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  • Sabato 25 agosto 2018

Quanta Russia c’è in Siria

Dal 2015 a oggi 63mila soldati russi hanno combattuto in Siria, ha fatto sapere tra le altre cose il governo: ma come al solito va tutto preso con le molle

Un soldato russo a Homs, in Siria (ANDREI BORODULIN/AFP/Getty Images)
Un soldato russo a Homs, in Siria (ANDREI BORODULIN/AFP/Getty Images)

Il ministero della Difesa russo ha diffuso dal suo account YouTube un video che fornisce parecchie informazioni sull’impegno militare russo nella guerra siriana: i numeri contenuti nel video sono notevoli – mostrano come la presenza militare russa in Siria sia massiccia ancora oggi – ma vanno comunque presi con le molle, vista la scarsa affidabilità già mostrata in passato dalla Russia su questioni relative alla guerra siriana.

Nel video si dice che dal settembre 2015, cioè dall’intervento della Russia a fianco del regime siriano di Bashar al Assad, 63mila soldati russi hanno «ricevuto esperienza di combattimento» in Siria, un numero molto alto: il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha specificato che alla fine dello scorso anno erano presenti in Siria 48mila soldati russi. Nel video si dice inoltre che l’aviazione russa in Siria ha compiuto 39mila missioni, distrutto 121.466 «obiettivi terroristici» – il governo russo considera “terroristi” praticamente tutti i ribelli, anche quelli che terroristi non sono – e ucciso 86mila «miliziani». Ha aggiunto che le forze di sicurezza russe hanno testato in Siria 231 tipi diversi di armi, tra cui sistemi missilistici terra-aria e missili da crociera. Non ha detto nulla invece delle vittime militari e civili russe.

Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, organizzazione filo-ribelli che ha base a Londra, dal settembre 2015 al giugno 2018 i bombardamenti aerei russi in Siria hanno provocato la morte di 17.997 persone, di cui quasi 8mila civili e qualche migliaio di ribelli, combattenti jihadisti e miliziani dello Stato Islamico (o ISIS). Secondo gli investigatori dell’ONU che si occupano di crimini di guerra, gli aerei russi e siriani hanno bombardato ospedali, scuole e mercati, colpendo volontariamente obiettivi civili come parte di una precisa strategia militare.

La Russia è intervenuta in Siria quando il regime di Assad sembrava essere spacciato e aveva perso il controllo della maggior parte del paese. L’intervento russo è stato decisivo: nel giro di pochi mesi le sorti della guerra sono cambiate e Assad non solo è riuscito a sopravvivere, ma ha cominciato anche a recuperare i territori conquistati dai ribelli siriani, i principali nemici del regime. Negli ultimi anni il governo russo ha annunciato più di una volta di ritirare i propri soldati e le proprie armi dalla Siria, ma poi non l’ha mai fatto. L’impegno della Russia in Siria continua a essere molto rilevante, e secondo alcuni osservatori potrebbe essere anche aumentato, sia a livello militare che politico. Le forze filo-governative, inclusa la Russia, stanno preparando un attacco a quella che viene definita «l’ultima roccaforte dei ribelli», la provincia nord-occidentale di Idlib, controllata prevalentemente da gruppi estremisti e jihadisti. Il governo russo, comunque, ha annunciato che non c’è una data di ritiro delle truppe: rimarranno in Siria finché sarà necessario.