Russia e Siria hanno bloccato gli ispettori internazionali diretti a Douma
Avrebbero dovuto raccogliere prove sull'attacco chimico del 7 aprile, ma per ora non sono stati fatti arrivare dove volevano
L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha detto che i suoi ispettori sono stati bloccati da forze militari russe e siriane prima che potessero raggiungere la città di Douma, in Siria, dove lo scorso 7 aprile decine di persone sono morte nel corso di un attacco con armi chimiche. Il viceministro degli Esteri russo ha detto che gli ispettori non saranno fatti entrare prima di aver ricevuto un mandato ufficiale dalle Nazioni Unite. Il governo russo sostiene che l’attacco e le decine di video, fotografie e testimonianze che lo riguardano siano in realtà un’elaborata messa in scena. Da più di una settimana, il sito dell’attacco è sotto il controllo dei militari russi e siriani.
Sabato, in risposta all’attacco chimico, Stati Uniti, Francia e Regno Unito, avevano attaccato con circa un centinaio di missili alcune installazioni militari siriane che, secondo le loro informazioni, avrebbero a che fare con la produzione e lo stoccaggio di armi chimiche. L’attacco avrebbe colpito obiettivi evacuati da diversi giorni e, a quanto sostiene il governo siriano, non avrebbe causato morti.
L’OPCW aveva già visitato la Siria tra 2013 e 2014, quando il governo siriano accettò di rinunciare alle armi chimiche e di consegnarne le sue riserve alla comunità internazionale per farle distruggere. Da allora è diventato chiaro che il regime siriano aveva consegnato solo parte del suo arsenale. Secondo l’OPCW, dal 2014 ad oggi ci sono stati 390 casi in cui si sospetta l’utilizzo di armi chimiche. Nella maggior parte dei casi si tratta di incidenti in cui si sono registrati solo feriti o un numero di morti molto basso.
Alcuni attacchi però sono stati molto più massicci e hanno attirato una forte reazione dalla comunità internazionale. Prima dell’intervento dell’OPCW, un attacco a Ghouta con armi chimiche aveva causato centinaia di morti. Un anno fa, l’attacco chimico contro Khan Shaykhun causò circa 100 morti. Anche all’epoca, come sabato scorso, gli Stati Uniti risposero bombardando la base da cui erano partiti i velivoli che avevano sganciato il gas.