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  • Martedì 17 luglio 2018

Il ministro Paolo Savona ha fatto un errore preoccupante nella sua lettera a Repubblica

Spiegando perché bisogna cambiare la BCE, ne ha confuso due importanti strumenti finanziari, facendo sobbalzare gli economisti

(TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)
(TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

Il ministro agli Affari Europei Paolo Savona, la persona intorno a cui si era bloccato il primo tentativo di formare un governo fra M5S e Lega, ha scritto una lettera a Repubblica per rispondere a un articolo di Ferdinando Giugliano pubblicato sull’edizione domenicale del quotidiano. Savona – un economista di 81 anni la cui nomina a ministro dell’Economia era stata bloccata dal presidente Mattarella per via del suo esplicito euroscetticismo – nella lettera difende alcune tesi del governo a proposito della Banca Centrale Europea. Il testo non sta facendo discutere per il suo contenuto, ma per un errore commesso da Savona e giudicato piuttosto grave da osservatori ed economisti.

In un passaggio, Savona spiega che il direttore della BCE Mario Draghi «mostrò grande abilità nel varare l’Omt, più noto come QE (Quantitative Easing) europeo, sfruttando gli interessi dei Paesi che ne avrebbero beneficiato». Il problema è che OMT e QE – due programmi della BCE per aiutare i paesi in difficoltà – «non sono proprio la stessa cosa», come ha scritto su Twitter l’addetto stampa della BCE, Andrea Zizola. Altri osservatori ed economisti hanno usato parole più gravi: Mario Seminerio, noto commentatore e divulgatore economico, lo ha definito «uno sfoggio di ignoranza». Mattia Guidi, che insegna Politiche pubbliche e regolazione nell’UE alla Normale di Pisa, ha dedotto che «il ministro Savona non sa la differenza fra OMT e Quantitative Easing».

Il Quantitative Easing è un meccanismo di stimolo alla crescita per cui la Banca Centrale Europea propone alle banche private di comprare i titoli di stato che le stesse banche avevano accumulato, sperando che con il denaro ottenuto dalla vendita i singoli istituti bancari rendano più semplice l’accesso al credito, cioè la possibilità per i loro clienti – cittadini e imprese – di ottenere denaro in prestito più facilmente. La BCE ha avviato un programma di QE all’inizio dell’ultima crisi economica, e dovrebbe progressivamente concluderlo nei prossimi mesi, dato che l’economia europea sta molto meglio rispetto a cinque anni fa.

Gli Outright Monetary Transactions (OMT) sono uno strumento molto più radicale, e infatti non sono mai stati utilizzati dalla BCE. Sono nati nel 2012 per permettere alla Banca Centrale Europea di acquistare titoli di stato a breve termine direttamente dai paesi in difficoltà in cambio di un programma di risanamento, senza quindi passare per le banche o altre istituzioni. All’epoca in molti contestarono a Draghi e alla BCE di avere introdotto una misura che in estrema sintesi poteva permettere di salvare un paese in difficoltà con i soldi di tutti i paesi europei, senza garanzie precise. Nel 2013 35mila cittadini tedeschi guidati da alcuni politici locali chiesero alla Corte Costituzionale tedesca se gli OMT non andassero oltre il mandato della BCE; la Corte rimandò la questione alla Corte di Giustizia Europea, che nel 2015 stabilì la legittimità del meccanismo.

Ricapitolando: il QE è una misura che permette alla BCE di comprare i titoli di stato posseduti dalle banche e altri istituti, e quindi facilitare l’accesso al credito a privati e aziende, ed è stato utilizzato dal 2015 a oggi. Gli OMT sono invece una radicale misura di salvataggio: permettono alla BCE di comprare titoli di stato a breve termine, quindi in estrema sintesi di dare soldi a un governo in difficoltà. A differenza del QE, gli OMT non sono mai stati utilizzati.

In un tweet successivo alla lettera di Savona, Giugliano ha chiesto al ministro di chiarire le sue idee a proposito di OMT e QE.