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  • Domenica 26 novembre 2017

Lo sperduto e lussuoso bunker per i miliardari preoccupati dell’apocalisse

È negli Stati Uniti e un appartamento costa 1,5 milioni di dollari, ma garantisce un piano organizzatissimo per sfuggire a guerre nucleari e rivolte sociali

In Kansas, a due ore dalla città più vicina, c’è un vecchio silos per missili nucleari di tipo ATLAS. Nel 2008, è stato venduto per 300 mila dollari a Larry Hall, un ex dirigente di industrie militari. Quattro anni e 20 milioni di dollari dopo, il silos è diventato un bunker per miliardari, dove si può comprare per 3 milioni di dollari un appartamento di lusso a prova di guerra nucleare. Hall sostiene di avere venduto quasi tutti i 12 appartamenti che ha ricavato dal silos. La sua società, Survival Condo, sta attrezzando un secondo bunker e, sul suo sito, si offre di scavarne di nuovi su richiesta dei propri clienti.

Il New York Times ha pubblicato un video girato a 360° che mostra l’interno degli appartamenti. Sono stanze che ricordano quelle degli alberghi di lusso. Hanno finiture in legno, mobili di design, piscine e idromassaggi. Alle pareti ci sono schermi che mostrano immagini riprese in tempo reale della superficie sopra il bunker, oppure video scelti dal proprietario – alcuni clienti hanno chiesto immagini di New York, accompagnate dai suoni che si sentono in città nell’ora di punta, automobili, clacson e rumori dei passanti. Due acquirenti che hanno acquistato un appartamento che occupa mezzo piano e costa 1,5 milioni di dollari, hanno raccontato al New York Times di sentirsi nell’epoca più pericolosa della storia e che, per proteggersi da guerre nucleari o da un collasso dell’ordine pubblico, hanno preferito fare questo investimento.

Il bunker è a prova di guerra nucleare (a meno che una bomba non caschi a poca distanza). Sistemi di filtraggio dell’aria impediscono la contaminazione da radiazioni o sostanze tossiche. Pale eoliche e panelli solari garantiscono una fornitura di energia elettrica autonoma, mentre uno spazio dedicato alle colture di piante e all’allevamento di pesci dovrebbe assicurare una fornitura di cibo quasi illimitata. Sul sito della società viene assicurato che il bunker ha autonomia completa per cinque anni. Il bunker è anche dotato di una “guarnigione” armata che ha il compito di proteggere gli occupanti in caso d’attacco (anche se, dalle fotografie, sembra più una famiglia americana in gita per i boschi che un reparto militare efficiente).

In caso di improvvisa apocalisse la cosa più difficile sarà probabilmente raggiungere il bunker, che si trova in una località remota. Per questa ragione, Survival Condo assicura che ad ogni cliente saranno assegnati tre piani di evacuazione appositamente studiati per prelevare lui e la sua famiglia, ovunque si trovino, e trasportarli nel bunker. A questo scopo, la società dispone di una pista di atterraggio non molto lontana dal bunker e di alcuni veicoli blindati fuoristrada, che serviranno per andare a prendere gli ospiti della struttura nelle loro abitazioni o nell’aeroporto più vicino.

Nel gennaio del 2017 il giornalista del New Yorker Evan Osnos ha visitato il bunker per cercare di capire meglio chi siano i potenziali acquirenti dei suoi lussuosi appartamenti e, più in generale, chi siano gli americani che spendono milioni di dollari per prepararsi all’apocalisse. Per cominciare, scrive Osnos, quello della preparazione al collasso della società non è un fenomeno nuovo negli Stati Uniti. Esiste anche una parola per definire coloro che accumulano scorte di armi e cibo in vista di questo scenario: “preppers”, o “coloro che sono preparati”. Almeno fino a pochi anni fa, i “preppers” non era multimilionari, ma piuttosto appassionati di vita all’aperto, fanatici delle armi o cospirazionisti di estrema destra. La rielezione di Barack Obama nel 2012, che sembrava promettere maggior controllo sulle armi e una più forte intromissione dello stato nelle vite dei cittadini, ha dato nuova energia al movimento. Negli ultimi anni si sono moltiplicate milizie, associazioni e gruppi di individui che si preparano all’apocalisse addestrandosi all’uso delle armi e accumulando riserve di cibo.

I clienti di Survival Condo, però, non appartengono a questa categoria. Secondo Osnos rappresentano invece una nuova generazione di “preppers”. Non sono abitanti dell’America rurale, ma miliardari della Silicon Valley, diventati ricchi grazie alla new economy. Il loro timore non è tanto una guerra nucleare o la trasformazione del governo in una dittatura, quanto una rivolta sociale contro i loro privilegi. Max Levchin, uno dei fondatori di PayPal, ha raccontato ad Osnos che agli incontri tra i nuovi ricchi creati da internet l’argomento bunker ritorna spesso ed è una cosa che lo mette in imbarazzo.

A chi si preoccupa della sua sicurezza in caso di rivolta sociale, ha raccontato, domanda sempre quand’è stata l’ultima volta che ha fatto una donazione al rifugio per senzatetto della sua città. «Queste paure – ha raccontato – per me sono collegate al divario tra ricchi e poveri: tutte le altre paure di cui si sente parlare sono artificiali». Secondo Levchin, almeno il 50 per cento dei nuovi ricchi ha investito in un “piano di emergenza” in caso di rivoluzione, come una casa in Nuova Zelanda o su un’altra isola remota, oppure un appartamento a prova di bomba nucleare nel silos di Survival Condo.