I cinque uomini colpevoli dell’omicidio dell’attivista russo Boris Nemtsov sono stati condannati a pene dagli 11 ai 20 anni

I cinque uomini giudicati responsabili lo scorso 29 giugno dell’omicidio di Boris Nemtsov, importante attivista e oppositore del governo russo di Vladimir Putin, sono stati condannati a pene dagli 11 ai 20 anni. Nemtsov venne assassinato la sera di venerdì 27 febbraio 2015 mentre attraversava il ponte Moskvoretsky, vicino al Cremlino, la zona di Mosca dove si trovano le più importanti istituzioni governative della Russia. Zaur Dadayev, ex vice-comandante di un’unità speciale della polizia della Cecenia, è stato condannato per essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio e ha ricevuto la pena più alta: 20 anni. La pubblica accusa aveva chiesto per lui il carcere a vita. Gli altri quattro sono stati condannati per il loro coinvolgimento a pene che vanno dagli 11 ai 19 anni. Dadayev fu arrestato poco dopo l’omicidio, e confessò: sulla sua confessione vennero però avanzati dei dubbi da un’associazione per i diritti umani che ipotizzò potesse averla fornita sotto tortura.