Il giorno del mini-summit sui migranti

Quello promosso dalla Germania e a cui l'Italia aveva minacciato di non partecipare: Giuseppe Conte ha presentato una proposta sulla gestione dei migranti

GEERT VANDEN WIJNGAERT/AFP/Getty Images)
GEERT VANDEN WIJNGAERT/AFP/Getty Images)

È in corso a Bruxelles il summit, convocato dalla Commissione Europea, in cui i leader dei più importanti stati europei parleranno di migranti. Il summit è descritto come informale e non ci parteciperanno i leader di 16 dei 28 paesi paesi dell’Unione Europea:  tra loro c’è l’Italia, che nei giorni precedenti aveva messo in dubbio la sua partecipazione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato al summit con una proposta, articolata in 6 premesse e 10 obiettivi su come secondo il suo governo l’Europa dovrebbe gestire i migranti. Si chiama European Multilevel Strategy for Migration.

Conte ha detto che si tratta di una proposta «completamente nuova, basata su un nuovo paradigma di risoluzione dei problemi della migrazione» e «mira a superare completamente il regolamento di Dublino».

Il summit è stato promosso dalla Germania, come si intuisce anche dal tema principale proposto: i cosiddetti secondary movement, cioè gli spostamenti dei richiedenti asilo in paesi diversi da quello che sta esaminando la loro richiesta di protezione internazionale. La legge europea li proibisce, ma spesso gli stati in cui si spostano i richiedenti asilo non hanno soldi o risorse per rimandarli indietro. Quello dei secondary movement è un problema che riguarda soprattutto le destinazioni più popolari fra i migranti, come la Francia e la Germania. In Germania si è di recente parlato di migranti perché il partito bavarese CSU, che è da decenni alleato alla CDU di Angela Merkel, vuole criteri più stringenti sull’immigrazione e potrebbe, su questo tema, mettere in difficoltà Angela Merkel.

Anche il Consiglio europeo (che non è il Consiglio dell’Unione Europea) si riunirà a Bruxelles, ma sarà un incontro molto diverso dal summit informale di oggi. Il Consiglio Europeo è infatti un organo che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri dell’Unione Europea. È presieduto da Donald Tusk e non ha poteri legislativi formali, ma è comunque un organo importante dell’Unione perché al suo interno si discutono le priorità politiche dell’Europa e, negli ultimi anni, le strategie per affrontare la crisi. In questo Consiglio Europeo si parlerà di: migrazione, sicurezza e difesa, occupazione, crescita e competitività, innovazione ed Europa digitale e bilancio a lungo termine dell’Unione Europea.

Il summit di oggi e il Consiglio europeo dei prossimi giorni saranno utili anche per vedere se e come il nuovo presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte e il nuovo primo ministro spagnolo Pedro Sanchez potranno spostare gli equilibri. Come ha scritto Politico: «Dopo un anno di tregua, dovuto ai risultati delle elezioni nei Paesi Bassi e in Francia e a una solida crescita economica che ha dato una buona spinta all’Europa, l’Unione Europea ha ora diversi problemi di cui discutere».

Dopo aver incontrato Sanchez, il presidente francese Emmanuel Macron ha detto ieri, sabato 23 giugno: «Bisogna essere chiari e guardare le cifre. L’Italia non sta vivendo una crisi migratoria come c’era fino all’anno scorso. Chi lo dice, dice una bugia». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini gli ha dato dell’arrogante e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha detto che è «completamente fuori dalla realtà». Il presidente del consiglio Giuseppe Conte non ha commentato: ma le cifre citate da Macron dicono in effetti che le cose sono cambiate, in meglio, rispetto all’anno scorso.

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