Cosa si decide in queste elezioni comunali

Si vota in oltre 760 comuni, ci sono in ballo anche un pezzo di equilibri nazionali e ci sono partiti messi meglio (la Lega) e altri che hanno tutto da perdere (il PD)

(Lapresse)
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A partire dalle 7 di oggi sono aperti i seggi delle elezioni per rinnovare sindaci e consigli comunali di 760 comuni, tra cui 20 capoluoghi di provincia, e di 2 municipi di Roma. Uno, Ancona, è anche capoluogo di regione. Quello di oggi è il primo turno: il secondo, previsto nei comuni sopra i 15mila abitanti in cui nessun candidato raggiunga il 50 per cento (il 40 per cento in Sicilia), si terrà domenica 24 giugno. 109 dei comuni in cui si vota hanno più di 15mila abitanti, mentre 652 ne hanno meno. I seggi chiuderanno alle 23: dalla notte inoltrata si saprà quindi già qualcosa, e i risultati definitivi arriveranno domani.

I capoluoghi di provincia in cui si vota sono: Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza e Viterbo. Di questi, Ancona, Brescia, Catania, Messina, Siracusa, Terni e Vicenza hanno più di 100mila abitanti.

Nonostante non ci siano comuni particolarmente strategici o città che per un motivo o per l’altro sono importanti politicamente anche a livello nazionale, quelle di oggi sono le prime grandi elezioni a svolgersi dopo le politiche del 4 marzo. Gli elettori che potranno votare a questo giro sono 6,5 milioni, circa un sesto dell’intero elettorato. Dopo il risultato delle elezioni di marzo, ci si aspetta che queste amministrative vadano bene soprattutto per il centrodestra, e in particolare per la Lega, un po’ dovunque. Il centrodestra governa soltanto due delle città dove si vota: Teramo e Trapani.

Come è spesso capitato nelle elezioni locali – ma non in tutte, come dimostrano i casi di Roma e Torino – si pensa invece che il Movimento 5 Stelle possa subire un netto calo rispetto all’ottimo risultato nazionale. Tra i capoluoghi in cui si vota, oltre a Siena dove aveva vinto il PD, alle politiche il M5S era arrivato primo ad Ancona, Avellino, Barletta, Catania, Ragusa (dove il sindaco è del M5S dal 2013), Siracusa, Teramo, Brindisi, Messina e Trapani.

Chi, con ogni probabilità, avrà le maggiori difficoltà sarà però probabilmente il centrosinistra: in questo momento il Partito Democratico – oltre ad avere un consenso ai minimi storici – ha molto più da perdere che da guadagnare, visto che attualmente governa in gran parte delle principali città che andranno al voto. In 57 dei 109 comuni più grandi, e in 15 dei 20 capoluoghi.

Le elezioni amministrative di oggi potrebbero quindi avere una certa influenza sugli equilibri politici nazionali: un eventuale aumento del consenso della Lega, soprattutto in caso di un risultato negativo del M5S, potrebbe aumentare il potere di Matteo Salvini nel governo. E a seconda del risultato di Forza Italia potrebbero cambiare ulteriormente i rapporti di forza nel centrodestra: Berlusconi deve sperare di fare bene per non perdere ulteriormente potere contrattuale e rilevanza. Potrebbe però anche riuscire a guadagnare momento, nel caso in cui Forza Italia superasse la Lega in certi comuni.

Ad Ancona, l’unico capoluogo di regione dove si sceglierà il nuovo sindaco, si ricandida la sindaca uscente sostenuta dal centrosinistra, Valeria Mancinelli, che dovrà vedersela con Stefano Tombolini, candidato di una lista civica che ha ricevuto il sostegno di tutto il centrodestra, e da Daniela Diomedi, del Movimento 5 Stelle. Alle ultime elezioni politiche il Movimento 5 Stelle aveva ottenuto in città il 35 per cento dei voi, mentre centrodestra e centrosinistra avevano raccolto rispettivamente il 28 e il 27 per cento.

Di particolare importanza per il PD sono le elezioni a Siena, dove il sindaco uscente, Bruno Valentini, è del centrosinistra e ha deciso di ricandidarsi. Il suo principale avversario è il candidato del centrodestra Luigi De Mossi. Come a Vicenza, il Movimento 5 Stelle ha preferito non presentare alcuna lista, senza dare una motivazione chiara. Siena è una delle non moltissime città di dimensioni rilevanti dove, stando ai risultati dello scorso 4 marzo, il centrosinistra ha buone possibilità di vincere. Alle politiche il centrosinistra è riuscito a conservare la città raccogliendo il 36 per cento, contro il 32 per cento del centrodestra.

Ancona, Siena e le altre città del centro Italia saranno un importante banco di prova per il centrosinistra, per decenni forza politica egemone di quest’area, ma oggi insidiato tanto dalla Lega quanto dal Movimento 5 Stelle. È quello che succede a Pisa, da 47 anni governata dalla sinistra e che quest’anno rischia per la prima volta di veder vincere un candidato della destra. Per evitarlo, il PD sostiene l’ex assessore al bilancio Andrea Serfogli, che però non ha l’appoggio di tutto il centrosinistra. MDP non lo sostiene e ha deciso di non presentare una lista in città. Il principale avversario di Serfogli sarà probabilmente Michele Conti, dirigente del consorzio agrario, ex consigliere comunale con Alleanza Nazionale, oggi candidato a capo di una lista civica sostenuta da tutto il centrodestra e in particolare dalla Lega, che in Toscana è cresciuta molto negli ultimi anni.

Come e dove si vota alle elezioni comunali