Luigi Di Maio ospite di Mezz'ora con Matteo Salvini di sfondo (Fabio Cimaglia / LaPresse)

Forse Lega e M5S stavolta ce la fanno

Dopo il comunicato "lasciapassare" di Berlusconi è cominciata la trattativa su programmi e persone, che durerà almeno fino a domenica

Il Movimento 5 Stelle e la Lega stanno trattando accordi e condizioni per arrivare alla formazione di un governo politico, e dopo che mercoledì sera Silvio Berlusconi aveva dato una specie di assenso alla loro alleanza, una condizione che la Lega aveva definito necessaria. Nel primo giorno di trattative Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, e Matteo Salvini, segretario della Lega, hanno fatto sapere che sono stati fatti “passi avanti” nella formazione del governo. I due partiti hanno poi chiesto al presidente della Repubblica tempo fino a domenica per poter trattare su programmi e nomine.

L’avvicinamento tra i due schieramenti era arrivato mercoledì, proprio nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe dovuto annunciare il suo “governo neutrale” (come possibile presidente del Consiglio si era parlato di Elisabetta Belloni). In serata era stata diffusa una nota di Silvio Berlusconi in cui si legge che – per quanto Forza Italia avrebbe preferito un governo di centrodestra che «avrebbe certamente trovato i voti per governare», dichiarazione falsa fino a prova contraria – «non abbiamo posto e non poniamo veti a nessuno» e che «se un’altra forza della coalizione di centrodestra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i Cinque Stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta». Berlusconi aggiunge che Forza Italia «non potrebbe certamente votare la fiducia», ma valuterà «in modo sereno e senza pregiudizi l’operato del governo che eventualmente nascerà».

Movimento 5 Stelle e Lega provano ad accordarsi dalle elezioni dello scorso 4 marzo, ma finora senza successo: e rimangono comunque molte cose da decidere, sia sulla composizione del governo – non è chiaro chi farà il presidente del Consiglio – né sul suo programma. Anche per queste incertezze, questa settimana era diventata imminente la nascita di un “governo neutrale” su iniziativa del presidente della Repubblica per mancanza di alternative, che portasse alle elezioni anticipate in estate o al più tardi nei primi mesi del 2019. L’idea di andare a votare subito, e quindi affrontare una nuova costosa campagna elettorale e rimettere in discussione la ripartizione dei seggi uscita con le elezioni del 4 marzo, secondo molti osservatori ha avuto un ruolo non indifferente nel portare a questa nuova trattativa e a questo apparente nuovo atteggiamento di Forza Italia.

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