Perché oggi si festeggia l’Ascensione?

È il giorno in cui secondo la tradizione cristiana Gesù Cristo è salito in cielo: fino al 1977 in Italia era festa nazionale

Particolare del quadro del pittore tedesco Gebhard Fugel, circa 1893.
Particolare del quadro del pittore tedesco Gebhard Fugel, circa 1893.

Oggi, giovedì 5 maggio 2016, la Chiesa cattolica festeggia la festa dell’Ascensione, cioè il momento in cui secondo la dottrina cattolica Gesù Cristo è salito in cielo lasciando il mondo terreno. L’Ascensione si festeggia tradizionalmente 40 giorni dopo la Pasqua per via di un passaggio degli Atti degli Apostoli in cui si dice che Gesù «si mostrò ad essi [i suoi apostoli] vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio […] Successivamente, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo». Dato che la data di celebrazione della Pasqua è mobile, poiché si festeggia in base al ciclo della luna, lo è anche quella dell’Ascensione: quest’anno si festeggia il 5 maggio perché Pasqua è caduta il 27 marzo.

L’Ascensione è festeggiata anche dai protestanti e dagli ortodossi, anche se questi ultimi la celebrano in un’altra data perché calcolano in modo diverso il giorno di Pasqua. Per i cristiani l’episodio dell’Ascensione – che citato esplicitamente nei Vangeli di Marco e di Luca, e indirettamente in quello di Giovanni – è molto importante: è l’ultima manifestazione terrena di Gesù Cristo ai suoi apostoli successiva alla resurrezione. L’episodio è citato anche nel Credo, la preghiera con cui i cristiani elencano i vari dogmi a cui prestano fede.

L’Ascensione è considerata giorno di festa in molti paesi di tradizione cristiana come Francia, Austria, Svizzera, Islanda e Indonesia, fra i tanti. In alcuni paesi, come per esempio gli Stati Uniti, le chiese locali la festeggiano la prima domenica dopo l’Ascensione “canonica”, probabilmente per comodità. In Italia l’Ascensione fu festa nazionale fino alla legge 54 del 1977, promulgata sotto il governo della cosiddetta “non sfiducia” sostenuto da Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, che eliminava dal calendario delle festività civili alcune feste religiose come appunto l’Ascensione, l’onomastico di San Giuseppe e il giorno del Corpus Domini.