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  • Sabato 17 marzo 2018

Decine di migliaia di persone stanno lasciando Afrin e Ghouta orientale, in Siria

La prima per paura dei bombardamenti turchi, la seconda per quelli di Assad

Civili dopo aver lasciato Afrin. (GEORGE OURFALIAN/AFP/Getty Images)
Civili dopo aver lasciato Afrin. (GEORGE OURFALIAN/AFP/Getty Images)

Decine di migliaia di persone hanno lasciato e stanno lasciando Ghouta orientale e Afrin, città del nord della Siria sotto attacco rispettivamente dell’esercito siriano e di quello turco. Secondo l’ONU, circa 16mila sono partite da Ghouta orientale, l’unica area vicina a Damasco ancora sotto il controllo dei ribelli siriani ma da settimane attaccata intensamente dalle forze governative del presidente Bashar al Assad e i suoi alleati. Altre 50mila hanno lasciato Afrin, città del nord della Siria controllata dai curdi ma obiettivo dell’ultima campagna militare siriana della Turchia, iniziata due mesi fa.

A essersi aggravata negli ultimi giorni è soprattutto la situazione ad Afrin: la Turchia ha detto ieri di avere circondato la città, mentre migliaia di persone erano ancora in fila per uscire dall’unica via di fuga rimasta aperta, temendo un imminente bombardamento. Venerdì i curdi hanno detto che l’unico ospedale operativo della città è stato colpito dalle bombe degli aerei turchi, uccidendo almeno 16 persone tra cui alcuni bambini. In tutto, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono morte almeno 43 persone nei bombardamenti di venerdì.

Civili dopo aver lasciato Afrin, sullo sfondo. (GEORGE OURFALIAN/AFP/Getty Images)

La Turchia vuole prendere Afrin per indebolire i curdi siriani, che il presidente turco Recep Tayyp Erdogan accusa di avere legami profondi con i curdi turchi del PKK, organizzazione che il governo turco considera terrorista. Tra le migliaia di curdi che stanno lasciando la città per paura dei bombardamenti c’è la preoccupazione che non potranno tornare a casa, una volta che Afrin sarà controllata dai turchi. La Turchia vorrebbe infatti creare una specie di “zona cuscinetto” oltre il suo confine meridionale, in Siria, sottraendolo al territorio attualmente controllato dai curdi.

A Ghouta orientale la situazione è gravissima da settimane: da quando è iniziata l’offensiva militare del regime di Assad i civili uccisi sono stati circa 1.250, su una popolazione stimata di 400mila persone. Gli attacchi sono continuati quasi incessantemente nonostante la tregua di un mese approvata dall’ONU e tregue più limitate di poche ore al giorno promosse dalla Russia. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione con sede a Londra molto citata dai media internazionali, soltanto venerdì 46 civili, tra cui sei bambini, sono morti nei bombardamenti dell’esercito siriano e dei suoi alleati nel quartiere di Kafr Batna. Non era però mai successo che così tante persone lasciassero la città come negli ultimi giorni: soltanto venerdì sono state circa 4000, attraverso corridoi umanitari controllati dal governo siriano.