• Mondo
  • Venerdì 29 giugno 2018

In Francia è stato fermato un gruppo terroristico di estrema destra

Sono state arrestate dieci persone, alcune legate ad ambienti militari: pianificavano violenze contro i musulmani

Una macchina della polizia a Tonnay-Charente, comune nella regione della Nuova Aquitania, fuori dalla casa di Guy S., considerato il capo di AFO, 25 giugno 2018 (XAVIER LEOTY/AFP/Getty Images)
Una macchina della polizia a Tonnay-Charente, comune nella regione della Nuova Aquitania, fuori dalla casa di Guy S., considerato il capo di AFO, 25 giugno 2018 (XAVIER LEOTY/AFP/Getty Images)

Lo scorso fine settimana in Francia è stato scoperto un gruppo di estrema destra guidato da un poliziotto in pensione che aveva l’obiettivo di «lottare contro il pericolo islamico» e il «nemico interno» del paese: i musulmani. Gli agenti della sicurezza interna francese hanno arrestato in totale dieci persone, nove uomini e una donna, tra la Corsica, la periferia di Parigi, la Francia occidentale e quella del sud. La sera di mercoledì 27 giugno gli arrestati sono stati messi sotto accusa per associazione a delinquere di stampo terroristico. I pubblici ministeri hanno detto di aver trovato nelle loro case 14 pistole, 22 fucili, migliaia di cartucce, materiale esplosivo e una guida chiamata “napalm fatto in casa”. Il gruppo, secondo l’inchiesta, pianificava di passare all’azione violenta: uccidere donne con il velo, imam, ex detenuti di religione musulmana e attaccare le moschee.

Il gruppo si chiama “Action des Forces Opérationnelles”, cioè “Azione delle forze operative” o AFO, ed è nato dalla scissione di un altro gruppo di estrema destra chiamato Volontari per la Francia; scissione avvenuta per divergenze non di ideologia, ma di strategia e azione. Le dieci persone arrestate hanno dai 32 ai 69 anni, erano organizzate in modo gerarchico, il loro capo era un poliziotto in pensione chiamato Guy S. e tra loro c’erano un ex soldato, un ex insegnante, artigiani e disoccupati: erano per lo più incensurati, a parte due che avevano avuto problemi per reati minori. Erano tutti cacciatori o tiratori sportivi e si stavano preparando per un attacco: stavano anche comprando attrezzature mediche per essere pronti nel caso qualcuno venisse ferito.

Secondo i primi elementi dell’inchiesta, queste persone non hanno agito completamente in clandestinità. Avevano un sito chiamato «Guerra di Francia» con l’obiettivo dichiarato di preparare «cittadini-soldati francesi per combattere sul territorio nazionale». Nel sito si trovano consigli militari per difendersi contro “l’avversario”, cioè contro il pericolo islamico; si trovano anche delle mappe di ogni dipartimento in cui è divisa la Francia con l’indicazione del numero di persone segnalate per radicalizzazione, vari tutorial per la sopravvivenza, elenchi di consigli pratici da applicare in situazioni specifiche di scontro e di oggetti da portare con sé per difendersi contro “l’islamizzazione organizzata” (ad esempio coltelli da cucina, fucili da caccia, bastoni, calzini pieni di sassi e così via).

AFO apparteneva a quei gruppi che fanno parte dell’ultradestra, termine usato dalla polizia e dai media francesi per indicare l’estrema destra violenta e per segnare una differenza con l’estrema destra politica. Questi gruppi, pur nelle loro differenze, sono accomunati dal rifiuto di una società multiculturale, sono di ispirazione fascista o neonazista, rifiutano l’Islam, sono contro i migranti, la maggior parte di loro è anche antisemita, vogliono un’Europa abitata solo da bianchi e la cosiddetta “re-migrazione”, cioè l’espulsione dei migranti o delle persone non di origine francese dalla Francia e sono infine organizzazioni extraparlamentari. AFO insisteva anche sulla difesa dell’identità francese, sull’opposizione all’islamizzazione del paese e sul fatto di reclutare i propri militanti nei circoli degli ex poliziotti e dell’esercito. Lo scopo era organizzare la “resistenza”.

L’esperto di ultradestra Jean-Yves Camus ha spiegato che AFO era una specie di organizzazione paramilitare composta da “patrioti” ed ex militari che credono che «dagli attacchi del 2015, il problema della presenza dell’Islam in Francia debba essere risolto da un lato senza fare distinzione tra islamisti radicali e altri, e dall’altro in modo violento». I membri di AFO, molti dei quali sono stati nelle forze di sicurezza prima di andare in pensione, ritengono di essere «responsabili della missione di pulizia che lo stato non mette in pratica».

Marine Le Pen, presidente del partito di estrema destra Rassemblement national (ex-Front National), intervistata su France Info ha detto che «tutti gli attentati terroristici  devono essere combattuti con la fermezza più totale». Ma un importante parlamentare del suo partito, Louis Aliot, ha detto che «se i gruppi si stanno formando per difendersi, è innanzitutto perché lo Stato è morbido quando si tratta di Islam radicale». Su un sito che afferma di essere associato all’AFO, dopo gli arresti sono stati presi in giro i servizi di sicurezza francesi per essere «incapaci di fermare gli attacchi islamici».