Le cento donne nude contro Trump, a Cleveland

È l'ultima installazione dell'artista americano Spencer Tunick, contro la rappresentazione delle donne del candidato Repubblicano alle elezioni statunitensi

Everything She Says Means Everything - Spencer Tunick
(TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)
Everything She Says Means Everything - Spencer Tunick (TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)

La mattina di domenica 17 luglio Spencer Tunick – fotografo statunitense specializzato nella fotografia artistica di persone nude, arruolate spesso in grandi numeri per set in ambientazioni urbane o ambientali – ha fatto posare 100 donne nude vicino alla Quicken Loans Arena, dove da oggi e fino al 21 luglio si terrà la convention del Partito Repubblicano che formalmente indicherà Donald Trump come candidato alle presidenziali del prossimo novembre.
L’installazione si chiamava Everything She Says Means Everything e prevedeva donne nude in posa con degli specchi, che riflettessero – ha spiegato Tunick – «la conoscenza e la saggezza delle donne progressiste e il concetto di ‘Madre Natura». L’installazione aveva come scopo di protestare “contro la retorica repressiva di molti nel Partito Repubblicano nei confronti delle donne e delle minoranze”.
Le fotografie sono state scattate su una proprietà privata, in modo che la polizia non potesse interrompere la performance, dal momento che la nudità in luoghi pubblici è illegale.

Recentemente Tunick ha radunato più di tremila persone completamente dipinte in quattro diverse tonalità di blue nel centro di Hull, in Inghilterra, per formare un’installazione molto scenografica chiamata “il mare di Hull”.