Cos’è la storia di Fedez che lascia la SIAE

È una notizia grossa per il settore: approfittando di un'area grigia si è affidato a una società britannica per i suoi diritti d'autore, superando il monopolio che esiste in Italia

Fedez (ANSA / MATTEO BAZZI)
Fedez (ANSA / MATTEO BAZZI)

Il cantante e musicista italiano Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, ha firmato un accordo con la società inglese Soundreef per affidare a loro la raccolta e la gestione dei suoi diritti d’autore che prima era della SIAE, la Società Italiana Autori Editori. Fedez è il primo cantante italiano importante a lasciare la SIAE, e la sua decisione potrebbe contribuire a cambiare il mercato dei diritti d’autore in Italia.

La raccolta dei diritti d’autore è la cosa che permette agli artisti di essere pagati ogni volta che le loro opere vengono usate da terzi, per esempio quando una canzone viene suonata in radio o usata per uno spot pubblicitario. In Italia la raccolta dei diritti d’autore è affidata alla SIAE, che per una legge del 1941 ha il monopolio in Italia sulla raccolta dei diritti d’autore ma che è da tempo accusata di una gestione non trasparente delle sue attività e di esagerate e obsolete lentezze burocratiche. Nel comunicato in cui ha spiegato l’accordo con Soundreef, Fedez ha parlato proprio della volontà di avere maggiore trasparenza nella gestione dei suoi diritti d’autore.

L’accordo tra Fedez e Soundreef, che è stata fondata nel 2011 da due italiani, sarà valido a partire dal primo gennaio del 2017 e costituisce di fatto un superamento del monopolio della SIAE, anche se si regge su un cavillo: una direttiva del parlamento europeo del 2014 ha dato la possibilità a tutti gli artisti di affidare la raccolta dei diritti d’autore a qualsiasi società volessero, ma ancora non è stata recepita in Italia. Soundreef, anche se è fondata da italiani e si occupa prevalentemente della raccolta di diritti in Italia, ha sede nel Regno Unito. Per la legge italiana, Soundreef non potrebbe occuparsi dei diritti d’autore di Fedez. Dato che però esiste una direttiva europea che l’Italia deve ancora recepire, esiste una certa area grigia: la stessa SIAE ha diffuso un comunicato in cui riconosce come legittima la scelta di Fedez.

La SIAE non offre resoconti dettagliati rispetto alla raccolta dei diritti d’autore e paga gli autori da sei mesi a un anno dopo la raccolta dei diritti. Soundreef, ha spiegato al Post Arianna Tronco, agente ed esperta di diritto d’autore, è invece apprezzato perché offre dati analitici facilmente consultabili sulla raccolta dei diritti d’autore (quanti arrivano dalla radio e quanti dalla tv, per esempio) e paga gli autori in poche settimane. Sembra inoltre che diversi autori stranieri preferiscano affidarsi a Soundreef per la raccolta dei loro diritti d’autore in Italia non fidandosi dei metodi di lavoro della SIAE.

Il superamento del monopolio della SIAE sulla questione dei diritti d’autore è in questi mesi in discussione in Parlamento, dove però dopo un primo momento in cui sembrava che si sarebbe arrivati a una legge che liberalizzasse il mercato c’è stato un parziale ripensamento del governo. Il ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini, iniziale sostenitore della liberalizzazione, ha spiegato di aver riflettuto sulla questione e di aver capito che avere un solo grande operatore di mercato potrebbe essere meglio che averne molti. Franceschini ha in diverse occasioni citato il fatto che in paesi dove non esiste il monopolio ci sono stati problemi per la gestione dei cosiddetti diritti derivati (quelli per esempio di una canzone usata in un film) e in molti casi sono stati approvati regolamenti per incentivare la formazione di pochi e più grandi gruppi per la gestione dei diritti.

Arianna Tronco ha spiegato al Post che i problemi legati alla gestione dei diritti derivati non dovrebbero essere considerati come una ragione sufficiente per rinunciare ai molti vantaggi della liberalizzazione. Secondo Tronco è vero che esistono dei vantaggi nell’affidare la gestione dei diritti d’autore a operatori più grandi, in primo luogo maggiore uniformità e maggior capacità di difesa dei diritti degli artisti, ma molti di questi vantaggi possono coesistere con un mercato più aperto e libero di quello italiano: «Bisognerebbe creare paletti e regole precise ed aprire alla liberalizzazione anche in Italia», ha detto al Post.

La decisione di Fedez potrebbe diventare un precedente molto importante in Italia e portare a un superamento di fatto del monopolio, poiché è probabile che molti altri artisti decideranno di lasciare la SIAE e passare con Soundreef o altre società simili. Quanto questo possa diventare un vero problema per la SIAE dipenderà da quali altri artisti importanti, e a cui corrispondono raccolte di diritti molto consistenti, decideranno di fare come Fedez. Per ora, con un comunicato diffuso oggi, la SIAE si è limitata a dire di aver già iniziato un processo di riforma dei suoi sistemi per garantire maggiore trasparenza ai suoi associati.