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  • Sabato 6 agosto 2016

La pessima settimana di Donald Trump

Breve riassunto di sette giorni molto difficili per il candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)

La prima settimana di agosto è stata molto difficile per Donald Trump, il candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Una serie di dichiarazioni giudicate offensive ed errori, anche più gravi del solito, sembra averlo danneggiato sia nei sondaggi che nei rapporti con il resto del partito, tanto che alcuni giornalisti hanno cominciato a discutere seriamente la possibilità che Trump decida di ritirarsi dalle elezioni. Per il momento non sembra sia una possibilità realistica, ma è probabile che i fatti degli ultimi giorni avranno delle conseguenze importanti nella campagna elettorale statunitense.

Il caso Khan
I Khan sono una coppia di americani musulmani che durante la convention del partito Democratico hanno raccontato la storia di loro figlio, Humayun, morto in Iraq per proteggere i suoi compagni di unità dall’esplosione di una granata. Nel suo discorso, il padre di Humayun, Khizr, ha attaccato Trump per la sua idea di bloccare l’accesso negli Stati Uniti a tutti i musulmani e lo ha accusato di non aver «sacrificato nulla per il proprio paese». Trump ha risposto in un primo momento dicendo che anche lui aveva «fatto dei sacrifici», per poi continuare nei giorni successivi a scrivere tweet sarcastici sulla coppia e a rilasciare dichiarazioni sul caso, giudicate irrispettose anche da illustri membri del Partito Repubblicano, come l’ex candidato alla presidenza John McCain.

L’insolito incidente in Virginia
Questa settimana, Trump ha tenuto un comizio a Loudoun, in Virginia, una contea di circa 50 mila abitanti che nelle ultime quattro presidenziali ha sempre votato per il candidato che poi ha vinto le elezioni. Rivolgendosi al pubblico, Trump ha detto: «State facendo schifo qui, mi dispiace dirvelo», un tentativo un po’ spregiudicato di conquistare gli abitanti della contea con una strategia che usa spesso: descrivere una situazione tragica e presentarsi come unica possibile soluzione. Il problema è che Loudon è la contea più ricca di tutti gli Stati Uniti. Come prova per le sue affermazioni, Trump ha citato la chiusura di alcune fabbriche, ma tutti gli stabilimenti che ha citato si trovano a centinaia di chilometri da Loudon, i cui abitanti continuano anche oggi a non aver alcun problema economico.

Le critiche dell’ex capo della CIA
Venerdì il New York Times ha pubblicato l’endorsement ufficiale a Hillary Clinton di Michael Morell, per lungo tempo vicedirettore della CIA e direttore dell’agenzia per circa un anno. Morell scrive che Clinton è molto qualificata a ricoprire l’incarico di presidente, mentre Trump: «Non solo non ha le caratteristiche adatte, ma potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale». Trump, ha scritto Morell, «non solo non ha alcuna esperienza di sicurezza, ma – ancora più importante – i tratti caratteriali che ha mostrato durante le primarie suggeriscono che sarebbe un cattivo e persino un pericoloso comandante in capo».

Melania Trump è stata un’immigrata illegale?
Giovedì il sito Politico ha raccontato un’altra potenziale grana per Trump. Riguarda sua moglie Melania, originaria della Slovenia e diventata cittadina americana nel 2006. Secondo la versione ufficiale, Melania Trump è arrivata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1996 con un tipo di visto che aveva bisogno di essere rinnovato nel suo paese d’origine in maniera piuttosto frequente. Secondo la ricostruzione di Politico, però, Melania Trump si trovava negli Stati Uniti già nel 1995, quando vennero pubblicate delle sue fotografie in cui posava nuda. Il tipo di visto di cui ha sempre parlato Trump, però, non le avrebbe permesso di lavorare, nemmeno come modella. Melania Trump, quindi, potrebbe avere lavorato illegalmente negli Stati Uniti. Si tratta di un particolare particolarmente imbarazzante per la campagna di Trump, che è in gran parte basata sull’opposizione all’immigrazione illegale. Alcuni avvocati intervistati da Politico dicono che questo episodio potrebbe avere conseguenze legali per Melania Trump anche ora che è diventata cittadina americana.

Trump ha ammesso di essersi sbagliato
In alcuni comizi degli ultimi giorni, Trump ha detto di aver visto in televisione le immagini di un aereo americano che trasportava un pagamento destinato all’Iran in cambio della liberazione di alcuni ostaggi. Il pagamento è avvenuto, ma il resto della storia è stata completamente inventata da Trump. A gennaio gli Stati Uniti hanno versato la prima rata di un pagamento di 1,7 miliardi di dollari che riguarda una vecchia disputa internazionale con l’Iran. Il pagamento, ha spiegato il governo americano, era stato concordato nell’ambito degli accordi sul nucleare iraniano del luglio 2015. Il pagamento, ha specificato il governo americano, non aveva nulla che fare con la liberazione di quattro prigionieri con doppia nazionalità iraniana e americana avvenuto negli stessi giorni. In quello che è un episodio piuttosto raro, Trump ha scritto un tweet dicendo di essersi sbagliato, e che l’aereo che aveva visto in televisione non era quello che portava in Iran i soldi del “riscatto”, ma quello che stava riportando i quattro prigionieri. In un comizio successivo alla pubblicazione del tweet ha ripetuto le sue accuse.

Il tardivo endorsement a Paul Ryan
Questa settimana Trump ha cambiato idea anche su un’altra cosa: ha deciso di appoggiare la rielezione di Paul Ryan, speaker della Camera dei Repubblicani, e di John McCain, con cui si è scontrato più volte nel corso degli ultimi mesi. McCain e Ryan sono due tra i più importanti politici del partito – quelli quindi a cui è naturale vada l’endorsement del candidato presidente – e dovranno essere rieletti il prossimo novembre al Congresso. Prima però dovranno vincere le primarie Repubblicane della prossima settimana. Giovedì Trump si era pubblicamente rifiutato di appoggiare le loro candidature, ma dopo le proteste all’interno al partito, il giorno successivo è stato costretto a cambiare idea e ad annunciare il suo appoggio a entrambi i candidati.