La notte di giovedì 18 agosto alle Olimpiadi è stata ancora una volta quella di Usain Bolt, che ha vinto i alla grande i 200 metri, dopo che domenica scorsa aveva già vinto i 100: nella gara di stanotte nessuno gli è stato dietro, nemmeno un pochino. Per Bolt è il secondo oro a Rio, e il terzo di fila anche nei 200 metri. C’è poco da dire che non sia stato già detto, e lo ha ripetuto anche lui dopo la gara: che altro deve fare per dimostrare di essere il più grande di tutti i tempi?
Per l’Italia è stata una notte di grandi attese ma qualche delusione. In serata, ieri, la nazionale di pallanuoto ha perso la semifinale contro la fortissima Serbia per 10-8, mentre questa mattina, la partita è iniziata alle 5 ora italiana, la coppia italiana che si era qualificata per la finale del beach volley maschile è stata battuta dai brasiliani campioni del mondo in carica. Complimenti a tutti, comunque.
Poi ci sono state tantissime altre finali questa notte, e moltissime medaglie: alcune, come quelle dell’Iran e della Giordania, sono storiche, una invece è stata revocata per doping. Tra le altre cose notevoli di questa notte: vi è mai capitato di vedere una gara con solo un partecipante in pista? È successo: indovinate chi ha vinto? (Si scherza, non era così scontato).
(Solitudine – Cameron Spencer/Getty Images)
Bolt, poi gli altri.
Usain Bolt, il corridore più veloce di sempre, ha preso il suo secondo oro a Rio vincendo la finale dei 200 metri, dopo che domenica scorsa aveva già vinto quella dei 100 metri. Con la vittoria di questa notte, Bolt è riuscito a vincere l’oro nei 100 e nei 200 metri per tre olimpiadi consecutive, e non era mai successo a nessuno e chissà quando avremo qualcuno che riuscirà a farlo di nuovo. Negli ultimi anni, dopo le Olimpiadi di Londra, Bolt aveva cominciato a gareggiare di meno e spesso ha parlato di volersi ritirare dopo le Olimpiadi in Brasile, ma la gara di questa notte non sarà la sua ultima: sabato correrà per la finale della staffetta 4×100 (che ha già vinto con la Giamaica nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra).
(L’arrivo della finale dei 200 metri – Lars Baron/Getty Images)
La gara di questa sera non è stata una delle più veloci di Bolt – che è arrivato al traguardo in 19 secondi e 79 centesimi, un tempo piuttosto distante dal suo record del mondo di 19.19 – e lui se ne è un po’ dispiaciuto a fine gara, spiegando che avrebbe voluto fare di più, che ha provato a spingere al massimo, ma che il suo corpo non ha risposto come in passato: il fatto di non aver avuto nessuno di più veloce a contendergli il primo posto, probabilmente, ha contribuito ad alzare il suo tempo. La medaglia di argento è andata al canadese Andre De Grasse (quello che aveva scherzato con Bolt nella semifinale dei 200) che ha corso in 20.02 e il bronzo è andato al francese Christophe Lemaitre, che ha battuto di pochi millesimi il britannico Adam Gemili. Gemili, dopo la gara, ha detto di avere “il cuore spezzato” e di essere distrutto per il quarto posto.
Ma tornando a Bolt: «Non ho bisogno di dimostrare niente di più. Cos’altro posso fare per dimostrare al mondo che sono il più grande di tutti i tempi?». Ciao Bolt, grazie Bolt.
(Usain Bolt dopo la finale dei 200 metri – Alexander Hassenstein/Getty Images)
Nicolai e Lupo hanno perso la finale del beach volley
Gli atleti italiani Daniele Lupo e Fabio Nicolai hanno perso per due set a zero la finale del torneo maschile di beach volley. Hanno vinto i brasiliani Bruno Schmidt e Alison Cerutti, che sono una delle coppie più forti del mondo – sono campioni del mondo in carica – e in più giocavano in casa. Lupo e Nicolai hanno comunque ottenuto un risultato storico, con la loro medaglia d’argento: si erano qualificati agli ottavi come “lucky losers”, cioè agli spareggi, ma poi sono diventati a sorpresa la prima coppia italiana del beach volley ad arrivare in finale alle Olimpiadi, giocando molto bene.
(Alison Cerutti festeggia dopo la partita YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)
Nicolai e Lupo erano partiti molto bene, portandosi in vantaggio per 5-1 nel primo set, ma poi i brasiliani si sono rimessi in piedi e hanno rimontato; il risultato è rimasto equilibrato fino al 17-17 e a un certo punto Nicolai e Lupo erano in vantaggio 19-18, ma poi Schmidt e Alison hanno vinto 19-21. Anche nel secondo set erano partiti meglio Nicolai e Lupo, che a un certo punto erano avanti 10-7, ma di nuovo poi la bravura di Schmidt in difesa e di Alison a muro aveva ribaltato il risultato fino al 17-21 finale per i brasiliani. C’è stata qualche protesta degli italiani sul punto finale del Brasile, assegnato dall’arbitro per i 4 tocchi dell’Italia: le immagini televisive hanno mostrato però che aveva ragione l’arbitro.
(Paolo Nicolai – Rob Carr/Getty Images)
La partita, che si è giocata sotto la pioggia, alla fine della fiera ha ricalcato la maggioranza delle altre partite giocate negli ultimi anni da Nicolai e Lupo contro Schmidt e Bruno: quella del torneo di Klagenfurt del 2014, quella dell’Open di Vitoria a marzo 2016 e quella del World Tour di Mosca a maggio 2016. In tutto Nicolai e Lupo hanno incontrato Schmidt e Bruno nove volte: tre volte hanno vinto loro, sei volte hanno vinto i brasiliani.
Una gara da soli
Degli spalti semivuoti di Rio si era già parlato, ma non era ancora capitato di vedere delle gare con la pista semivuota. La squadra statunitense della 4×100 femminile, questa notta ha corso la sua batteria di qualificazione contro il cronometro e senza avversari sulla pista, dopo che ieri pomeriggio due delle atlete in gara avevano fatto cadere il testimone durante uno scambio a causa di un contatto tra un’atleta statunitense e una brasiliana: gli Stati Uniti avevano fatto ricorso e i giudici gli avevano dato la possibilità di gareggiare una seconda volta, squalificando invece la squadra brasiliana per invasione di corsia.
#USA #athletics USA Women 4×100 relay drop baton after collision (@Sueno_13 @BundaloMilos) pic.twitter.com/aFMJDjTOKv
— Nixon (@nixonbelgrade) August 18, 2016
Tianna Bartoletta, English Gardner, Morolake Akinosun e Allyson Felix, anche senza nessuno in pista e in una strana atmosfera di gara, hanno fatto il miglior tempo di tutte le eliminatorie (41.77), qualificandosi quindi per la finale: hanno dovuto gareggiare con lo stesso ordine di gara della batteria del pomeriggio e usando la stessa corsia. La Cina, che era l’ultima qualificata prima della seconda gara delle americane, è stata invece esclusa dalla finale.
(ANTONIN THUILLIER/AFP/Getty Images)
Nella pallanuoto maschile andiamo alla finale per il bronzo
Giovedì sera la squadra italiana maschile di pallanuoto ha perso la semifinale contro la Serbia per 10-8, dopo una partita meno combattuta di quanto non faccia pensare il risultato. La Serbia, campione del mondo e d’Europa in carica, è partita fortissimo chiudendo il primo tempo sul 3-0 e arrivando poi sul 6-0 senza che l’Italia riuscisse mai a dare l’impressione di potersela davvero giocare. Le cose sono migliorate dopo che anche l’Italia è riuscita a segnare il primo gol, ma il divario è stato di due reti solo alla fine: per il resto della partita la Serbia – che ha fatto valere la sua superiorità tecnica e fisica – si è limitata a controllare il gioco, rispondendo ai gol dell’Italia. La Serbia giocherà sabato sera la finale contro la Croazia, mentre l’Italia giocherà poco prima la finale per il terzo posto contro il Montenegro.
(Pietro Figlioli prova a tirare in porta – Clive Rose/Getty Images)
Medaglie storiche nel Taekwondo, per Iran e Giordania
Questa notte si sono disputate le finali del torneo di Taekwondo e ci sono state diverse vittorie notevoli e storiche. La Giordania ha vinto il suo primo oro di sempre alle Olimpiadi grazie al 20enne Ahmad Abughaush nel torneo maschile categoria 68 chili. Abughaush ha battuto per 12-7 lo spagnolo Joel González campione olimpico in carica, dopo che nei turni precedenti aveva battuto a sorpresa il russo Denisenko e successivamente il sudcoreano e numero due al mondo di categoria Dae-Hoon Lee. In entrambi gli scontri Abughaush aveva combattuto molto bene e in modo spettacolare. Dopo essere stato sconfitto, Lee ha fatto i complimenti al suo avversario ed è stato lui ad alzargli il braccio in segno di vittoria.
(Ahmad Abughaush – Laurence Griffiths/Getty Images)
Poco prima anche l’Iran aveva ottenuto una vittoria storica, grazie al bronzo della 18enne Kimia Alizadeh Zenoorin nel torneo femminile categoria 58 chili: per l’Iran è stata la prima medaglia femminile di sempre alle Olimpiadi e questa vittoria ha un bel valore simbolico se si pensa alla situazione delle donne in Iran, soprattutto per quanto riguarda lo sport. Zenoorin ha battuto nella finale per il terzo posto la svedese Nikita Glasnovic, mentre la britannica Jade Jones ha vinto l’oro battendo la spagnola Eva Calvo Gómez in finale.
(Kimia Alizadeh Zenoorin – Laurence Griffiths/Getty Images)
Altre medaglie: nell’atletica, nella lotta e nell’hockey
C’è stata la finale del lancio del giavellotto femminile, vinta dalla croata Sara Kolak con 66 metri e 18 centimetri, record nazionale, e poi c’è stata la finale dei 400 ostacoli femminili, vinta dalla statunitense Dalilah Muhammad davanti alla danese Sara Slott Petersen e all’altra statunitense Ashley Spencer. È finito in nottata il torneo di decathlon maschile, con la vittoria dello statunitense Ashton Eaton: alla fine dell’ultima delle 10 prove, la gara sui 1.500, gli atleti rimasti in gara sembravano tutti distrutti dalla fatica di questi due giorni di competizioni. Nel lancio del peso, lo statunitense Ryan Crouser ha vinto l’oro, facendo con 22 metri e 52 anche il nuovo record olimpico; quarto nella gara è arrivato il congolese Franck Elemba, che per un momento è sembrato poter vincere la prima medaglia di sempre del Congo alle Olimpiadi e che comunque ha ottenuto il miglior risultato di sempre di un atleta congolese alle Olimpiadi. Sempre questa notte, la sudafricana Caster Semenya si è qualificata alla finale degli 800 metri, che si correrà domenica sera.
(Caster Semenya – FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
Cambiando sport, la canadese Erica Wiebe, ha vinto l’oro nella finale della lotta greco romana, categoria 75 chili, mentre la statunitense Helen Maroulis ha vinto nella categoria dei 53 chili. Nell’hockey su prato maschile l’Argentina ha vinto l’oro battendo in finale il Belgio per 4-2, mentre la Germania ha vinto la medaglia di bronzo nella finale per il terzo posto contro i Paesi Bassi. Si sono giocate in nottata anche le semifinali del torneo di pallavolo femminile: la Cina ha battuto per 3-1 i Paesi Bassi e la Serbia ha battuto per 3-2 in rimonta gli Stati Uniti. La finale si giocherà domenica sera.
E poi nei tuffi, nella vela e nel badminton
Nella pedana da 10 metri la cinese Ren Qian ha vinto l’oro, davanti all’altra cinese Si Yajie e alla canadese Meaghan Benfeito. Sia la terza che la seconda sono state battute con notevole distacco dalla 15enne Ren Qian, che è alla sua prima Olimpiade.
(Ren Qian – Photo by Al Bello/Getty Images)
Nella vela, le brasiliane Martine Grael e Kahena Kunze hanno vinto l’oro nella categoria 49er FX, davanti alla Nuova Zelanda e alla Danimarca. La coppia italiana formata da Giulia Conti e Francesca Clapcich è arrivata quinta in classica generale, nonostante il terzo posto nella gara finale di questa notte. Nella categoria 470 dinghy, invece, hanno vinto l’oro le britanniche Hannah Mills e Saskia Clark. Nel badminton le giapponesi Misaki Matsutomo e Ayaka Takahashi hanno vinto per 2 set a 1 la finale contro le danesi Christinna Pedersen e Kamilla Rytter Juhl.
E una medaglia tolta, per doping
Quella dell’atleta del Kyrgyzstan Izzat Artykov, che aveva vinto il bronzo nel sollevamento pesi, categoria 69 chili e che è risultato positivo a un controllo antidoping eseguito dopo la gara. La sua medaglia verrà assegnata al colombiano Luis Javier Mosquera, che era arrivato quarto. Questa è la prima medaglia revocata delle Olimpiadi di Rio, ma il problema più grosso è quello della federazione mondiale del sollevamento pesi con il doping: diverse federazioni nazionali sono state squalificate dalle Olimpiadi per doping, altre lo saranno probabilmente nei prossimi mesi e il Comitato olimpico internazionale potrebbe decidere di escludere la disciplina dalle prossime olimpiadi se le cose non miglioreranno.
(Izzat Artykov – GOH CHAI HIN/AFP/Getty Images)
C’era corrente nella piscina delle gare di nuoto?
Alcuni ricercatori dell’Indiana University’s Counsilman Center for the Science of Swimming hanno messo in discussione i risultati di alcune gare di nuoto alle Olimpiadi di Rio, sostenendo che nella piscina usata ci fosse una corrente che favoriva gli atleti in certe corsie. I ricercatori sostengono che ci fosse una corrente che spingeva gli atleti di una delle due metà della piscina e che quindi, nelle gare dei 50 metri dove si percorre la vasca una sola volta, alcuni atleti abbiano avuto una spinta. Nelle gare più lunghe, naturalmente, il vantaggio veniva compensato dalle vasche percorse in direzione opposte. Le conclusioni a cui sono arrivati i ricercatori si basano su un’analisi dei tempi di gara degli atleti, nelle gare di qualifica e nelle finali: quasi tutti gli atleti che si sono qualificati per la finale o sono arrivati a medaglia hanno nuotato nelle corsie dalla 4 alla 8 e quelli che invece sono stati spostati in una corsia dalla 1 alla 4 dopo le qualifiche hanno peggiorato i loro tempi. L’unica eccezione, secondo i ricercatori, è stata quella dello statunitense Anthony Ervin, che ha vinto l’oro nei 50 metri stile libero maschili gareggiando in una delle prime corsie.
La Fina, la federazione del nuoto agonistico, ha detto di non aver ricevuto nessuna protesta per presunte correnti nella vasca di gara e di aver ricevuto rassicurazioni dalla società incaricata della sua costruzione sull’assenza di qualsiasi corrente nelle piscine delle Olimpiadi. La Fina, inoltre, ha messo in discussione l’analisi dei ricercatori, dicendo che si basa solo su analisi matematiche senza tenere conto di dati scientifici sulla costruzione delle piscine.
Il medagliere a questo punto: