Il Taj Mahal sta cambiando colore

Prima si era ingiallito per l'inquinamento, ora in molti punti è diventato verde per via della cacca degli insetti: è intervenuta anche la Corte Suprema

La pulizia del Taj Mahal, ad Agra, in India, il 5 dicembre 2017 (AP Photo/Manish Swarup)
La pulizia del Taj Mahal, ad Agra, in India, il 5 dicembre 2017 (AP Photo/Manish Swarup)

La Corte Suprema dell’India ha invitato il governo a trovare una soluzione al problema del colore del Taj Mahal, il mausoleo del diciassettesimo secolo che è il più famoso monumento del paese: per varie ragioni il suo marmo bianco si è ingiallito e ora sta diventando un po’ marrone e un po’ verde. Lo scorso dicembre è cominciata una delle consuete operazioni di pulizia dell’edificio, che però secondo la Corte Suprema non sono sufficienti a conservare il colore originale. Per questo il tribunale ha detto al governo di chiedere una consulenza all’estero per risolvere il problema.

La prima delle cause del cambiamento di colore del Taj Mahal è stato ed è l’inquinamento atmosferico: per questo a partire dal 1996 migliaia di fabbriche attorno al monumento sono state fatte chiudere dal governo. Secondo i gruppi ambientalisti che si preoccupano della sua conservazione non è sufficiente. Infatti la ragione per cui in molti punti il Taj Mahal è diventato verde è più complessa, comincia con i liquami delle fognature e finisce con cacche di insetti. Nello Yamuna, il fiume che scorre accanto al mausoleo, vengono riversati i liquami provenienti da 52 fognature e per questo vicino al Taj Mahal l’acqua del fiume è diventata invivibile per i pesci. Per questa ragione gli insetti di cui i pesci si cibavano sono proliferati in modo eccessivo e sono i loro escrementi – per la precisione quelli di una specie di moscerini chiamata Chironomus Calligraphus – a sporcare di verde le pareti del Taj Mahal.

La pulizia che sta venendo praticata in questi mesi sull’esterno del Taj Mahal consiste nell’applicazione di uno strato di acqua e argilla smectica, una miscela che da secoli viene usata per assorbire lo sporco e il grasso. Dopo circa 24 ore l’argilla applicata sui muri è completamente secca: a quel punto viene rimossa e le pareti vengono lavate con acqua distillata per rimuovere tutte le impurità. L’intero trattamento ricorda una maschera di bellezza e non deve stupire: la ricetta per la miscela di argilla è basata su una tradizionale cura per la pelle usata dalle donne indiane. Le pulizie attualmente in corso dureranno più o meno fino alla fine dell’anno. In tempi recenti la stessa operazione di pulizia era stata fatta nel 1994, nel 2001, nel 2008 e nel 2014.

L’argilla su uno dei muri del Taj Mahal, il 5 dicembre 2017 (AP Photo/Manish Swarup)

Secondo Mahesh Chandra Mehta, l’avvocato ambientalista che ha chiesto alla Corte Suprema indiana di occuparsi della questione del colore del Taj Mahal, le fognature vicine al mausoleo sono intasate, per questo il fiume è troppo inquinato, e ci sono delle fabbriche che continuano a essere attive nell’area intorno nonostante sia vietato. La Corte Suprema ha dato una settimana di tempo al governo federale e a quello dell’Uttar Pradesh, lo stato dove si trova il Taj Mahal, per proporre un’operazione di restauro del monumento più efficace della maschera di fango: per il 9 maggio è prevista una nuova udienza in cui questa proposta dovrà essere presentata.