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  • Mercoledì 11 maggio 2016

Gli effetti penali della legge sulle unioni civili

Sono stati poco considerati, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere, elencando una serie di contraddizioni

(FRANCO SILVI ANSA/ CD)
(FRANCO SILVI ANSA/ CD)

Mercoledì 11 maggio sarà votata alla Camera la fiducia al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sulle convivenze di fatto: l’approvazione definitiva del testo così com’è e senza modifiche avrà delle conseguenze dirette e prioritarie sul codice civile, ma indirettamente anche su quello penale. Citando una lunga analisi del professore di diritto penale alla Statale di Milano Gian Luigi Gatta, Luigi Ferrarella scrive sul Corriere della Sera che questi ultimi effetti sono stati poco valutati finora, e genereranno – a meno di soluzioni di qualche tipo – difformità di trattamento in diversi casi.

E gli effetti collaterali nel penale della nuova legge sulle unioni civili? Amnesia. Con esiti paradossali, nella corsa del governo a blindare il voto con la fiducia. Il testo Cirinnà, infatti, premette che le disposizioni che contengono la parola «coniuge» si applicano «anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso», ma «al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile».
Il riflesso più evidente è sull’omicidio, la cui pena base 21-24 anni sale a 24-30 anni se si uccide il coniuge: ma poiché l’omicidio non è certo norma a rafforzamento «degli obblighi derivanti dall’unione civile», l’aggravante non potrà pesare su assassini legati da unioni civili alla persona assassinata, mentre continuerà a valere per mariti e mogli. Stesso schema nei sequestri di persona: quando il pm blocca i beni utilizzabili dal coniuge per pagare il riscatto, il blocco non potrebbe essere imposto al coniuge legato da unione civile con il rapito.
Curiosa anche la situazione dell’abuso d’ufficio commesso da pubblici ufficiali che non si astengano in presenza di un interesse di un prossimo congiunto come il coniuge: continuerà a essere reato per mariti e mogli, ma non potrà incriminare i partner di una unione civile. Idem la «bigamia», che finirebbe per non avere rilevanza penale in relazione alle unioni civili tra lo stesso sesso, mentre la manterrebbe solo tra coniugi uomo e donna.

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