Ci sono 40 persone bloccate in mare da 12 giorni

Sono al largo della Tunisia, nessuno le vuole accogliere: a bordo le razioni sono ridotte a un pezzo di pane e un uovo sodo al giorno

(AP Photo/Felipe Dana)
(AP Photo/Felipe Dana)

Da 12 giorni un gruppo formato da circa 40 migranti si trova bloccato in mare, al largo della Tunisia, su un’imbarcazione a cui tutti i principali porti circostanti hanno negato lo sbarco. La nave su cui si trovano si chiama Sarost e appartiene a una società che gestisce una piattaforma di estrazione di petrolio al largo delle coste tunisine. I migranti erano partiti dalla Libia lo scorso 11 luglio ed erano stati recuperati dalla Sarost il 16, dopo cinque giorni trascorsi senza acqua né cibo a bordo di un peschereccio finito in avaria. Tra le persone a bordo ci sono anche una donna incinta di sei mesi e un uomo ferito.

La situazione della nave e gli aggiornamenti sulla vicenda vengono segnalati dal sito di informazione sulle migrazioni InfoMigrants, nato da una collaborazione tra diversi media europei, tra cui l’agenzia di stampa italiana ANSA. Uno dei migranti a bordo ha spiegato al sito che la loro imbarcazione è andata alla deriva fino ad avvicinarsi alla piattaforma servita dalla Sarost, che gli è subito andata incontro per recuperali. Inizialmente la Tunisia aveva dato alla nave il permesso di attraccare al porto di Sfax ma poi lo ha ritirato, rifiutandosi di accogliere i migranti.

A quel punto la Sarost ha contattato Malta e Italia, da cui ha ricevuto la stessa risposta negativa, e per questo ha provato comunque ad avvicinarsi al porto di Zarzis, nel sud della Tunisia, dove si trova da giorni e dove continua ad attendere il permesso di attraccare. La Sarost non è un’imbarcazione di una ONG, quindi a bordo non ha personale o attrezzature specializzate. Monji Slim, funzionario della Mezzaluna rossa tunisina, ha detto a Reuters che la nave si trova a 12 miglia dalle coste della Tunisia: «I migranti africani sono in pessime condizioni, dopo che il capitano della nave si è rifiutato di ricevere aiuti, di modo da far pressione sulle autorità tunisine e convincerle a far sbarcare le persone a bordo», ma finora non è stata trovata alcuna soluzione.

L’equipaggio ha detto che presto finiranno cibo e acqua. Un rifugiato ha raccontato che al momento le razioni di cibo sono ridotte a un pezzo di pane e a un uovo sodo al giorno.

Il governo della Tunisia, ha spiegato una ONG locale, non intende accogliere i migranti della Sarost perché teme che così facendo il paese potrebbe iniziare a essere considerato un “porto sicuro”, cioè un luogo dove è possibile sbarcare in sicurezza i migranti salvati al largo della Libia o nel Mediterraneo centrale, iniziando così a ricevere una parte di coloro che in questo momento vengono ancora trasportati in Italia.