Come guadagna EA Sports con i Mondiali

Vendendo i videogiochi sui Mondiali, direte voi, ma quasi: c'è un grosso giro di affari soprattutto intorno alla modalità "Ultimate Team"

I Mondiali di calcio sono redditizi per moltissimi settori industriali, dal merchandising all’organizzazione dei grandi eventi passando naturalmente per il calciomercato. Ultimamente si è aggiunto un altro settore: quello dei videogiochi. Ma non con quello che pensate, cioè la sola vendita di un videogioco legato al torneo.

Da qualche anno la serie di videogiochi di calcio col marchio FIFA, che è prodotta da EA Sports ed è considerata la più importante saga di videogiochi calcio al mondo, prevede la possibilità di creare una squadra di calcio da zero, oltre che giocare con quelle già esistenti: la chiamano modalità FUT (FIFA Ultimate Team). Per assemblare la propria squadra ciascun giocatore compra dei pacchetti elettronici – non molto diversi da quelli che contengono le figurine – in cui può trovare più o meno qualsiasi calciatore, dal trequartista del Cagliari fino a Cristiano Ronaldo. Per comprare i pacchetti servono dei crediti che si acquisiscono raggiungendo alcuni obiettivi di gioco, oppure più facilmente pagandoli con soldi veri.

Più pacchetti si comprano, più aumenta la possibilità di ottenere giocatori forti da schierare nella propria squadra. I valori di ciascun giocatore vengono aggiornati costantemente. Durante i Mondiali, poi, EA Sports diffonde degli aggiornamenti speciali: i valori dei calciatori che hanno giocato meglio durante le partite vengono aumentati di parecchio, così da renderli ancora più appetibili dai giocatori virtuali. Alla fine della partita fra Argentina e Nigeria in cui ha segnato il primo gol, il valore “dribbling” della figurina di Lionel Messi è salito a 97/100, praticamente la perfezione.

Gli ultimi dati relativi alle entrate che FUT genera a EA Sports risalgono al 2016, quando le micro-transazioni dell’acquisto dei pacchetti hanno fruttato in tutto 800 milioni di dollari (nel 2015 erano stati 650 milioni). Sempre nel 2016 si stima che ogni copia del gioco abbia portato alla FIFA un guadagno di 121 dollari: tenendo conto del fatto che le transazioni online sono probabilmente aumentate – il mese scorso EA Sports ha detto che il 70 per cento di chi gioca a FIFA usa FUT – si può ipotizzare che oggi EA Sports guadagni di più dalle micro-transazioni che dalla vendita del gioco in sé.

L’unico rischio per EA Sports potrebbe arrivare da chi paragona gli acquisti di pacchetti su FUT al gioco d’azzardo: secondo il Wall Street Journal le autorità di Belgio e Paesi Bassi hanno esaminato la modalità FUT di FIFA 2018 per capire se violasse le leggi nazionali sul gioco d’azzardo. Finora però non è stato preso alcun provvedimento.