Arrivate preparati a “Black Panther”

Indovinate: esce un nuovo film di supereroi Marvel (ma questo ha qualcosa di diverso dagli altri e sta piacendo moltissimo)

(Marvel)
(Marvel)

Black Panther è l’ultimo film di supereroi della Marvel, che esce mercoledì in Italia e si basa sul personaggio di Pantera Nera, creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966 e diventato uno dei più importanti e amati pezzi di cultura pop afroamericana della seconda metà del Novecento. Black Panther, il film, è stato realizzato con un’attenzione particolare all’identità e alla connotazione afroamericana del fumetto, ed è per questo stato particolarmente apprezzato, oltre che dalla stessa comunità afroamericana statunitense, da chi è attento ai temi della rappresentazione delle minoranze etniche nel cinema.

Ma indipendentemente dall’importanza politica, Black Panther sta piacendo soprattutto perché è un bel film di supereroi della Marvel, dicono i critici: c’è una storia coinvolgente, delle gran scazzottate, degli effetti speciali spettacolari, e soprattutto un nuovo personaggio molto solido. E c’è una colonna sonora fatta da Kendrick Lamar, il rapper più famoso e talentuoso della sua generazione.

Breve storia editoriale di Pantera Nera
Il personaggio di Pantera Nera comparve per la prima volta in un albo dei Fantastici Quattro. Non era il primo personaggio di origini africane con una certa importanza nell’universo Marvel, visto che tre anni prima era stato introdotto Gabe Jones, un membro degli Howling Commandos, una squadra di soldati legati a Captain America, ma Pantera Nera fu il primo vero supereroe nero, apripista di una serie di altri personaggi che nacquero negli anni successivi e che avrebbero avuto molta fortuna e soprattutto ruoli indipendenti: come Falcon, Luke Cage, Blade e Tempesta. Il personaggio nacque qualche anno prima delle Pantere Nere, il movimento rivoluzionario afroamericano fondato nel 1966.

Dopo anni di apparizioni in altre serie Marvel, ebbe il suo primo albo indipendente nel 1973, nella serie chiamata Jungle Action. Le storie di Pantera Nera andarono avanti per tre anni, ma in mezzo venne pubblicata Panther’s Rage, una storia in 13 episodi che in molti considerano il primo vero graphic novel nella storia dei supereroi. Fu seguita da Panther vs. the Klan, altrettanto apprezzata e che raccontava la battaglia tra Pantera Nera e il Ku Klux Klan.

Pantera Nera venne accantonato e ripreso più volte nei vent’anni successivi, con più o meno fortuna: nel 1998 che venne inaugurata The Black Panther vol. 3, scritta da Christopher Priest, il primo autore afroamericano a lavorare a tempo pieno a Marvel o a DC Comics. Quella terza rivisitazione di Pantera Nera, secondo molti, è la vera ispirazione per il film Black Panther: come ha spiegato Vulture, Priest rivoluzionò il personaggio, contestualizzando il suo essere africno e la sua regalità nell’attualità politica del nuovo millennio. Oggi c’è una nuova serie su Pantera Nera, inaugurata nel 2016 e scritta da Ta-Nehisi Coates, uno dei più importanti intellettuali e scrittori afroamericani contemporanei.

Chi è Pantera Nera
Pantera Nera è il principe di Wakanda, un immaginario stato africano collocato in posti diversi negli anni, ma solitamente vicino a Kenya e Tanzania. A causa di un meteorite schiantatosi millenni fa, lo stato è ricco di vibranio, un minerale indistruttibile (inventato). Questo ha reso Wakanda uno stato ricchissimo e tecnologicamente avanzato, governato dal re T’Chaka e dalla regina N’Yami, che muore partorendo T’Challa, il vero nome di Pantera Nera. Anche suo padre muore quando lui è piccolo, e il regno viene retto temporaneamente da suo zio: lui intanto fa viaggi di iniziazione e studia a Oxford, finché fa ritorno a Wakanda per reclamare il trono.

Pantera Nera è una delle persone più intelligenti del mondo, esperto fisico e chimico, e ha grandi doti diplomatiche: il suo ruolo di re del Wakanda lo rende un politico importante e rispettato nel mondo. Ma insieme a queste doti intellettuali, è bravissimo a fare a cazzotti, grazie all’addestramento ricevuto da bambino. I suoi superpoteri veri e propri arrivano dall’Erba a Foglia di Cuore, una pianta magica che ha mangiato come rito quando è diventato re e gli ha dato forza, resistenza, percezioni e agilità sovrannaturali. Ed è aiutato da una tuta di vibranio super tecnologica e piena di ammennicoli.

La sua trasformazione a supereroe avviene quando invita in Wakanda i Fantastici Quattro per sfidarli uno a uno e sconfiggerli, per dimostrare di essere più forte di Ulysses Klaue, il suo arcinemico, un mercenario che aveva ucciso suo padre. Poi però si pente e si mette ad aiutare gli Avengers, cioè la squadra formata da Captain America, Iron Man, Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, diventandone un membro fisso.

E il film?
Il film racconta dell’ascesa al potere di Pantera Nera e della successiva battaglia contro suo cugino Erik Killmonger, che si allea con Ulysses Klaue per vendicarsi della morte di suo padre (ucciso da T’Chaka) e conquistare il trono di Wakanda. Il protagonista è Chadwick Boseman, attore 41enne che finora non ha fatto dei veri filmoni: è stato James Brown nel documentario Get On Up, uno dei protagonisti del film sulle divinità tamarre Gods of Egypt, e il protagonista di Marshall, il film uscito nel 2017 su Thurgood Marshall, primo giudice afroamericano della Corte Suprema. C’è anche Lupita Nyong’o, che fa Nakia, ex fidanzata di Pantera Nera e parte di una squadra di combattenti speciali di Wakanda. Erik Killmonger è invece interpretato da Michael B. Jordan, che ha già fatto Torcia Umana nei Fantastici Quattro e soprattutto è stato il protagonista di Creed – Nato per combattere. Ulysses Klaue lo fa invece Andy Serkis, cioè Gollum, Caesar del Pianeta delle scimmie, e Snoke negli ultimi Star Wars.

Il regista di Black Panther è Ryan Coogler, lo stesso di Creed, ed è stato scelto dopo oltre 25 anni di tentativi di fare un film sul personaggio di Pantera Nera, che per un motivo o per l’altro non si erano mai concretizzati. Un’anticipazione del personaggio c’è stata in Captain America: Civil War, dove Pantera Nera ha un ruolo abbastanza importante.

Black Panther è piaciuto molto ai critici: sul sito Rotten Tomatoes ha un punteggio del 98 per cento, sulla base di 121 recensioni. È il più alto di sempre per un film di supereroi: Il cavaliere oscuro ha il 94 per cento, per esempio. A Peter Debruge di Variety è piaciuto molto, soprattutto per come cambia le cose nel settore dei film di supereroi: «è radicalmente diverso da qualsiasi film di fumetti, con una visione fieramente afroamericana, un cast quasi tutto nero, quasi ignora gli Stati Uniti e si concentra sulla nazione immaginaria di Wakanda: e indovinate, praticamente tutto quello che c’è di diverso tra Black Panther e i precedenti film Marvel è un vantaggio per il film».

Debruge ha paragonato l’importanza di Black Panther per gli afroamericani a quella di Wonder Woman per le donne: «non c’è mai stato nella storia del cinema un film che abbia permesso a un cast di personaggi neri di avere questa rilevanza su scala globale, e in molti hanno aspettato tutta la vita di vedere una cosa del genere». Ma al di là dell’aspetto politico, a Debruge è piaciuto il film anche per tutte le altre cose, secondo lui addirittura migliori rispetto agli altri film Marvel. Non ha gli effetti speciali più spettacolari, ma ha i migliori cattivi, secondo Debruge, e attarverso la sua storia sfaccettata e complessa riesce a raccontare un sacco di cose sui temi più diversi, dalla diaspora africana ai diversi approcci alla battaglia per i diritti civili.

E poi c’è la colonna sonora, che è bella anche senza film
L’ha prodotta e curata Kendrick Lamar insieme a Anthony Tiffith, fondatore dell’etichetta Top Dawg Enterteinment: inizialmente dovevano essere solo alcune canzoni, ma poi Lamar si è appassionato e ci ha fatto un intero album. Ci sono collaborazioni di SZA, The Weeknd, Vince Staples, Jorja Smith, Future e Travis Scott, alcuni dei nomi più grossi dell’hip hop e dell’R&B mondiale, e sta piacendo moltissimo, tanto che molti critici hanno detto che quasi sarebbe piaciuto come disco autonomo, senza film (nonostante Lamar abbia fissato l’asticella altissima con i suoi precedenti dischi).

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