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  • Sabato 22 luglio 2017

Turchia e Germania litigano di nuovo

Soprattutto per l'arresto di alcuni cittadini tedeschi in Turchia con l'accusa di terrorismo, ma anche per una serie di questioni più complesse

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e la cancelliera tedesca Angela Merkel al G20 di Amburgo, in Germania, il 7 luglio 2017 (ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e la cancelliera tedesca Angela Merkel al G20 di Amburgo, in Germania, il 7 luglio 2017 (ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)

Venerdì il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha respinto le richieste del governo tedesco di rilasciare un gruppo di cittadini tedeschi arrestati in Turchia, che secondo la Germania sono trattenuti ingiustamente, e ha criticato la Germania sostenendo che ultimamente si stia comportando in maniera scorretta col suo paese. «Non avete l’autorità per insultarci», ha detto Erdoğan a un evento di beneficenza a un ospedale di Istanbul. È solo l’ultimo episodio di un litigio tra Germania e Turchia che in qualche misura va avanti da più di un anno, che si è particolarmente aggravato negli ultimi giorni, per le dichiarazioni e le accuse provenienti da entrambe le parti.

Il litigio di questi giorni riguarda l’arresto di Peter Steudtner, un attivista per i diritti umani tedesco: lui e altri nove attivisti, tra cui la direttrice di Amnesty International Turchia Idil Eser, sono stati fermati con l’accusa di terrorismo. Questa settimana il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha detto che l’arresto di Steudtner è «assurdo» e che «i cittadini tedeschi non sono più al sicuro da arresti arbitrari» in Turchia; il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha detto che se la Turchia non smette di comportarsi come sta facendo il governo dovrà dire ai cittadini tedeschi di andare in Turchia «a proprio rischio e pericolo» e in generale di fare attenzione. Schäuble ha anche paragonato la Turchia alla Repubblica Democratica Tedesca, cioè la Germania Est di un tempo, per come ha arrestato Steudtner e impedito che l’uomo ricevesse aiuto dal consolato tedesco in Turchia.

I ministri tedeschi non hanno di fatto imposto un divieto di viaggio o sanzioni economiche alla Turchia, ma anche solo il fatto che se ne discuta a livello di ipotesi è indicativo. I rapporti tra la Germani e la Turchia sono stretti da decenni per varie ragioni. La Germania è il primo paese per scambi commerciali con la Turchia e ogni anno moltissimi tedeschi vanno in vacanza in Turchia: l’anno scorso sono stati 3,3 milioni, più di quanti ne arrivino da qualsiasi altro paese. Inoltre moltissimi cittadini turchi e persone di origine turca, circa tre milioni, vivono in Germania. Una modifica degli equilibri nel loro rapporto potrebbe potenzialmente avere conseguenze piuttosto ampie sia a livello europeo che internazionale.

I cattivi rapporti tra i due paesi sono iniziati prima del fallito colpo di stato del 15 luglio dell’anno scorso e si sono lentamente aggravati successivamente. Inizialmente ci sono state tensioni perché la Turchia voleva far processare un comico tedesco che aveva offeso Erdoğan durante una trasmissione televisiva; poi perché il parlamento tedesco aveva votato una mozione per riconoscere il genocidio degli armeni, compiuto dal governo turco durante la Prima guerra mondiale; dopo ancora perché un tribunale amministrativo tedesco aveva proibito la trasmissione di un videomessaggio di Erdoğan nel corso di una manifestazione a favore del governo turco organizzata a Colonia in previsione del referendum costituzionale di aprile con cui sono stati aumentati i poteri del presidente.

Più recentemente, si sono aggiunti nuovi problemi: oltre a Steudtner, altri nove cittadini tedeschi sono stati arrestati in Turchia, tra cui due giornalisti, Deniz Yücel e Meşale Tolu. Yücel, che lavora per il quotidiano di Berlino Die Welt e ha doppia nazionalità, tedesca e turca, è stato arrestato lo scorso febbraio, Tolu a maggio. Inoltre il governo turco ha proibito a una delegazione di parlamentari tedeschi di fare visita ai soldati tedeschi presenti in due basi militari turche perché impegnati in operazioni contro lo Stato Islamico. Infine, secondo quanto scritto dal quotidiano tedesco Die Zeit, il governo tedesco ha ricevuto da quello turco una lista di 68 società (tra cui la compagnia chimica BASF e la produttrice di auto e altri mezzi motorizzati Daimler) e cittadini tedeschi sospettati di sostenere il movimento “terrorista” di Fethullah Gülen, il religioso turco che fino al 2013 era il principale alleato politico di Erdoğan per poi diventare suo avversario: Gülen, che vive da anni negli Stati Uniti, è la persona che secondo il governo turco ha organizzato il golpe fallito dell’anno scorso. Il vice primo ministro turco Mehmet Şimşek però ha negato che le società tedesche siano oggetto di indagini connesse al terrorismo, e probabilmente la consegna della lista non avrà alcuna conseguenza pratica in Germania.

Da parte sua, Erdoğan ce l’ha con la Germania per aver dato asilo ad ex militari e funzionari turchi accusati di aver avuto un ruolo nell’organizzazione del tentato colpo di stato dell’anno scorso. In un anno in Turchia circa 50mila persone sono state arrestate e altre 150mila sono state rimosse dal loro posto di lavoro con accuse simili (spesso molto fragili); fin dai giorni successivi al colpo di stato Erdoğan ha parlato di reintrodurre la pena di morte per le persone coinvolte nel colpo di stato. Erdoğan ce l’ha con la Germania anche perché alcuni membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che il governo turco considera un gruppo terroristico, vivono nel paese, e perché in Germania c’è un’indagine sui rappresentati nel paese della Türkisch-Islamische Union der Anstalt für Religion, la branca tedesca dell’istituzione statale turca che si occupa di promuovere e difendere l’Islam: i rappresentanti di questa organizzazione sono sospettati di spiare i turchi che vivono in Germania.

L’anno scorso, quando la Turchia si era accordata com l’Unione Europea per garantire l’interruzione del flusso di migranti in Grecia, difficilmente i ministri tedeschi avrebbero criticato la Turchia tanto quanto hanno fatto negli ultimi giorni, spiega il New York Times. Ma nell’ultimo anno molte meno persone hanno cercato di raggiungere l’Europa passando per la Turchia, e la collaborazione del governo di Erdoğan non è più considerata così essenziale.Inoltre in Germania mancano solo due mesi alle elezioni politiche, che si terranno il 24 settembre: i politici tedeschi stanno prendendo posizioni più forti sulle questioni turche anche per ottenere consenso elettorale.

Non è comunque detto che la situazione peggiori fino a una vera e propria rottura nelle relazioni diplomatiche, e nemmeno che questo litigio porti alla definitiva interruzione del processo di ingresso della Turchia nell’Unione Europea; che è tuttora in corso, nonostante al momento sembra impossibile che la Turchia possa davvero entrare nell’Unione. Alla Turchia comunque conviene non interrompere nessuna delle due cose, visto che sono una garanzia di stabilità per gli investitori stranieri e quindi per l’economia turca.