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  • Venerdì 2 dicembre 2016

Ci sono 350 nuovi casi di pedofilia nel calcio inglese

Dopo l'articolo del Guardian la polizia ha ricevuto moltissime denunce da calciatori ed ex calciatori che hanno subito abusi quando erano minorenni

La via adiacente al St. James' Park di Newcastle (Paul Thomas/Getty Images)
La via adiacente al St. James' Park di Newcastle (Paul Thomas/Getty Images)

La polizia inglese sostiene che da quando il Guardian ha pubblicato le rivelazioni dell’ex calciatore Andy Woodard sugli abusi sessuali subiti quand’era giovane da un allenatore del Crewe Alexandra, squadra per cui giocava, altre 350 persone con trascorsi nel calcio amatoriale e professionistico inglese hanno denunciato alla polizia di aver subito abusi sessuali. La polizia inglese ha ricevuto quasi tutte le segnalazioni fra il 24 e il 30 novembre, da una decina di contee, e le chiamate stanno continuando ad arrivare anche in questi giorni. Gli agenti di polizia che stanno seguendo i casi hanno riferito al Guardian che continueranno a incoraggiare le testimonianze di coloro che hanno subito abusi sessuali quand’erano minorenni, anche a distanza di anni dai fatti denunciati.

Si è iniziato a parlare di pedofilia nel calcio inglese lo scorso 16 novembre, dopo la pubblicazione di un articolo scritto da Daniel Taylor, giornalista del Guardian, che conteneva le testimonianze di Woodward sulle violenze sessuali subite negli anni Ottanta da Barry Bennell, allenatore delle giovanili del Crewe Alexandra, storico club inglese del Cheshire. Negli anni Ottanta Bennell convinse Woodward, giovane promettente, a trasferirsi a Crewe per allenarsi con la squadra locale; per rendere più facile la permanenza in città e per rassicurare la sua famiglia, Bennell si offrì di ospitare Woodward nella sua abitazione, situata nelle vicinanze dei campi di allenamento, ogni qual volta ce ne fosse stato bisogno. Woodward si trasferì a Crewe e gli abusi iniziarono poco dopo.

Per mantenere il massimo riserbo su quello che succedeva nella sua abitazione, Bennell iniziò a ricattare e intimidire Woodward, sia a casa che al campo di allenamento. Spesso, senza nessun preavviso, Bennell si avvicinava minacciosamente a Woodward; altre volte, durante gli allenamenti, lo richiamava senza motivo per mandarlo negli spogliatoi a cambiarsi. In quel periodo Woodward era “completamente soggiogato da Bennell” e iniziò a chiudersi in se stesso, senza parlare con nessuno di quello che stava accadendo. Questo, negli anni successivi, gli provocò frequenti attacchi di panico e una forte depressione.

Gli abusi continuarono per anni, fino a quando, verso la metà degli anni Novanta, un ragazzo di Crewe denunciò le violenze subite da Bennell, e così partirono le prime indagini. Successivamente altre persone accusarono Bennell di abusi sessuali su dei minorenni nel corso dei campi di allenamento estivi organizzati all’estero, in Spagna e negli Stati Uniti: negli anni Ottanta e Novanta Bennell non aveva allenato solo le giovanili del Crewe Alexandra, ma aveva avuto incarichi allo Stoke City, al Manchester City e con numerosi altri club nel Derbyshire e nello Staffordshire. Si venne a sapere che Bennell abusò di un ragazzo nelle strutture del centro sportivo di Crewe, e di un altro nell’abitazione di un dirigente che però, secondo il tribunale che giudicò il caso, non era al corrente di quello che stava succedendo. Bennell fu inizialmente accusato di quarantacinque abusi sessuali su minori, accuse che comprendevano anche sodomia e tentata sodomia. Fu condannato a nove anni di carcere per ventitré abusi mentre per gli altri ventidue casi il giudice stabilì che non c’erano prove a sufficienza per giudicarlo.

Dopo la prima condanna Bennell ne ha subite altre due, sempre per abusi sessuali su minori: una negli Stati Uniti, di quattro anni, per aver violentato un tredicenne inglese mentre si trovava in Florida per un campo estivo, e l’ultima nel maggio dell’anno scorso per abusi su un dodicenne. Il 28 novembre, la polizia ha trovato Barry Bennell in stato di incoscienza in un parco distante quaranta chilometri dalla sua abitazione. Secondo la polizia, Bennell – che si trovava fuori dal carcere in cui sta scontando una pena di tre anni dopo aver ottenuto un permesso — in seguito alla pubblicazione dell’articolo del Guardian ha lasciato la propria abitazione di Milton Keynes per trasferirsi temporaneamente in un hotel non lontano dal luogo in cui è stato ritrovato.

Dopo le rivelazioni di Woodward altri sei ex calciatori che passarono per le giovanili del Crewe Alexandra fra gli anni Ottanta e Novanta hanno raccontato al giornale di aver subito violenze sessuali da Bennell. Ora il caso si è allargato e non riguarda più solamente il Crewe Alexandra e Barry Bennell, ma molte altre squadre di diverse categorie, tra cui anche club famosi come Chelsea e Newcastle: l’ultima denuncia è stata quella di David Eatock, ex calciatore del Newcastle che subì abusi durante la sua permanenza al club negli anni Novanta.

Sia la federazione calcistica inglese che i club coinvolti ora stanno ricevendo molte critiche e accuse per aver lasciato Bennell e altri suoi colleghi a contatto con centinaia di ragazzi senza aver mai condotto delle verifiche sulle voci, confermate solo anni dopo, che però in alcuni casi iniziarono a circolare negli ambienti già all’epoca. Martin Glenn, amministratore delegato della federazione inglese, ha detto che tutti i club a cui verrà riconosciuta una responsabilità diretta nella copertura degli abusi verranno puniti.