Il Piemonte continua a bruciare

Le foto dalla Valsusa e dai paesi evacuati attorno a cui le fiamme bruciano da giorni

Mompantero, 29 ottobre 2017
(LaPresse/Marco Alpozzi)
Mompantero, 29 ottobre 2017 (LaPresse/Marco Alpozzi)

I grandi incendi che da giorni stanno bruciando in Valsusa, nella parte più occidentale del Piemonte a ovest di Torino, hanno reso necessaria l’evacuazione di almeno mille persone nelle ultime ore. Ieri i venti più forti hanno nuovamente alimentato le fiamme che erano stati quasi spente grazie agli interventi dei vigili del fuoco e dei Canadair, complicando le attività di soccorso della popolazione. Gli incendi sono causati dal prolungato periodo di siccità che sta interessando il Piemonte occidentale, ma sono in corso anche indagini per alcuni sospetti piromani che avrebbero appiccato focolai nei giorni scorsi.

Il fumo prodotto dagli incendi rende scarsa la visibilità in molti punti della Valsusa e ha aggravato l’inquinamento dell’aria in un’area molto estesa del Piemonte, interessando soprattutto la provincia di Torino che già da giorni è oltre i limiti per quanto riguarda le polveri sottili (PM10). L’autostrada del Frejus, che conduce verso la Francia, è stata chiusa nel tratto tra Oulx e Chianocco per motivi di sicurezza, dopo che un incendio ne ha lambito la carreggiata. A Novalesa, nell’adiacente val Cenischia, sono state segnalate fiamme alte decine di metri, ma il vento e il fumo intenso non hanno reso possibile l’utilizzo di elicotteri e Canadair per contenere l’incendio.

La situazione più difficile nelle ultime ore è stata a Mompantero, un piccolo comune ai piedi del monte Rocciamelone con numerose frazioni. Circa 450 persone hanno dovuto abbandonare la zona perché un grande incendio si è avvicinato alle loro case. A Seghino, una delle frazioni sulle pendici della montagna, nel fine settimana è stata completata l’evacuazione del paese. Fino a venerdì notte erano rimasti alcuni volontari, che avevano incessantemente bagnato il terreno intorno al piccolo centro abitato, nella speranza di tenere lontane le fiamme.

A Susa è stato allestito un centro per coordinare i soccorsi e dare aiuto alla popolazione, ma il sindaco Sandro Plano ha spiegato su Facebook che la situazione è sotto controllo e che oggi le scuole saranno normalmente aperte. Ieri si è comunque resa necessaria l’evacuazione di una casa di riposo, a causa del fumo portato dal vento. Quasi 200 anziani sono stati trasferiti negli alberghi e in altre case di riposo della valle.

Nel complesso in Piemonte sono stati segnalati circa 11 grandi incendi attivi che riguardano soprattutto le province di Torino e di Cuneo. Si stima che nel complesso le fiamme abbiano bruciato più di 3mila ettari di bosco e le operazioni per contenerle sono state molto difficoltose, anche a causa di una iniziale carenza di mezzi e scarsa disponibilità di aiuti dalle altre regioni. Dopo un appello del Piemonte al ministro dell’Interno Marco Minniti, il governo ha ottenuto l’invio di due Canadair dalla Croazia, grazie al Meccanismo europeo di protezione civile dell’Unione Europea. In Valsusa sono impegnati anche diversi elicotteri, che non possono sempre volare a causa dei venti e della scarsa visibilità.

Il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, ha visitato alcune zone della Valsusa interessate dagli incendi e ha spiegato che il governo ha garantito il proprio impegno per aiutare la popolazione. Ci sono state però polemiche da parte di alcuni amministratori locali, che hanno denunciato il ritardo nell’arrivo degli aiuti e uno scarso interesse da parte del governo centrale.

Altri quattro incendi sono attivi in Lombardia tra Varese, Como, Sondrio e Pavia e hanno richiesto l’intervento di numerose squadre dei vigili del fuoco; alcune abitazioni sono state evacuate e potrebbero essere necessari giorni prima di spegnere gli incendi, anche a causa della siccità e dei venti che alimentano le fiamme.