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  • Martedì 2 gennaio 2018

Quando iniziano i saldi invernali 2018

Sono già iniziati in Basilicata e Valle d'Aosta, tutti gli altri devono aspettare il 5 o il 6 gennaio

ANSA/GIORGIO BENVENUTI
ANSA/GIORGIO BENVENUTI

Venerdì 5 gennaio inizieranno i saldi invernali 2018 nella maggior parte delle regioni italiane: sono già cominciati solo in Basilicata (2 gennaio) e in Valle d’Aosta (3 gennaio), mentre in Sicilia bisognerà aspettare sabato 6 gennaio. La durata dei saldi cambierà molto da regione a regione. Nella maggior parte dei casi termineranno tra fine febbraio e inizio marzo, ma in Trentino-Alto Adige dureranno solo poco più di un mese, mentre in Campania le svendite promozionali continueranno fino al 2 aprile.

I saldi sui negozi online

I saldi non si limiteranno ai negozi “fisici”: chi preferisce gli acquisti online allo shopping tradizionale dovrebbe sapere che Amazon fa sconti sull’abbigliamento fino al 50 per cento fino al 28 febbraioTrovate anche promozioni su scarpe, abbigliamento e accessori con sconti fino al 70 per cento su Asos e al 50 per cento su Zalando. Ci sono sconti al 70 per cento anche su tutta la collezione di abbigliamento uomo, donna e bambino di OVS. Inoltre, in questo periodo molti negozi online di abbigliamento, come per esempio Nike, aggiungono prodotti alla loro sezione outlet, che è quella che propone prodotti in saldo tutto l’anno.

Le date dei saldi invernali, regione per regione:
Abruzzo: 5 gennaio – 5 marzo
Basilicata: 2 gennaio – 1 marzo
Calabria: 5 gennaio – 28 febbraio
Campania: 5 gennaio – 2 aprile
Emilia Romagna: 5 gennaio – 5 marzo
Friuli Venezia Giulia: 5 gennaio – 31 marzo
Lazio: 5 gennaio 2018 – 28 febbraio
Liguria: 5 gennaio – 18 febbraio
Lombardia: 5 gennaio – 5 marzo
Marche: 5 gennaio – 1 marzo
Molise: 5 gennaio – 5 marzo
Piemonte: 5 gennaio – 28 febbraio
Puglia: 5 gennaio – 28 febbraio
Sardegna: 5 gennaio – 5 marzo
Sicilia: 6 gennaio – 15 marzo
Toscana: 5 gennaio – 5 marzo
Umbria: 5 gennaio – 5 marzo
Valle D’Aosta: 3 gennaio – 31 marzo
Veneto: 5 gennaio – 31 marzo
Trentino-Alto Adige: 5 gennaio – 16 febbraio

I saldi: da dove arrivano? Perché si chiamano così?

I saldi sono le vendite a prezzi scontati nel settore commerciale dell’abbigliamento, che avvengono di solito in due periodi dell’anno: dopo le feste natalizie e ai primi di luglio. La parola viene dal lessico commerciale: la differenza tra le entrate e le uscite sono un “saldo”, positivo o negativo, e i “saldi” sono quindi quello che non è stato venduto in un negozio alla fine della stagione e la vendita stessa di quei capi invenduti.

Le prime leggi che interessano le vendite straordinarie risalgono al periodo fascista in cui sono state introdotte le due categorie delle “vendite straordinarie” e delle “vendite di liquidazione”. I commercianti potevano scegliere liberamente il periodo dell’anno in cui fare le vendite straordinarie. Secondo una legge del 1980, le Camere di commercio stabilivano i periodi dell’anno, al massimo due, in cui si potevano tenere i saldi, che non potevano durare più di quattro settimane. La pubblicità non poteva essere “ingannevole” e il venditore aveva l’obbligo di dimostrare, in caso di controlli, che aveva effettivamente fatto gli sconti promessi rispetto ai prezzi precedenti. Nel 1998 si intervenne ancora sulle date, stabilendo che fossero le singole regioni a decidere quando poter iniziare i saldi. I saldi non esistono solo in Italia: molti paesi europei stabiliscono legislazioni particolari per le vendite promozionali.

Per poter fare i saldi i negozi devono rispettare alcune regole. Ad esempio il prezzo originale di ogni prodotto in saldo deve essere sempre indicato in modo chiaro e inequivocabile, vicino alla percentuale di sconto e al prezzo scontato. Inoltre le merci in saldo devono essere tenute in zone separate rispetto a quelle non in saldo, in modo da non essere confuse. Qui ci sono i consigli della Guardia di Finanza per evitare truffe nel periodo dei saldi. Anche il Codacons ha pubblicato sul proprio sito 10 consigli per fare acquisti in sicurezza.

Diffidare degli sconti superiori al 50 per cento, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto).

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