In Lombardia, Fontana ha stravinto

Il candidato del centrodestra ha avuto quasi il 50 per cento dei voti, Giorgio Gori – sostenuto dal Partito Democratico – si è fermato al 29 per cento

Attilio Fontana, Milano, 5 marzo 2018
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Attilio Fontana, Milano, 5 marzo 2018 (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

Le elezioni regionali di domenica 4 marzo in Lombardia sono state vinte dal candidato del centrodestra Attilio Fontana. Lo spoglio è praticamente finito e Fontana ha ottenuto più del 49 per cento dei voti, mentre Giorgio Gori, sindaco di Bergamo appoggiato dal PD e da parte del centrosinistra, si è fermato al 29 per cento circa. A causa dell’ampio margine, già ieri sera sia Fontana che Gori avevano annunciato rispettivamente vittoria e sconfitta. Fontana ha detto che la sua vittoria «sicuramente è merito di Salvini e della Lega» e che il suo governo partirà dalla «grande novità della riforma per l’autonomia, che sarà un punto di riferimento. Vogliamo partire subito, dobbiamo risolvere i problemi dei cittadini». Gori ha dichiarato che «il vento populista ha spazzato via tutto» e che tra qualche giorno dirà se resterà a Bergamo a fare il sindaco o se andrà in regione a guidare l’opposizione.

Fontana ha vinto in tutte le circoscrizioni della Lombardia: a Sondrio con più del 60 per cento, a Brescia con più del 54 e a Como con più del 56. A Bergamo, dove Gori è sindaco, Fontana ha preso quasi il 55 per cento, mentre Gori si è fermato a poco meno del 29. La legge elettorale dice che il candidato alla presidenza con il maggior numero di voti ottiene 44 seggi (il 55 per cento) per le liste a lui collegate, che salgono a 48 (il 60 per cento) se ottiene almeno il 40 per cento dei voti. E Fontana ha superato di molto questa soglia. All’interno della sua coalizione, la Lega risulta il partito più votato (29 per cento circa), seguito da Forza Italia al 14,3. Il Partito Democratico è invece il partito più votato della coalizione che sosteneva Gori e ha ottenuto il 19 per cento circa delle preferenze.

Il candidato del Movimento 5 Stelle Dario Violi ha preso il 17 per cento circa, Attilio Rosati di Liberi e Uguali poco meno del 2 e Angela De Rosa di CasaPound, Roberto Gatti della lista “Sinistra per la Lombardia” e Giulio Arrighini di “grande Nord” non hanno superato l’1 per cento.

Attilio Fontana ha 65 anni, è avvocato, ed è considerato un leghista moderato, ma molto vicino a Salvini. Si è avvicinato alla Lega più di trent’anni fa grazie a Umberto Bossi, ma la sua carriera politica è iniziata solamente nel 1995, quando si candidò a sindaco di Induno Olona, il paese vicino a Varese dove suo padre lavorava come medico. Dal 2000 al 2005 è stato presidente del Consiglio regionale della Lombardia negli anni del secondo mandato da presidente di Roberto Formigoni. Lasciò la carica per candidarsi a sindaco di Varese, la città natale di Roberto Maroni (di cui è molto amico). Vinse col 57,8 per cento dei voti, e nel 2011 venne riconfermato al ballottaggio. All’inizio della campagna elettorale aveva pronunciato una frase razzista sulla necessità di difendere la “razza bianca” che gli aveva attirato molte critiche.