra possa continuare a disputare un campionato fra le prime cinque, sei posizioni della classifica, ed è rilevante soprattutto per la Serie A, un torneo che conta cinque squadre fra le prime dieci con l’età media più vecchia d’Europa (le prime tre sono tutte italiane, e sono Chievo Verona, Parma e Juventus).

Questa squadra è il risultato della rifondazione avvenuta a luglio del 2017, quando in poche settimane l’intera rosa della Fiorentina venne di fatto smantellata. Da quando, un mese prima, venne messa in vendita dalla famiglia Della Valle, il club lasciò andare l’allenatore portoghese Paulo Sousa – la cui partenza però era certa da tempo – e poi perse quasi tutti i suoi giocatori più forti, quelli che l’avevano resa per anni una squadra da metà alta della classifica. Nella stessa estate, fra le molte contestazioni da parte dei tifosi, la società reinvestì i ricavi delle cessioni per costruire una squadra giovane e di prospettiva con il direttore sportivo Pantaleo Corvino. Per capitanare la nuova Fiorentina fu scelto Davide Astori, esperto difensore della Nazionale che nella notte fra il 3 e 4 marzo scorso, mentre si trovava a Udine in ritiro con la squadra, morì da solo nella sua stanza d’albergo per un arresto cardiaco.

È difficile immaginare quali conseguenze un evento del genere possa provocare su un gruppo di ragazzi fra i venti e i trent’anni, e in che modo possa influire sul rendimento di una squadra durante una stagione, peraltro già complicata. Ma per la Fiorentina le cose sono andate come forse in pochi si aspettavano. Da marzo la squadra ha iniziato a vincere e poi ha concluso il campionato con una vittoria contro il Napoli, sfiorando la qualificazione all’Europa League che pochi mesi prima sembrava irraggiungibile. Le vittorie sono proseguite anche in questo inizio di stagione, accompagnate dal ricordo di Astori, tenuto sempre vivo dall’intera squadra: nello spogliatoio, sia in casa che in trasferta, viene appesa fra i giocatori una maglia con il numero 13, quello di Astori. Al termine di ogni partita, poi, i giocatori si avvicinano al pubblico facendo un saluto militare, sempre in ricordo del vecchio capitano.

L’argentino German Pezzella, capitano della Fiorentina dopo la scadenza del contratto di Milan Badelj (Gabriele Maltinti/Getty Images)

Negli ultimi mesi gli investimenti sui giovani hanno iniziato a ripagare le scelte del club. Alcuni suoi titolari sono cresciuti moltissimo. Il giovane difensore serbo Nikola Milenkovic è stato uno dei migliori della sua nazionale ai Mondiali in Russia e ora, a vent’anni, è un punto fermo della difesa della Fiorentina. Cristiano Biraghi, terzino, e Marco Benassi, centrocampista, entrambi cresciuti nell’Inter, sono ora fra i migliori giocatori italiani nei loro ruoli e fanno parte della Nazionale di Roberto Mancini. Il centrocampista francese Jordan Veretout è da tempo molto richiesto all’estero e in un anno il suo prezzo è triplicato. E poi c’è l’attacco, con Giovanni Simeone centravanti affiancato da Federico Chiesa, uno dei pochi veri forti giovani italiani in circolazione. Da quest’anno lì davanti c’è anche Marko Pjaca, che quando nel 2016 la Juventus lo comprò dalla Dinamo Zagabria era considerato uno dei migliori giovani esterni d’attacco europei. Poi ha avuto un grave infortunio al ginocchio che lo ha bloccato per quasi un anno, ma ora a Firenze sta tornando lentamente in forma.

L’ultima partita di campionato è stata probabilmente quella giocata peggio fin qui dalla Fiorentina, nonostante la vittoria finale; il contrario di quello che era successo martedì a San Siro, dove la Fiorentina non avrebbe meritato di perdere. Al termine della partita contro l’Atalanta, l’allenatore Stefano Pioli ha comunque sostenuto l’andamento della sua squadra, sottolineando l’importanza di saper vincere anche quando si gioca peggio degli avversari, a maggior ragione trattandosi di una squadra così giovane.