I migliori film del 2017, fin qui
Da quello a cui pensate tutti a thriller erotici giapponesi passando per alcuni horror, nella lista di consigli per l'estate del Guardian
Anche quest’anno, arrivati a giugno, il Guardian ha fatto una lista dei film più belli usciti nel 2017 (o alla fine del 2016, in certi casi), come ha fatto pochi giorni fa per le serie tv. Ci sono ovviamente quelli a cui state pensando, da La La Land a Moonlight, ma sono diluiti in mezzo a una serie di dritte per niente scontate: da un horror che rende omaggio ai film di serie B degli anni Sessanta a un film pulp con Brie Larson che è un’unica, lunga sparatoria in un magazzino abbandonato. Poi c’è qualche film romeno o cileno, per chi cerca cose di nicchia, insieme a una prossima uscita di cui si parla già molto e bene, con Kevin Spacey, Jamie Foxx e Jon Hamm.
Ritratto di Famiglia con Tempesta
È diretto da Hirokazu Koreeda, tra i più famosi e apprezzati registi contemporanei giapponesi. Parla di un padre con pochi soldi, che si mantiene facendo il detective privato a tempo perso, e vive sostanzialmente solo per i momenti del mese che passa con suo figlio, che ha avuto con la sua ex moglie. In parte è un dramma famigliare, in parte un noir: secondo il Guardian un altro regista ne avrebbe fatto una commedia nera, ma «c’è una tale intelligenza e delicatezza nel film di Koreeda, una tale verve e sottile umanità». Ha vinto il premio Un certain regard a Cannes.
Aquarius
Racconta di Clara, una musicista brasiliana in pensione, che si rifiuta di lasciare la sua casa e venderla a una società immobiliare che vuole costruirci sopra un altro palazzo. Il film ha provocato discussioni e polemiche dato che è uscito in concomitanza con la grave crisi politica ed economica del paese, e il cast ha anche protestato contro l’impeachment della presidente Dilma Rousseff. Il Guardian lo ha definito un «ricco e complesso studio di un personaggio (…): osservato con attenzione, costruito con scrupolo, e con una meravigliosa interpretazione».
Cameraperson
È un documentario autobiografico della regista Kirsten Johnson, realizzato con le molte riprese fatte durante i suoi viaggi in giro per il mondo a girare documentari. Secondo il Guardian è un «affascinante e unico meta-documentario, o memoir quasi-professionale; mette in discussione l’idea di personalità e autore, nell’atto di vedere, filmare e montare».
Baby Driver
In Italia deve uscire, negli Stati Uniti doveva arrivare nei cinema ad agosto ma è invece è uscito prima, a giugno. Il protagonista è Ansel Egort, famoso per la serie di film Divergent, e ci sono un sacco di attori famosi, da Kevin Spacey a Jon Hamm a Jamie Foxx, insieme ad alcuni cantanti e musicisti, come Sky Ferreira e Flea dei Red Hot Chili Peppers. È un film d’azione, su un abilissimo pilota di auto che lavora per chi fa crimini e rapine, e secondo il Guardian è un film «incredibilmente stiloso ed emozionante, un filmone estetico abbastanza figo da gelarvi il cervello, come un episodio di Carpool Karaoke di James Corden diretto da Walter Hill».
Certain Women
Laura Dern, Michelle Williams, Lily Gladstone e Kristen Stewart interpretano quattro donne le cui vite – molto diverse – si intrecciano in Montana. È un film di Kelly Reichardt, e ha ricevuto critiche entusiaste per come ha costruito personaggi credibili e tridimensionali, interpretati da attrici molto brave. Il Guardian scrive che «è un film che rinuncia a far esplodere le tradizionali catarsi e rivelazioni che mettono tutto insieme, e qualcuno potrebbe trovarlo frustrante. Io l’ho trovato totalmente coinvolgente. Dovete prendervi del tempo per immergervi nel suo mistero silenzioso».
Poesia Sin Fin
È il secondo film autobiografico del famoso regista cileno Alejandro Jodorowsky, parte di una trilogia: questo racconta la sua gioventù nel Cile degli anni Cinquanta. Jodorowsky ha fatto i suoi film più famosi negli anni Settanta – El Topo e La montagna sacra – ma secondo il Guardian questo «non è il film di un vecchio: c’è gusto ed energia, la ricerca dell’emozione, dello shock, della sorpresa. Potete trovarci qualcosa che si trova raramente, anche nei film migliori: quanto si stia semplicemente divertendo il regista».
Elle
È un thriller drammatico del regista olandese Paul Verhoeven. Parla di una donna d’affari di successo (interpretata da Isabelle Huppert) che prova a rintracciare l’uomo che l’ha stuprata. Secondo molti critici Huppert ha fatto una delle performance migliori dell’anno, che il Guardian ha apprezzato soprattutto per come mischia humor nero, colpi di scena e aspetti disturbanti.
Free Fire
È un film pulp del regista Ben Wheatley, con Sharlto Copley, Armie Hammer e Brie Larson, premio Oscar come migliore attrice per Room. Parla di uno scambio di armi che finisce male, e si trasforma in una lunga e gigantesca sparatoria. Secondo il Guardian è l’equivalente di «una suite jazz atonale della durata di un’ora e mezza, come un film di Sam Peckinpah sceneggiato da Ornette Coleman e Sun Ra».
Scappa – Get Out
È il film horror dell’anno, senza esagerare: ne hanno parlato tutti, e benissimo, per come riesce a raccontare le precarie condizioni degli afroamericani negli Stati Uniti contemporanei. Il Guardian l’ha paragonato a «Ira Levin che riscrive Indovina chi viene a cena?».
Un padre, una figlia
È un film romeno di Christian Mungiu, sulla storia di un dottore e dei suoi sforzi per mandare la figlia in una prestigiosa università britannica. «La tragedia non è un genere molto affrontato nel cinema, ma Graduation, il film cupo e coinvolgente di Cristian Mungiu, può solo essere definito così. È un film di grande impatto e serietà morale».
Agassi
È un film thriller-erotico, ispirato al romanzo Ladra di Sarah Waters, ambientato nella Corea degli anni Trenta, durante l’occupazione giapponese. Parla di una ragazza orfana che viene presa in custodia dallo zio, grande collezionista di romanzi erotici, che vuole sposarla per ottenerne l’eredità. Il regista è Park Chan-wook, cioè quello di Mr. Vendetta e Old Boy, e secondo il Guardian ha «una sessualità scandalosa» che rende certe scene mozzafiato, meglio di quelle del libro.
I am not your negro
È un documentario sul saggista, poeta, romanziere e attivista per i diritti civili James Baldwin, e la voce narrante è quella di Samuel L. Jackson. Secondo il Guardian riesce a rendere bene quanto Baldwin fosse un grande oratore e intellettuale, «che merita il suo posto insieme a Edward Said, Frantz Fanon o Gore Vidal».
Lady Macbeth
È un film britannico ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore russo Nikolai Leskov, che racconta una storia di tradimenti e omicidi nell’Inghilterra di metà Ottocento. Al Guardian è piaciuto perché «riesce a fare un sacco di cose con un budget limitato. È intelligente, sensuale, cupo: qualità che sono sfruttate da una performance letalmente carismatica della protagonista Florence Pugh».
La La Land
Potreste averne sentito parlare. Il musical di Damien Chazelle con Emma Stone e Ryan Gosling, secondo il Guardian, è «un omaggio di colori primari ai musical classici, un atto di adorazione degli antenati, che sprizza energia e ottimismo sognante su tutto lo schermo».
LEGO Batman
È lo spin off di LEGO Movie, il film fatto con i mattoncini danesi che nel 2014 aveva avuto molto successo: la voce di Batman è quella di Will Arnett, che è anche il doppiatore di Bojack Horseman nell’omonima serie di Netflix, e tra gli altri ci sono Zach Galifianakis, Michael Cera, Rosario Dawson, Ralph Fiennes e Mariah Carey. Il Guardian lo definisce «sofisticato», spiegando che riesce a «soddisfare i suoi obblighi commerciali, infilare un po’ di colpi di satira, e impacchettare tutto in una commedia apparentemente irriverente e auto-ironica per tutte le età».
The Levelling
È un film drammatico britannico su una veterana di guerra che torna nella casa di famiglia in campagna, per ritrovarsi col padre con il quale ha un rapporto complicato. Per il Guardian è come «un film horror popolare molto disturbante, senza l’horror, solo con la parte popolare».
Lion – La strada verso casa
Era uno dei film candidati all’Oscar, nel quale Dev Patel interpreta un ragazzo indiano che si mette a cercare la sua vera madre, che aveva perso da piccolo dopo essere salito per sbaglio su un treno per Calcutta. «Rende piena giustizia al terrore, al pathos e alla drammaticità dell’odissea postmoderna del suo protagonista».
Logan
È uno dei film di supereroi di cui si è parlato meglio negli ultimi anni, con Hugh Jackman che interpreta Wolverine. Secondo il Guardian è però «più un film di sopravvivenza che un film di supereroi», nel quale i «superpoteri si perdono nei poteri ordinari».
The Love Witch
È un thriller-horror su una donna che usa i suoi poteri da strega per fare innamorare di sé gli uomini, in quello che è stato interpretato come un grande omaggio agli horror degli anni Sessanta. Secondo il Guardian c’è comunque molto di più, perché la regista Anna Biller riesce a nascondere gli elementi più erotici e spaventosi del film: «È un B-movie con la potenza di un filmone».
Manchester by the sea
Era uno dei film più quotati agli Oscar, e infatti ha vinto quello per la migliore sceneggiatura originale e per il migliore attore protagonista, Casey Affleck. Parla di un uomo pieno di problemi e con una storia drammatica alle spalle, che deve occuparsi del figlio di suo fratello, morto per un infarto. «È un film sulla vita come viene vissuta nel mondo reale, con dolore straziante, cose lasciate in sospeso che ritornano, lezioni non imparate. La vita senza una conclusione narrativa».
Moonlight
Il vincitore del premio Oscar come miglior film – che stava per non esserlo – racconta la storia in tre parti di un ragazzo afroamericano nella periferia di Miami, con una combinazione di talento e sincerità emotiva che il Guardian definisce «travolgente». «È il tipo di film che ti fa sentire in qualche modo più intelligente e fisicamente più leggero».
Okja
È la storia di un creatura gigantesca e della bambina che l’ha allevata, e del suo tentativo di non far diventare l’animale carne da allevamento. Tra gli attori ci sono Tilda Swinton e Paul Dano, e secondo il Guardian «l’energia pura e la gradevolezza di questo film lo rendono un gran piacere».
L’altro volto della speranza
È un film del regista finlandese Aki Kaurismäki, che si occupa spesso di storie di persone povere ed emarginate, raccontate però spesso con toni comici. Questo parla invece di migranti, e in particolare di un richiedente asilo siriano che vuole stabilirsi in Finlandia e stringe un rapporto particolare con il proprietario di un ristorante. La storia è assurda, spiega il Guardian, «ma c’è sempre empatia, e leggerezza nel modo di raccontarla».
Personal shopper
La protagonista è Kristen Stewart, che interpreta una ragazza che compra vestiti per le celebrità, ma che dopo la morte del fratello gemello scopre di poter parlare con i morti. «È stiloso, misterioso e molto strano» scrive il Guardian, «ed è tenuto insieme da una grande performance di Kristen Stewart».
A quiet passion
Cynthia Nixon, cioè Miranda di Sex and the City, interpreta Emily Dickinson, secondo i critici offrendo una grande performance. Dice il Guardian che riesce a combinare «delicatezza con spigolosità, vulnerabilità con audacia».
T2 Trainspotting
Nel seguito del famosissimo film di Danny Boyle del 1996 su quattro tossici di Edimburgo i protagonisti originali si sono riuniti per raccontare le storie dei personaggi vent’anni dopo. È piaciuto molto, e non era per niente facile fare il seguito di uno dei film più amati e influenti degli anni Novanta. «Era tutto quello che si poteva sperare» dice il Guardian.
Their Finest
Si basa sul libro del 2009 Their Finest Hour and a Half di Lissa Evans, e racconta di una scrittrice che realizza film di propaganda durante la Seconda guerra mondiale, e secondo il Guardian bisogna avere «un cuore di pietra» per non amarlo.
Vi presento Toni Erdmann
È finito anche in cima alla lista dei Cahiers du Cinema dei film migliori del 2016 (è uscito l’anno scorso), ed è diretto dalla regista tedesca Maren Ade, che nel 2009 vinse l’Orso d’argento al Festival di Berlino con il film Alle Anderen. Parla di un padre a cui piace fare il buffone e del suo difficile rapporto con la figlia adulta. Ne faranno una versione americana, con Jack Nicholson nel ruolo di Toni Erdmann. È piaciuto tantissimo ai critici, e secondo il Guardian mischia Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter di Jack Lemmon, A proposito di Schmidt di Alexander Payne e Gli idioti di Lars Von Trier.