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  • Martedì 26 aprile 2016

Serie A, sei cose di cui parlare

La Juve ha vinto di nuovo lo Scudetto, la Roma ha quasi raggiunto il Napoli al secondo posto e l'Hellas ha battuto il Milan, ma è retrocesso comunque

I tifosi della Juventus in Piazza San Carlo, a Torino (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
I tifosi della Juventus in Piazza San Carlo, a Torino (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

La Serie A ha concluso ieri sera la 35esima giornata, la quartultima di questo campionato, e la notizia fondamentale è che la Juventus ha vinto il suo 32esimo Scudetto ed è per la quinta volta consecutiva campione d’Italia. È matematicamente campione grazie alla vittoria di domenica sera contro la Fiorentina e alla sconfitta del Napoli contro la Roma nella partita giocata ieri pomeriggio allo Stadio Olimpico: verrà premiata dalla Lega Serie A domenica 15 maggio allo Juventus Stadium, al termine della partita contro la Sampdoria. La 35esima giornata era iniziata sabato sera con l’anticipo tra Inter e Udinese, vinto dall’Inter in rimonta per 3 a 1, ed è terminata lunedì sera con Carpi-Empoli.

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I campioni d’Italia

La Juventus, a inizio campionato, era molto diversa da quella della stagione precedente: erano stati venduti alcuni dei giocatori più forti della rosa, come Arturo Vidal, Andrea Pirlo e Carlos Tevez, e nel mercato estivo erano stati acquistati molti nuovi giocatori, tra cui i due attaccanti che hanno formato la coppia titolare d’attacco per la Juventus di quest’anno, Paulo Dybala e Mario Mandžukić, e altri su cui circolavano dei dubbi per ragioni diverse, come Sami Khedira, Hernanes, Juan Cuadrado e Daniele Rugani. Nelle prime dieci partite aveva messo insieme solo 12 punti, segnando solo 11 gol: il peggior inizio nella storia della Juventus in Serie A. A un certo punto la Juventus era arrivata a essere anche dodicesima in classifica, e la società e l’allenatore Massimiliano Allegri erano stati accusati di aver rivoluzionato troppo la squadra nel mercato estivo.

Dopo l’inizio stentato però, la Juventus ha incominciato a giocare meglio e a vincere. Dybala ha iniziato a essere determinante e il centrocampista Paul Pogba, uno dei giovani calciatori più forti e promettenti in Europa, è tornato a essere costante come nella scorsa stagione. La Juventus tra fine ottobre e metà febbraio ha vinto 15 partite di fila, e il portiere Gianluigi Buffon ha stabilito il nuovo record di imbattibilità in Serie A, con 973 minuti senza subire gol. La Juventus è anche in finale di Coppa Italia, che giocherà il 21 maggio contro il Milan.

La Roma di Spalletti
A inizio stagione una delle squadre favorite per la vittoria del campionato era la Roma, che in estate si era rafforzata molto con l’acquisto di diversi ottimi giocatori da alcune delle più forti squadre d’Europa. Visto anche l’andamento iniziale della Juventus, la Roma avrebbe potuto approfittarne e accumulare molti di punti di vantaggio, cosa che non gli è riuscita per via soprattutto della gestione di Rudi Garcia, allenatore francese che negli anni precedenti aveva portato la Roma a due secondi posti consecutivi. Garcia è stato esonerato a gennaio, quando la squadra era fuori dalla zona Champions League e da alcuni mesi giocava decisamente male. La società lo ha sostituito richiamando Luciano Spalletti, che aveva già allenato la Roma dal 2005 al 2009, e da lì in poi la squadra ha mantenuto un andamento da Scudetto: 11 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta. Ora è a soli due punti dal Napoli, secondo con 73 punti, e in molti si chiedono dove sarebbe potuta arrivare se ci fosse stato Spalletti da inizio stagione.

La “fatal Verona”

Nel 1973 e nel 1990 il Milan perse due Scudetti a causa di due sconfitte rimediate in trasferta contro l’Hellas, a Verona, che per i tifosi milanisti divenne la “fatal Verona”. La partita di ieri pomeriggio tra Milan e Hellas non era così importante come quelle del 1973 e del 1990, ma aveva comunque una certa rilevanza per entrambe le squadre: al Milan servivano i tre punti per rimanere saldamente in sesta posizione, che garantisce la qualificazione all’Europa League, mentre per l’Hellas, vicino alla retrocessione, una vittoria avrebbe aumentato, seppur di poco, le speranze di salvezza.

Il Milan è andato in vantaggio al 21esimo con Jeremy Menez ma a venti minuti dalla fine l’Hellas ha pareggiato con un calcio di rigore realizzato da Giampaolo Pazzini. Al 94esimo minuto Luca Siligardi, attaccante dell’Hellas, ha segnato su punizione il gol del definitivo 2 a 1. La vittoria è servita poco alla squadra di casa, che con la vittoria del Carpi contro l’Empoli è comunque matematicamente retrocessa in Serie B, mentre al Milan la sconfitta di ieri potrebbe costare il posto in Europa League, che però può ottenere anche in caso di vittoria nella finale di Coppa Italia contro la Juventus.

Le retrocessioni

Con l’Hellas già in Serie B, sono cinque le squadre che si giocheranno nelle ultime tre partite la permanenza in Serie A. Il Palermo ha vinto un’importantissima partita contro il Frosinone ed è tornato terzultimo con 32 punti superando proprio il Frosinone, a 30. Il Carpi ha vinto ieri sera contro l’Empoli ed ora ha tre punti di vantaggio dal Palermo. Poi c’è l’Udinese, che è a 38 punti e non può dirsi ancora sicura della salvezza. Il Carpi sembra la squadra più in forma fra le ultime cinque, ma ha un calendario più difficile:

Udinese – Torino
Atalanta – Udinese
Udinese – Carpi

Juventus – Carpi
Carpi – Lazio
Udinese – Carpi

Palermo – Sampdoria
Fiorentina – Palermo
Palermo – Hellas Verona

Milan – Frosinone
Frosinone – Sassuolo
Napoli – Frosinone

La classifica dei marcatori

Nonostante non segni da quattro giornate, il capocannoniere della Serie A rimane Gonzalo Higuain con 30 reti, quasi il doppio di quelle segnate da Paulo Dybala, fermo a 16. Nella storia del campionato italiano sono solo sette i giocatori ad aver segnato almeno 30 gol in una stagione: Giuseppe Meazza nel 1929/30, Felice Borel nel 33/34, Gunnar Nordahl e Istvan Nyers nel 49/50 e nel 50/51, John Hansen nel 51/52, Antonio Valentín Angelillo nel 58/59 e Luca Toni nel 2005/2006. Il miglior capocannoniere in un campionato di Serie A a 20 squadre è l’attaccante svedese Gunnar Nordahl, che nella stagione 1949/50 segnò 35 gol in 38 partite con la maglia del Milan. Higuaín ha ancora la possibilità di raggiungere e superare Nordahl, ma dovrebbe segnare almeno cinque gol in tre partite.