Spotify ha bisogno di noi

Per catalogare 30 milioni di canzoni attraverso una nuova sezione, "Line-In"

(Michael Buckner/Getty Images for Stella Artois)
(Michael Buckner/Getty Images for Stella Artois)

Spotify – il più importante servizio di musica in streaming al mondo, che sta per quotarsi alla borsa di New York – ha un problema da anni: riuscire a catalogare e organizzare per bene tutta la musica a cui permette di avere accesso. Non riesce a farlo bene perché è troppa, ma ha bisogno di riuscirci per due motivi: migliorare l’esperienza dei suoi utenti ed evitare che l’errata catalogazione di una canzone porti a cause legali da parte di chi ne ha i diritti. Il 12 marzo Spotify ha quindi aperto Line-In, un servizio che permette a tutti gli utenti di aggiungere dati mancanti su canzoni, dischi e artisti.

Spotify ha spiegato che Line-In è «uno strumento creato per permettere ai fan più affezionati e agli amanti della musica di suggerire modifiche alle informazioni sulla musica di Spotify»; il servizio serve anche «a capire come gli ascoltatori di Spotify interpretano la musica, per offrire una migliore esperienza a ascoltatori e artisti».

I suggerimenti possibili riguardano svariate informazioni: eventuali pseudonimi di un artista, il suo paese d’origine, il ruolo di un musicista in una band, i generi musicali delle canzoni, l’umore che generano ed eventuali tag per spiegarle meglio. È anche possibile specificare le parole con cui sono note certe canzoni, per aiutare chi dovesse cercarle con il titolo sbagliato: “Volare” al posto di “Nel blu dipinto di blu”, per esempio. Queste informazioni in gergo si chiamano metadata e sono quelli che, per esempio, contribuiscono a decidere quali canzoni mettere nelle playlist automatiche generate da Spotify. Non si possono cambiare informazioni “sensibili” come il nome dell’artista e i titoli di dischi e canzoni.

Per accedere a Line-In basta essere iscritti a Spotify (anche alla versione gratuita) e, usando la versione desktop, cliccare sui tre pallini accanto a ogni canzone. Da lì bisogna poi cliccare su “Proponi modifica”. Si apre così la pagina web di Line-In, che permette di cambiare i dati sulla canzone che si stava ascoltando o di tutte le altre su cui si ha qualcosa da dire.

Line-In è la prima iniziativa di “crowdsourcing” di Spotify: significa che è la prima volta che chiede a tanti milioni di persone di dare un contributo gratuito per migliorare il proprio sistema. È il principio grazie a cui esiste Wikipedia, in breve. Come ha scritto Amy X. Wang su Quartz, è conveniente perché Spotify ottiene un vantaggio senza spendere nulla e riesce allo stesso tempo a far sì che gli utenti si sentano parte di una comunità e che quelli più esperti di un genere (magari regionale e di nicchia) si sentano utili e invogliati a contribuire.

Prima di essere aperto a tutti gli utenti, il servizio era stato provato su un numero limitato nello scorso autunno. Ora che il servizio è aperto a tutti, scrive Wang, resta da capire come verranno gestite le proposte di modifica suggerite dagli utenti. Spotify ha detto che tutte le proposte saranno controllate da alcuni suoi dipendenti, ma non è entrata in ulteriori dettagli.