Il futuro della Nazionale
L'esclusione dai Mondiali l'ha definitivamente ridimensionata a squadra di seconda fascia e la rifondazione deve ancora cominciare: cosa bisogna aspettarsi?
Nella storia della Nazionale di calcio italiana non si ricorda un periodo così brutto come quello attuale. Dopo essere stata eliminata nelle fasi a gironi di due edizioni consecutive dei Mondiali, nel 2010 e nel 2014, l’Italia non parteciperà alla Coppa del Mondo — quella in programma questa estate in Russia — per la prima volta da 60 anni. Ad aver tenuto in piedi il prestigio della Nazionale in questi anni ci sono stati solamente gli Europei, con una finale raggiunta nel 2012 e la bella figura fatta in quelli francesi del 2016, conclusi ai quarti di finale. Oltre ai molti risultati deludenti, la Nazionale ha recentemente vissuto un fatto ben più sentito che ha scosso tutto l’ambiente: la perdita di uno dei suoi giocatori, Davide Astori, morto all’improvviso per un arresto cardiaco mentre si trovava in ritiro con la sua squadra, la Fiorentina, di cui era capitano. Astori faceva parte delle riserve della difesa, era stato ed era compagno di squadra di molti altri giocatori della Nazionale, molti dei quali erano suoi amici.
Viste come sono andate le cose negli ultimi anni, si può dire che l’Italia, una delle più nazionali più importanti e vincenti nella storia del calcio, sia ormai ridimensionata a squadra di seconda fascia. Si è dovuti arrivare all’esclusione dai Mondiali – per molti versi assurda – per rimettere in discussione l’intera struttura del movimento calcistico nazionale. Il fallimento non ha però causato le immediate dimissioni dei vertici della FIGC, che sono arrivate solo dopo lunghe pressioni, e nemmeno un dibattito costruttivo al momento delle elezioni federali, concluse con un nulla di fatto dopo che i vari organi del calcio nazionale non sono riusciti a trovare un accordo su nulla. È quindi subentrato il CONI, con un commissariamento che in molti auspicavano in quanto soluzione più adatta ed efficace.
In attesa della rifondazione
A febbraio Roberto Fabbricini, segretario generale del CONI, è stato nominato commissario straordinario della FIGC (Giovanni Malagò, presidente del CONI, si è preso la Lega Serie A). Fabbricini ha scelto di essere assistito nel suo compito da due subcommissari: l’ex calciatore Alessandro Costacurta, chiamato a curare l’aspetto tecnico e sportivo della FIGC, e l’avvocato Angelo Clarizia per le questioni legali e burocratiche necessarie alla modifica dello statuto federale. Fra tutti i tasselli della rifondazione, manca però quello più visibile: l’allenatore della Nazionale.
Giampiero Ventura, a cui sono state imputate grosse responsabilità per l’esclusione dai Mondiali, è stato esonerato a novembre e da allora il suo posto è rimasto vacante, principalmente per questioni contrattuali. Tutti i migliori allenatori italiani in circolazione sono ancora vincolati da contratti con squadre di club, che rendono inevitabile lo slittamento della nomina al termine dei campionati. A febbraio Fabbricini e Costacurta hanno affidato provvisoriamente a Luigi Di Biagio l’incarico di commissario tecnico per le due partite amichevoli di marzo contro Argentina e Inghilterra. Di Biagio è un cosiddetto “tecnico federale”, cioè un allenatore che si è formato all’interno della federazione con incarichi nell’Under-20 e nell’Under-21. È fra i candidati al posto fisso da allenatore, ma non è considerato tra i favoriti.
In una recente conferenza stampa, Costacurta ha comunicato che il 20 maggio, quindi al termine dei campionati, la FIGC nominerà il nuovo allenatore della Nazionale maggiore, che sarà uno fra Carlo Ancelotti, Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Antonio Conte, Claudio Ranieri e Di Biagio. Nonostante alcuni di loro abbiano fatto capire di non essere poi così interessati (Ancelotti e Conte), il commissariamento del CONI e la presenza di un apprezzato ex giocatore come Costacurta potrebbe anche fargli cambiare idea. Diversamente la scelta sarebbe fra Mancini, che dovrebbe lasciare lo Zenit San Pietroburgo, Ranieri, che allena il Nantes, una squadra francese di metà classifica, e Di Biagio. Sono allenatori molto diversi tra loro: l’impressione è che la scelta dell’allenatore non sarà successiva alla scelta di un sistema di gioco, di un’identità, da parte della federazione, ma sarà il nuovo allenatore – quale che sia – a scegliere la direzione tecnica della squadra.
E intanto la Nazionale cosa fa?
Dalla scelta dell’allenatore dipende quindi gran parte del nuovo progetto tecnico, incluso quello delle Nazionali giovanili. Per questo la rifondazione non può ancora dirsi avviata. In questi mesi la FIGC si è limitata a proseguire l’organizzazione degli stage a Coverciano per i migliori giovani italiani e a curare la gestione delle giovanili: pochi giorni fa, per esempio, l’Under-19 ha ottenuto la qualificazione agli Europei di categoria in programma a luglio.
Questo mese sono state programmate due prestigiose amichevoli contro Argentina e Inghilterra, due fra le migliori Nazionali che parteciperanno ai Mondiali in Russia. Presentarsi con un allenatore ad interim e una squadra in fase di stallo è stato inevitabile, ma è la migliore situazione, ma dopo i playoff contro la Svezia tornare a vincere sarebbe stato un buon segnale per i giocatori e anche per l’immagine dell’Italia.
Nella prima delle due amichevoli, giocata la scorsa settimana a Manchester contro l’Argentina, la Nazionale ha perso 2-0 contro una squadra in piena sperimentazione in vista dei Mondiali, priva di Lionel Messi, Sergio Aguero e Paulo Dybala e con alcuni giovani provati come titolari. L’Italia non ha fatto un brutta figura e si è visto qualcosa di buono, come gli sforzi per mantenere un pressing alto, una discreta organizzazione in campo e le occasioni create nel secondo tempo. Ma si sono visti anche diversi errori individuali (nel primo gol per esempio), un gioco inevitabilmente poco fluido e tanti limiti tecnici, evidenziati peraltro dal fatto di giocare contro una delle squadre più forti al mondo, anche senza alcuni titolari.
Sarà proprio il tasso tecnico una delle mancanze a cui la Nazionale dovrà porre rimedio in qualche modo, per iniziare a ristabilirsi. Negli ultimi anni, per fenomeni sociali e per l’inevitabile mutazione del gioco, il tasso tecnico delle più forti Nazionali al mondo si è alzato parecchio, ma non quello dell’Italia, che ha sempre cercato di arrangiarsi con una migliore preparazione tattica: rispetto agli anni passati, però, in futuro avrà a disposizione una squadra con meno talento e con minor esperienza.
A rendere più complicato il lavoro ci sarà anche il ricambio generazionale. Buffon, Chiellini e Barzagli sono in procinto di lasciare la Nazionale. Ci sono molti calciatori promettenti fra le nuove generazioni, ma la maggior parte di loro ha ancora bisogno di tempo. Una lacuna comune a tutta la squadra è la poca esperienza in Champions League, dove il livello delle partite è molto elevato. Dalla prossima stagione l’Italia ritornerà però ad avere quattro squadre nella fase a gironi, e questo potrebbe essere di aiuto. Infine, i giocatori vicino al picco della maturità calcistica e già da tempo nel giro della Nazionale, come Marco Verratti, Alessandro Florenzi, Jorginho e Andrea Belotti, devono ancora fare il salto di qualità definitivo.
L’Italia ha giocato martedì sera a Wembley contro l’Inghilterra la sua ultima amichevole di marzo, che è stata anche l’ultima senza commissario tecnico definitivo. È finita 1-1 e l’Italia ha evitato la sconfitta grazie a un calcio di rigore concesso nei minuti finali per un goffo intervento difensivo dell’esordiente James Tarkowski. Nel corso della partita, non molto diversa da quella contro l’Argentina, pur lasciando spesso molti spazi alle avanzate dell’Inghilterra, l’Italia ha avuto alcune buone occasioni per segnare, due delle quali sbagliate malamente da Immobile.
La Nazionale si riunirà di nuovo – per la prima volta con il nuovo allenatore – a fine maggio per prepararsi all’amichevole contro l’Arabia Saudita del 28 maggio. Ne seguiranno altre due, contro la Francia a Nizza il primo giugno e contro l’Olanda allo Juventus Stadium, che potrebbe essere l’ultima partita di Buffon con la Nazionale. Trascorsa l’estate, il 7 settembre (a undici mesi di distanza dall’ultima vittoria) è in programma la prima partita della nuova competizione europea per Nazionali, la Nations League, che l’Italia giocherà contro la Polonia. Nel girone dell’Italia ci sarà anche il Portogallo.