I risultati delle elezioni comunali

Il centrosinistra ha vinto a Brescia e il centrodestra a Treviso, mentre per il M5S c'è un generale calo dei consensi

(LaPresse - Andrea Panegrossi)
(LaPresse - Andrea Panegrossi)

Domenica 10 giugno si è votato nelle elezioni amministrative per rinnovare sindaci e consigli comunali in 760 comuni, tra cui 20 capoluoghi di provincia, e in 2 municipi di Roma. Sono state le prime importanti elezioni dopo le politiche del 4 marzo, e hanno coinvolto circa un sesto dell’intero elettorato. L’affluenza finale è stata del 61 per cento. I risultati finali dovrebbero essere disponibili dalla mattinata di lunedì: i dati mostrano che il Movimento 5 Stelle ha diminuito molto i suoi consensi rispetto alle politiche, e che i risultati del centrosinistra non sono del tutto deludenti. Domenica si è votato per il primo turno: gli eventuali ballottaggi sono già fissati per domenica 24 giugno nei comuni sopra i 15mila abitanti in cui nessun candidato abbia raggiunto il 50 per cento (il 40 per cento in Sicilia).

Il risultato più sorprendente finora è quello ottenuto al primo turno da Emilio Del Bono, sindaco uscente di Brescia eletto nel 2013 col PD. A circa metà dello spoglio Del Bono ha battuto l’avvocata Paola Vilardi, di centrodestra, ottenendo circa il 53 per cento. Sempre al primo turno ha vinto il candidato del centrodestra a Treviso, Mario Conte, che è dato intorno al 54 per cento. Finora la città era amministrata dal centrosinistra. A Siena – con 39 sezioni scrutinate su 50 – c’è una situazione di parità tra i candidati di centrosinistra e centrodestra entrambi sotto al 30 per cento dei voti: il ballottaggio sembra certo. A Pisa, città amministrata da 47 dal centrosinistra, con 43 sezioni scrutinate su 86, il candidato di centrosinistra e di centrodestra sono entrambi intorno al 32 per cento. A Vicenza, anche se lo spoglio non è ancora finito, dovrebbe vincere al primo turno il candidato di centrodestra Francesco Rucco.  A Catania lo spoglio è ancora molto indietro – 250 sezioni su 336 –, ma il candidato del centrodestra Salvatore Pogliese è al 51,7 per cento.

Ad Ancona la sindaca uscente Valeria Mancinelli, candidata col centrosinistra, è data intorno al 48 per cento e probabilmente andrà al ballottaggio col candidato di centrodestra. A Terni invece il candidato del centrodestra Leonardo Latini è intorno al 49 per cento, e potrebbe non farcela al primo turno. Nei due municipi di Roma in cui si rinnovava la giunta, il terzo e il sesto, ha vinto il centrosinistra: va tenuto conto però che l’affluenza è stata molto bassa, sotto al 30 per cento, e che le giunte che sono cadute appartenevano al M5S.

109 dei comuni in cui si sono tenute le elezioni hanno più di 15mila abitanti, mentre 652 ne hanno meno. Si è votato in 20 capoluoghi di provincia (Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza e Viterbo), sette dei quali hanno più di centomila abitanti (Ancona, Brescia, Catania, Messina, Siracusa, Terni e Vicenza) e uno è anche capoluogo di regione (Ancona).

Nonostante non ci siano comuni particolarmente strategici o città che per un motivo o per l’altro sono importanti politicamente anche a livello nazionale, queste sono le prime grandi elezioni a svolgersi dopo le politiche del 4 marzo. I risultati diranno qualcosa sullo stato di salute del Partito Democratico, che oltre ad avere un consenso ai minimi storici a livello nazionale ha molto più da perdere che da guadagnare, visto che attualmente governa in gran parte delle principali città che sono andate al voto. In 57 dei 109 comuni più grandi, e in 15 dei 20 capoluoghi.

– leggi anche: cosa si decide a queste elezioni comunali

I risultati potrebbero avere una certa influenza sugli equilibri politici nazionali: un eventuale aumento del consenso della Lega, soprattutto in caso di un risultato negativo del M5S, potrebbe aumentare il potere di Matteo Salvini nel governo. E a seconda del risultato di Forza Italia potrebbero cambiare ulteriormente i rapporti di forza nel centrodestra: Berlusconi deve sperare di fare bene per non perdere ulteriormente potere contrattuale e rilevanza. Potrebbe però anche riuscire a guadagnare consenso, nel caso in cui Forza Italia superasse la Lega in certi comuni.