Gli snobbati dagli Oscar

Lista di film che qualche mese fa sembravano essere "da nomination", e invece no o meno del previsto

(Da "The Current War")
(Da "The Current War")

Il 23 gennaio sono state annunciate le nomination per gli Oscar, la cui cerimonia di premiazione sarà il 4 marzo. Escludendo i cortometraggi, i documentari, i film stranieri e quelli d’animazione, i lungometraggi che hanno avuto almeno una nomination sono trenta. La forma dell’acqua di Guillermo del Toro ne ha ricevute 13, Dunkirk otto e Tre Manifesti a Ebbing, Missouri sette. Alla lunga lista dei film nominati se ne può affiancare una di quelli che invece non ce l’hanno fatta e non si sono presi nemmeno una nomination, neanche per il miglior montaggio sonoro.

Spesso si tratta però di film che mesi fa, quando si iniziò a pensare a questi Oscar, sembravano destinati a risultati migliori. Perché magari, ancor prima che il film fosse finito, visto e recensito, se ne era parlato per la trama, il regista o gli attori.

Benjamin Lee del Guardian ha scelto i più evidenti casi di film snobbati da questi Oscar: quelli da cui mesi fa ci si aspettavano risultati migliori. Ma non è necessariamente una lista di film peggiori di quelli nominati perché, come ha scritto Lee, «è chiaro a chiunque se ne intenda un po’ di Oscar che la vittoria è una questione di pubbliche relazioni e campagne promozionali tanto quanto è una questione di, beh, fare un bel film».

Stronger

È il film che racconta la storia di Jeff Bauman, che dopo aver perso le gambe nell’attentato del 2013 durante la maratona di Boston fu determinante nell’aiutare la polizia a trovare i sospetti. Francesco Costa aveva raccontato qui la sua storia. In Stronger, Bauman è interpretato da Jake Gyllenhall: per ora il film ha ottenuto incassi deludenti e in Italia non è ancora uscito. Non è andato bene nemmeno Boston – Caccia all’uomo, un film con Mark Wahlberg che parlava dello stesso attentato.

The Current War

Racconta la storia delle guerra delle correnti, il nome con cui è nota la competizione economica e tecnologica tra Thomas Edison e George Westinghouse, nel Diciannovesimo secolo, per il controllo dell’allora nuovo mercato dell’energia elettrica. Edison è Benedict Cumberbatch e Westinghouse è Michael Shannon. Nel cast ci sono anche Nicholas Hoult, Katherine Waterston e Tom Holland. Dalla trama sembra uno di quei film che possono fare bene agli Oscar. Ma già quando fu mostrato al festival del cinema di Toronto quasi tutti i critici ne parlarono male. «Noioso e incapace di catturare l’attenzione», scrisse David Rooney di Hollywood Reporter. In più, l’ha prodotto la Weinstein Company, che non aiuta. La data d’uscita, inizialmente prevista per fine dicembre, è stata posticipata e per ora non si sa quando uscirà.

The Glass Castle

È tratto dall’omonimo libro autobiografico di Jeannette Walls, che negli Stati Uniti ebbe un discreto successo. Parla di una bambina che deve crescere in mezzo a una famiglia bizzarra e nomade. La madre è un’artista molto eccentrica e il padre un alcolizzato che fa di tutto per non fare pesare alla figlia la loro povertà. Gli attori più noti sono Brie Larson, Woody Harrelson e Naomi Watts. Nonostante l’ottimo cast, il film è passato nei cinema americani senza farsi notare e le recensioni dei critici sono state in genere poco sopra o poco sotto la sufficienza. In Italia non è uscito e non si sa se uscirà.

Wonderstruck

L’ha diretto Todd Haynes, il regista del molto più apprezzato Carol. È basato sul romanzo La stanza delle meraviglie dello scrittore Brian Selznick e le attrici più importanti sono Julianne Moore e Michelle Williams. Racconta due storie, in qualche modo collegate: quella di una ragazza sorda del 1927 e quella di un ragazzo sordo del 1977. Le recensioni sono state abbastanza buone ma quasi nessuno ne ha parlato come di un film migliore rispetto a Carol. Negli Stati Uniti ha incassato poco più di un milione di euro.

Detroit

È diretto da Kathryn Bigelow, che nel 2010 vinse l’Oscar con The Hurt Locker, e parla degli scontri di Detroit del 1967. Quegli scontri iniziarono con l’uccisione di un ragazzo nero da parte della polizia e si conclusero, giorni dopo, con 43 morti, più di mille feriti e più di settemila arresti. È una storia forte, da Oscar, diretta da una regista che un Oscar l’ha già vinto, ma non è piaciuto ai membri dell’Academy, l’associazione che assegna gli Oscar. Alcune recensioni sono state molto positive, ma qualcuno ha criticato il modo in cui il film rappresenta i neri e la loro rivolta. In Italia il film è passato dai cinema a novembre.

Ogni tuo respiro

È il primo film da regista di Andy Serkis, famoso soprattutto per essere stato Gollum e la scimmia dei nuovi film del Pianeta delle scimmie. È un film drammatico, su di un uomo di 28 anni paralizzato per colpa della poliomielite che scopre che gli restano pochi mesi di vita. Il protagonista è Andrew Garfield e nel cast ci sono anche Claire Foy e Tom Hollander. È stato nei cinema italiani a novembre, ma non ha incassato granché. Alcuni critici hanno scritto che sembrava voler essere La teoria del tutto, senza riuscirci.

Last Flag Flying

L’ha diretto Richard Linklater, il regista di Boyhood, e ci sono Steve Carell, Bryan Cranston e Laurence Fishburne. Ma è probabile non ne abbiate mai sentito parlare. Parla di tre uomini che, trent’anni dopo essere stati insieme in guerra in Vietnam, si ritrovano per il funerale del figlio di uno di loro, morto in Iraq. Il film è tratto dall’omonimo romanzo, a sua volta seguito di un romanzo da cui nel 1973 fu tratto il film L’ultima Corvé, con Jack Nicholson. I critici ne hanno in genere parlato bene, elogiando soprattutto le interpretazioni dei tre protagonisti. Non si sa come, quando e se arriverà in Italia.

La battaglia dei sessi

È un film su una famosa partita di tennis che si giocò nel 1973. Da una parte Bobby Riggs, ex tennista; dall’altra Billie Jean King. Riggs aveva 55 anni e si era ritirato dal tennis professionistico da 14 anni dopo aver vinto un torneo di Wimbledon e due US Open. Era noto per il modo, spesso offensivo, con cui criticava le donne e il tennis femminile. King aveva 29 anni, aveva già vinto un Australian Open, cinque Wimbledon, un Roland Garros e tre US Open, ed era al secondo posto della classifica delle tenniste professioniste. Era anche considerata una paladina dei diritti delle donne. Nel film sono interpretati da Steve Carell e Emma Stone. I critici lo hanno definito un buon film, che racconta una storia interessante. Non un film da Oscar, però. In Italia è uscito a ottobre.

Bonus: quelli con poche nomination

Tutti i precedenti film non hanno avuto nemmeno una nomination. Tra quelli che ne hanno avute poche e in genere non importanti ci sono questi, che quindi qualche Oscar potrebbero anche vincerlo:

Molly’s Game: È il primo film da regista di Aaron Sorkin ed è tratto dall’autobiografia di Molly Bloom, un’ex sciatrice professionista diventata poi organizzatrice di alcune esclusive partite di poker per super ricchi. Se ne parla molto bene, eppure ha ricevuto una sola nomination, per la Miglior sceneggiatura.

Victoria & Abdul: è un film di Stephen Frears, con Judi Dench che interpreta la regina Vittoria. Ha ottenuto due nomination: Migliori costumi e Miglior trucco e acconciature.

The Florida Project: è un film drammatico di Sean Beaker e l’attore più noto è Willem Dafoe. Parla di «bambini e adulti che vivono ai margini di Disney World», ha scritto Manohla Dargis del New York Times, e lo fa «spezzando i cuori, raccontando storie di persone di solito ignorate dagli altri film». Una sola nomination: per Dafoe, come Miglior attore non protagonista.

The Disaster Artist: è il film di (e con) James Franco, che prende in giro The Room, “il Quarto potere dei film brutti“. Ha avuto una sola nomination, per la Miglior sceneggiatura non originale.

The Post: ha avuto due importanti nomination (Miglior film e Miglior attrice protagonista) ma parla di giornalismo e Vietnam, è diretto da Steven Spielberg ed è interpretato da Tom Hanks e Meryl Streep. Le due nomination, seppur importanti, sono molto meno di quante si pensava qualche mese fa.